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Il Resto del Carlino 2000: da giugno a dicembre





31 dicembre 2000 30 dicembre 2000
21 dicembre 2000 15 novembre 2000
11 novembre 2000 21 ottobre 2000
13 ottobre 2000 10 ottobre 2000
22 settembre 2000 21 settembre 2000
17 luglio 2000 11 luglio 2000
8 luglio 2000 4 luglio 2000




31 dicembre 2000


CALDERARA


Notte di paura al 'Bologna 2': "extra" ubriaco picchia i parenti



Correte al residence di Calderara. C'è un marocchino che tiene in ostaggio una famiglia. È armato e minaccia di buttarsi di sotto con due bambini.
Diceva così la richiesta d'aiuto, molto concitata, arrivata al 112 l'altra sera un po' dopo le undici.
I carabinieri si sono precipitati con i giubbotti antiproiettili; hanno allertato i vigili del fuoco e le ambulanze.
Invece... Invece era "solo" una lite in famiglia.
Un marocchino di 26 anni aveva litigato violentemente con la cognata, che "pretendeva" da lui una partecipazione alle spese di casa.
È finita con l'ambulanza che ha portato al Maggiore la donna e i due figlioletti di uno e due anni. Nessuna ferita, tanta paura.
Ma la scena che si è presentata davanti al residence faceva pensare a ben altri tempi.
Ricordava troppo da vicino le notti dei papponi e delle lucciole.
Gazzelle dei carabinieri e militari in giubbotto antiproiettile; pompieri in assetto di guerra, con tanto di telone perché la chiamata diceva che il folle voleva buttarsi di sotto.
E lui, il marocchino, in manette, non smetteva un attimo di gridare e cbiedeva l'avvocato.
I carabinieri lo hanno portato in caserma e gli hanno trovato addosso un coltello.
Alla fine l'uomo è stato denunciato per percosse.



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30 dicembre 2000


Calderara, 5 miliardi al 'Bologna 2'


La Regione ha stanziato cinque miliardi per portare a termine il piano di riqualificazione del residence 'Bologna 2' di Calderara


Servizio all'interno


CALDERARA


Cinque miliardi al 'Bologna 2'



Un'altra spallata alla 'mala' del 'Bologna 2' e un vero e proprio capodanno coi botti, un colpo da cinque miliardi.
Tanto ha stanziato la Regione per il recupero del residence di Calderara.
Dopo un primo finanziamento di 970 milioni, deliberato dal consiglio regionale l'8 novembre scorso, ieri mattina la giunta di via Aldo Moro ha aggiunto un altro tassello al mosaico del piano di riqualificazione urbana della struttura: 3 miliardi e 700 milioni (il progetto complessivo ha un costo di 48 miliardi e sarà attuato fra il 2003 e il 2007), destinati al recupero sul versante sicurezza.
E in tal senso il sindaco Matteo Prencipe pensa di avere la ricetta giusta: Carabinieri e polizia municipale al posto della prostitute.
Una volta tirato a lucido, infatti, il 'Garibaldi 2' potrebbe ospitare la caserma dei carabinieri e la nuova sede del corpo dei vigili urbani.
Questo prevede il progetto, anche se l'idea dovrà prima piacere alla Prefettura e ai ministeri competenti, Interno e Difesa.
Ma è il sindaco stesso, dopo avere accolto la notizia del finanziamento con soddisfazione, a mettere in guardia da facili entusiasmi.
Siamo partiti col piede giusto — osserva —. La Regione ha mantenuto l'impegno preso e di questo sono molto grato all'assessore Pier Antonio Rivola. Ma attenzione, la vera sfida comincia proprio adesso. Il compito più difficile sarà quello di mettere d'accordo tutte le proprietà private del residence, che sono partecipi del programma di riqualificazione.
Ma è certo che questa volta la volontà di sanare la situazione è nero su bianco.
Non va infatti dimenticato che, tempo fa, la Regione aveva già bocciato un primo piano di recupero della struttura, elaborato dalla passata amministrazione comunale.
Anche per Angelo Rizzi, portavoce del 'Comitato per la rinascita del Bologna 2', finalmente si è a una svolta: Vigileremo su tutti i passaggi del piano di recupero. In particolare non permetteremo che rientrino a nessun titolo coloro che negli ultimi anni hanno speculato sul degrado. L'area di via Garibaldi deve essere tolta definitivamente alla malavita e restituita a tutti i cittadini.
Poi Rizzi torna a denunciare che almeno 20 appartamenti, in parte di piccoli proprietari senza scrupoli, in parte anche quelli sequestrati e sigillati dalle forze dell'ordine, sono tuttora utilizzati dalle prostitute e dai loro clienti, mentre una banda di spacciatori, già segnalata a luglio di quest'anno, continua ad agire indisturbata. Nelle ultime settimane sono state tagliate le gomme delle automobili di alcuni lavoratori che abitano nello stabile.
Per Rizzi si tratta di segnali preoccupanti ma chiari: il percorso di recupero è soltanto agli inizi e la malavita non cederà facilmente lo scettro.



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21 dicembre 2000


Giovannini: sessanta lucciole collaborano



Dottor Giovannini, è tempo di bilanci.

Il Duemila ha visto l'ufficio investigare su oltre cento indagati e, seguendo protocolli investigativi oramai collaudati tra Procura e forze dell'ordine, arrivare all'esecuzione di oltre 40 ordini di custodia in carcere in gran parte eseguiti. Non dimentichiamo poi il sequestro del Calderara Due e di altri appartamenti in cui si esercitava il mestiere.

Le ragazze sfruttate collaborano?

Rompere il muro dell'omertà non è facile. Ma è proprio alla luce di queste difficoltà che va considerato un ottimo risultato l'aver ammesso al sistema di protezione sociale circa sessanta giovani.

Il neo assessore alla sicurezza Monduzzi vi ha incontrato più volte.

Lo scambio di idee e la collaborazione, nel rispetto dei ruoli, ha risvolti positivi. I rapporti con l'assessorato alla Sicurezza del Comune sono proficui e permettono di gestire al meglio la disponibilità dell'accoglienza.

Cosa c'è di nuovo nel panorama dello sfruttamento? Comandano sempre gli albanesi?

L'efferatezza dei gruppi criminali albanesi rispetto ad altri consorzi criminali è confermata dai fatti. Mentre per i gruppi dell'Europa dell'Est emerge un altro dato, e cioè l'ormai stabile inserimento nelle organizzazioni di soggetti italiani che partecipano al reclutamento (che significa acquisto per cinque milioni) delle ragazze nei paesi d'origine e al loro trasferimento. Inoltre contiamo sempre più ragazze sfruttate che dopo un po' gestiscono quasi alla pari con i loro vecchi sfruttatori le nuove colleghe.

Le difficoltà più grosse?

Eccezionale impegno ci vuole per seguire le vicende nella fase dibattimentale, ove quasi tutti i processi approdano con persone detenute. Poi l'estrema lunghezza dei processi, poichè per simili reati è estremamente gravoso e complesso formare la prova in dibattimento trattandosi di trasferire in tale sede lunghissime dichiarazioni verbalizzate, alle volte, dalla polizia o dal pm per più giorni. Regole procedurali sempre più complesse mostrano inoltre tutti i loro limiti in processi con numerosi imputati e pari numero di persone offese e testimoni. Tutto ciò impone grandi sforzi alla Procura e soprattutto al Tribunale che nonostante il crescente impegno deve, per evitare decorrenze dei termini di custodia cautelare, cercare a tutti i costi ulteriori udienze spesso rinviando altri processi. Un effetto a catena, questo, che comporta un drammatico ingolfamento dei dibattimenti con grave nocumento per tutti coloro che attendono giustizia, siano essi imputati o persone offese.



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15 novembre 2000


CALDERARA


Decalogo sicurezza



Non costruire edifici molto alti e avere sempre abitazioni e negozi che si affacciano sulla strada principale. Questa una delle proposte emerse dal convegno sulla sicurezza che s'è tenuto l'altra mattina a Palazzo Malvezzi, sede della Provincia.
Obiettivo, per dirla col vicepresidente Tiberio Rabboni, trasferire le idee in un decalogo che entro la prossima estate entri a far parte del piano territoriale provinciale.
Per la Provincia, infatti, la sicurezza si può attuare anche mediante una buona programmazione urbanistica.
Le aree urbane — continua Rabboni — devono prevedere contemporaneamente piω funzioni – residenziale, commerciale, verde pubblico – e mai una soltanto.
Nella nostra provincia, fiore all'occhiello fra i nuovi interventi di riqualificazione urbana sarà certamente il piano di recupero del 'Bologna Due' di Calderara.
Nell'ambito del convegno, il portavoce dell'associazione per la rinascita del residence, Angelo Rizzi, ha ripercorso un po' le tappe di questo tormentone: Si tratta del più grave caso di degrado metropolitano in Emilia-Romagna. Il caseggiato, enorme labirinto di corridoi, era destinato a casa-albergo, ma nei suoi venti anni di vita è stato oggetto di continue speculazioni edilizie private, mai contrastate dagli enti pubblici preposti. Pseudo-agenzie immobiliari hanno affittato i loro monolocali a spacciatori, prostitute e protettori. Facile immaginare il risultato: continui scontri tra bande, ragazze costrette alla prostituzione, ritrovamento di armi. Lo stabile è diventato una base per controllare attività illecite in tutta la regione.



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11 novembre 2000


CALDERARA


'Bologna 2', la rinascita



Per il residence una 'bonifica' da 48 miliardi


Via prostitute e spacciatori, dentro carabinieri e polizia municipale.
Ma anche negozi di artigianato, un hotel e appartamenti privati completamente ristrutturati.
Eccola qui la ricetta per rivoltare come un calzino il 'residence della mala', secondo quanto auspicato da anni anche su queste colonne.
Obiettivo: tirare a lucido il 'Bologna Due' di Calderara e trasformarlo da centrale dello spaccio a complesso residenziale.
L'operazione, che prevede due fasi da completare fra il 2003 il 2007, costerà 48 miliardi e vedrà impegnati Regione e Comune per il 40% della spesa, mentre al resto provvederanno i privati.
La Cna s'è già detta disponibile ad aderirvi, così come l'Hotel Meeting, interessato ad ampliare l'offerta di camere e servizi.
Nel nuovo residence ci sarà spazio anche per la caserma dei carabinieri di Calderara e dei vigili urbani.
Le abitazioni sono 194. Di queste, 80 sono di proprietà delle famiglie, le quali durante i lavori di ristrutturazione troveranno sistemazione temporanea in altri alloggi.
Il sindaco Matteo Prencipe addebita a un'agenzia immobiliare in particolare, fra quelle intestatarie dei restanti appartamenti, la responsabilità principale del degrado della struttura.
Tant'è vero che una trentina di camere, a marzo, furono sigillate su ordine della Procura e recentemente la Cassazione ha rigettato il ricorso della proprietà, confermandone il sequestro.
Onde evitare che eventuali cavilli burocratici blocchino il piano di ristrutturazione — aggiunge Prencipe —-, il Comune ha già messo a punto uno strumento che prevede l'esproprio degli alloggi ai proprietari ostili al progetto.
Da rilevare che la Regione aveva cassato un primo progetto di riqualificazione.
E già a settembre l'assessore regionale Rivola aveva prospettato per la fine di quel mese il termine entro cui dare il via al finanziamento regionale che, a tutt'oggi, ancora non è nero su bianco.
Del progetto di restyling del 'Bologna Due' si è parlato ieri a Palazzo Malvezzi, in occasione della presentazione del convegno 'La sicurezza nella progettazione urbana', che si terrà lunedì in Provincia e al quale interverranno, fra gli altri, il presidente della Regione Vasco Errani ed esperti dei Comuni di Roma, Torino e Genova.
Assente il Comune di Bologna.
Non abbiamo trovato nulla da chiedergli, visto che su questo tema da Palazzo d'Accursio non è ancora arrivato alcun contributo, ha spiegato il vicepresidente della Provincia, Tiberio Rabboni.



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21 ottobre 2000


Cinque milioni e ti dico sì



C'è chi dice cha la tariffa per il 'nubendo' (o la nubenda) sia di cinque milioni.
Un po' meno per i testimoni, ma sempre un gruzzolo decente per dieci minuti di bugie.
Lo scopo non θ l'amore. Tantomeno la compagnia.
È evitare il decreto di espulsione, già arrivato oppure in arrivo.
Con un bel certificato di nozze, è difficile, anzi praticamente impossibile, rispedire al suo paese uno straniero.
Nell'Italia politicamente corretta dove crescono a dismisura i matrimoni multirazziali, c'è il sospetto che una fetta — forse piccola — di nozze sia gestita da un'organizzazione che, dietro un pagamento tutto sommato basso, fornisce matrimoni veri ad immigrati clandestini.
Il gioco è facile. Basta trovare un'italiana, o un italiano, libero da vincoli matrimoniali e due testimoni pronti a giurare che i futuri marito e moglie si conoscono e si frequentano.
Dopo il rito civile, nella sala più bella del municipio, tanti saluti e ciascuno per la sua strada.
L'italiano (o l'italiana) con il conto corrente rimpinguato, lo straniero (o la straniera) con il prezioso certificato di stato civile.
Due le tipologie di matrimoni sospetti: l'italiano, in genere un po' avanti con gli anni, che sposa una ragazza giovane proveniente dall'est, di mestiere prostituta; oppure l'italiana non più giovane, vedova o 'signorina', che mette la fede al dito a un giovane maghrebino senza arte né parte.
È questo il motivo per cui da qualche giorno a questa parte gli agenti dell'Ufficio stranieri della questura, su input del pubblico ministero Walter Giovannini, stanno andando all'anagrafe del comune di Bologna e in quelli dei paesi della provincia a spulciare fra le pubblicazioni di matrimonio.
Di nozze sospette, per ora, ne sarebbero saltate fuori una decina.
C'è per esempio la ragazza ucraina di 21 anni, più volte controllata sui viali, che ha sposato un italiano di 46.
Piω che l'amore potè lo spettro di un decreto di espulsione.
È la prima volta che in Italia si apre un'indagine sui matrimoni interrazziali di convenienza e il reato ipotizzato (per gli italiani) è il favoreggiamento della permanenza di clandestini sul territorio nazionale.
Lo stesso reato, per intenderci, di cui devono rispondere i proprietari di appartamenti del residence Bologna 2 e di via San Mamolo.



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13 ottobre 2000


CALDERARA


Case chiuse in Cassazione


Respinto dalla Suprema Corte il ricorso contro il sequestro di alcuni alloggi del 'Bologna 2'
Ma le prostitute li usano ancora


I sigilli agli appartamenti del 'Bologna 2' di Calderara non si tolgono.
L'ha stabilito la Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso contro il provvedimento di sequestro degli alloggi presentato dall'avvocato Savino Lupo, difensore del proprietario di alcuni appartamenti del 'residence della mala'.
Il sequestro era stato deciso a marzo dalla Procura della Repubblica di Bologna nel contesto di indagini sullo spaccio di sostanze stupefacenti, sullo sfruttamento della prostituzione e sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Dopo la convalida del gip, il tribunale del riesame aveva respinto il ricorso della difesa, dopo che già una prima volta aveva provveduto ad annullare il sequestro probatorio dell'edificio.
Sono avvilito e mortificato - commenta il legale -, ma attendiamo di leggere le motivazioni della decisione della Suprema Corte. Penso però che si sia voluto dare una risposta giudiziaria a un problema che è di natura politico-sociale.
Ma intanto la difesa è già al lavoro nel tentativo di aggirare l'ostacolo della giustizia penale.
Sto valutando la possibilità e l'opportunità aggiunge l'avvocato Lupo - di proporre ricorsi ad autorità (amministrative n.d.r) di altri settori.
Sparta piange e Atene ride di gusto.
La 'Associazione per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2' canta vittoria, ma invita le autorità a stare con i piedi per terra:
Siamo molto soddisfatti della sentenza - sottolinea il portavoce Angelo Rizzi -, tuttavia torniamo a denunciare che, da alcuni mesi, una parte degli appartamenti posti sotto sequestro continuano a essere utilizzati di notte dalle prostitute. Gli atrii del palazzo sono spesso teatro di risse fra bande di spacciatori e protettori, in guerra per il controllo del territorio. Dopo l'altolà della Cassazione, sarebbe auspicabile che le porte degli alloggi sigillati venissero murate, in attesa che le istituzioni si decidano finalmente a dare il via al piano di riqualificazione urbana del complesso.



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10 ottobre 2000


Il "Bologna 2" in Cassazione



Si discuterà domani in Corte di Cassazione, a Roma, il destino degli appartamenti del residence Bologna 2 di Calderara di Reno per cui la procura, mesi fa, aveva ottenuto il sequestro a seguito di indagini sullo spaccio di droga e sullo sfruttamento della prostituzione.
Quasi tutti gli appartamenti a cui vennero posti i sigilli appartengono ad un unico proprietario, che ne reclama il dissequestro, dopo due pareri non concordanti del Tribunale del riesame.



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22 settembre 2000


Il residence della 'mala'?
Una cittadella della sicurezza


"Mettiamo i carabinieri con caserma e abitazioni al Bologna Due", propone il sindaco di Calderara, Matteo Prencipe. E la Regione dà l'ok


Servizio all'interno


CALDERARA


Carabinieri fissi a Bologna Due



Che sia la volta buona?
Presto il residence della vergogna, l'alcova della 'mala' per antonomasia, potrebbe essere trasformato in una vera e propria cittadella della sicurezza.
La ricetta giusta per rivoltare come un calzino il famigerato Bologna Due di Calderara sembra averla trovata il sindaco del paese, Matteo Prencipe: Mettiamoci i carabinieri, con caserma e abitazioni, ha pensato il primo cittadino dei Ds.
E la risposta della Regione, che in un'altra circostanza aveva bocciato e rispedito al mittente un piano di riqualificazione urbana del complesso Garibaldi 2, questa volta non s'è fatta attendere.
Entro la fine del mese la giunta di viale Aldo Moro dovrebbe definire la cifra da stanziare a favore dell'intervento.
Prencipe incrocia le dita ma allo stesso tempo è fiducioso.
Sì, stavolta dovremmo esserci. Il nostro progetto è senz'altro fra i migliori a livello regionale. Abbiamo scelto di lavorare lungo due direttrici, puntando da una parte sulla riqualificazione urbana della struttura, dall'altra sull'aspetto della sicurezza.
Il piano prevede l'acquisizione da parte del Comune di una serie di mini alloggi per trasformarli in abitazioni da destinare alle famiglie che già vi risiedono e che durante i lavori verrebbero traferite in 'case-parcheggio' di edilizia residenziale pubbica.
Alcune banche – spiega il sindaco – hanno dato la disponibilità per concedere mutui a tassi agevolati ai proprietari, in modo che possano pagare la differenza sul valore del loro alloggio ristrutturato e ampliato.
I proprietari dell'hotel, inoltre, hanno accettato di sostenere parte della spesa per il suo ampliamento, mentre un'ala della struttura verrebbe assegnata ad alcuni artigiani che, con il tramite della Cna, hanno fatto richiesta di trasferirvi laboratori e famiglie.
Infine, l'aspetto più importante, sul quale il quale il sindaco di Calderara ha incontrato il 'sì' della prefettura.
Ossia la creazione di un modello di osservatorio della sicurezza attraverso il trasferimento nei locali del Bologna Due sia della caserma dei carabinieri sia del comando di polizia municipale.
Parte dell'albergo sarebbe adibito a uso foresteria e alloggio per le forze dell'ordine e le loro famiglie.
Costo complessivo dell'operazione: 48 miliardi, di cui il 60 per cento (29 miliardi) a carico dei privati, il 30% (14 miliardi) stanziato dalla Regione e il 10% (5 miliardi) dal Comune di Calderara.
L'attuazione del piano potrà essere distinta in due fasi, da concludere rispettivamente entro il 2003 e il 2007.



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21 luglio 2000


CALDERARA


La Regione promette di risanare il residence



La Regione farà la sua parte per la rinascita del Bologna Due, il residence di Calderara di Reno da anni luogo di degrado e in stato di quasi abbandono, dove numerose famiglie sono costrette a convivere con spacciatori e prostitute.
Il programma di riqualificazione del complesso di via Garibaldi 2 presentato all'amministrazione regionale dal Comune di Calderara (assieme a quelli di Anzola dell'Emilia e di Sala Bolognese) all'inizio del giugno scorso prevede un costo stimato in 48 miliardi, 28 a carico dei privati e 5 del Comune.
Il resto, quasi 15 miliardi, viene richiesto alla regione su vari capitoli di spesa, di cui l'edilizia residenziale pubblica (erp) rappresenta la fetta maggiore, quasi 11,5 miliardi.
Inoltre, per l'attuazione degli investimenti finalizzati alla sicurezza urbana, il Comune ha presentato una richiesta di finanziamento regionale pari a 2,2 miliardi.
Entrambi i procedimenti regionali - spiega Pier Antonio Rivola (Ppi), assessore regionale alla casa e alla riqualificazione urbana - sono attualmente in fase di istruttoria e dovrebbero concludersi entro il mese di settembre con l'assegnazione dei finanziamenti ai Comuni che risulteranno titolari delle proposte selezionate dalla giunta, che si avvale di un apposito nucleo di valutazione.
Nel nuovo Bologna Due ci saranno appartamenti per le forze dell'ordine e lavoratori in mobilità segnalati dalle associazioni economiche, oltre che la sede locale di carabinieri e polizia municipale.
Le parole di Rivola sono contenute nella risposta che l'assessore fornisce a una interpellanza di Bruno Carlo Sabbi, consigliere regionale del Pdci.
Rivola precisa che ci si ripromette di operare su tutti i fronti del degrado: urbanistico, edilizio, sociale, demografico, della sicurezza pubblica, modificando la situazione nel suo complesso e rimuovendo le cause che l'hanno prodotta.



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17 luglio 2000


CRIMINALITÀ


La notte dei lunghi coltelli



Se ne sono accorti i bambini.
Innocenti, loro.
C'è sangue dappertutto, sulle scale e nel corridoio, hanno cominciato a gridare alle 10,30 di sabato sera.
Sangue dove? Ma nel solito residence Bologna Due, a Calderara.
L'ex alveare delle lucciole, oggi in mano agli spacciatori, a sentire i residenti.
Ma sangue di chi? Di un nordafricano che probabilmente è tornato a casa conciato così.
La scia rossa si snoda tra il parcheggio e il secondo piano, dove si concentrano alcuni degli appartamenti messi sotto sequestro dalla magistratura.
Qualcuno ha chiamato l'ambulanza, il ferito ha rifiutato il ricovero e si è presentato al pronto soccorso da solo, un po' più tardi.
Gli inquilini normali purtroppo non si meravigliano.
È vero che oggi si vedono poche lucciole, tra i blocchi del palazzone.
Ma ci sono ben altri problemi.
Ci sono le siringhe e gli scambi di droga, con molti testimoni.
Appena una settimana fa il comando provinciale ha ordinato un controllo straordinario, spedendo sessanta carabinieri a controllare il residence.
I residenti, esasperati, invocano il piano di recupero straordinario e chiedono alla Regione di investire su Calderara.
Nel frattempo, si abituano a rivedere i carabinieri a notte fonda.
Sangue al Bologna Due e anche sulle scalinate di San Petronio, un'ora dopo, per una rissa a colpi di bottiglie.
Un marocchino di 20 anni e un algerino di 21 — entrambi clandestini — sono stati arrestati mentre un altro algerino, minorenne, è stato denunciato a piede libero ma trattenuto dalla polizia in attesa di poter eseguire un provvedimento di cattura emesso dalla magistratura di Torino.
All'arrivo del 113 quattro immigrati sono fuggiti.


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11 luglio 2000


IL CASO

Arresti domiciliari ridicoli



I carabinieri si sono presentati in forze (almeno sessanta uomini) alle 8 di ieri mattina.
Hanno trovato un bel po' di clandestini e anche una giovane donna albanese.
Lei ha aperto la porta del suo box, al secondo piano del residence Athena, a Calderara, e si è presentata così: Sono agli arresti domiciliari.
È stata condannata a scontarli lì dal giudice di un'altra città per una storia di hascisc. Molto hascisc, fa capire. Non c'è male.
Forse quel magistrato non sapeva che nel residence di Calderara — quello dove un tempo vivevano centinaia di lucciole — i residenti denunciano attività di spaccio.
Ma anche l'altro filone (quello classico, diciamo) continua a esistere sotto gli occhi degli inquilini "normali".
Il blitz in orario d'ufficio ha portato a controllare i box sigillati dalla magistratura e decine di stranieri.
Molti di loro sono stati denunciati perché clandestini.

Servizio all'interno


CALDERARA DI RENO


Dalla prostituzione alla droga

Il blitz dei carabinieri a Bologna Due ha svelato un cambiamento negli insediamenti della malavita extracomunitaria. Ora il residence è diventato il covo di piccoli e grandi spacciatori


Il carabiniere punta il mitra contro un vecchio materasso.
Se quel pezzo di gommapiuma fosse un testimone, potrebbe raccontare molto.
Un collega è chinato a cercare indizi in mezzo al caos.
Nella stanza c'è di tutto: bottiglie d'acqua, reti, vecchi giornali e chissà cos'altro.
Sono i resti del sesso a pagamento.
Sa di svendita.
In questo box e in molti altri, fino a qualche mese fa, giovanissime ragazze dell'est — sparite dove? — ricevevano i clienti.
Bologna due, scene da un interno.
Ieri mattina alle 8 nel residence Athena sono sbarcati decine di carabinieri.
Non è nuova.
Controllo straordinario, qualche assaggio c'era già stato domenica pomeriggio.
Poi il blitz alle 8.
Ma chissà dove sono a quell'ora da ufficio gli spacciatori che i residenti — gli inquilini normali — vedono ogni giorno...
In un paio d'ore vengono controllati decine di stranieri (albanesi, pakistani, rumeni, nordafricani).
Molti sono denunciati perché clandestini.
I carabinieri, che un mese fa qui fuori hanno disseppellito quasi un chilo di eroina, ispezionano gli appartamenti sequestrati dalla magistratura.
Cercano le prove di possibili incursioni.
Alle 9 una signora scende le scale di corsa e cinguetta: È sempre un piacere vedervi.
Un pakistano racconta di essere arrivato una settimana fa, qui ci sono amici e parenti.
Lavora come facchino.
Le donne adesso si vedono poco, assicura. Vuol dire "quelle donne".
Una giovane mamma marocchina esce di casa con due amiche e altrettanti bimbetti.
Il marito è metalmeccanico. Mio figlio più grande ha 14 anni — sospira — e ne ha viste anche troppe qui, di cose.
I corridoi dei "blocchi" sembrano discariche: c'è spazzatura abbandonata dappertutto.
L'impresa di pulizie non passa più perché nessuno paga.
L'Enel ha staccato la luce condominiale.
Viene da pensare — paradosso? — che fosse un esercito di prostitute a mantenere questo posto.
I ragazzi del battaglione, che accompagnano i veterani di Calderara e quelli della compagnia di Borgo Panigale, forse non sanno niente di quando qui si sparava, la notte, come nel Far West.
Altri tempi.
Adesso tutto sembra più tranquillo.
Da sottolineare "sembra".
Perché tre mesi dopo i sigilli ai box delle lucciole bisogna fare i conti con qualcosa che forse si vede meno ma è più preoccupante: lo spaccio di droga.
Abbiamo raccolto decine di siringhe, tra i garage e i prati qui attorno, protestano gli inquilini.
Che vedono anche altro.
I carabinieri tornano in caserma con una giovane rumena.
Ufficialmente clandestina. Professione?

Retata antilucciole



Continuano i controlli antiprostituzione disposti dal questore Argenio sui viali della città.
L'altra notte gli uomini del reparto mobile, che hanno setacciato il centro con quattro mezzi, hanno portato in questura 23 prostitute dell'est.
Le clandestine sono state espulse.
Nella retata notturna sono finite anche alcune giovanissime rumene "accasate" a Calderara.
È la prova, se mai ce ne fosse bisogno, che nel residence brillano ancora le lucciole.


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8 luglio 2000


IN PROVINCIA

Al residence di Calderara di notte è ancora Far West

Meno prostitute al residence Athena di Calderara, ma dilaga lo spaccio. Il barista vuole chiudere: 'Sparite le ronde dei carabinieri'


Servizio all'interno


CALDERARA DI RENO


Ma i papponi ci sono ancora



Se chiedi ai tunisini che a mezzanotte fumano nell'atrio del residence: ma è vero che qui si spaccia droga? Loro ti pesano con lo sguardo, concludono che la domanda è idiota e si affrettano a dire: Mai visto niente, noi facciamo i muratori.
Bisogna domandarlo ai residenti, quel che succede nelle notti di Calderara, attorno al residence Athena.
Va bene, a marzo la magistratura ha messo sotto sequestro decine di box, le case delle lucciole.
Va bene, se passi qualche ora tra i "blocchi" — leggi tra i piani — del palazzone, puoi confermare che non si vedono più i papponi albanesi e le loro schiave.
In compenso c'è gente che bighellona da un corridoio all'altro.
Chi vive qui denuncia: Lucciole e sfruttatori ci sono ancora, anche se si vedono meno.
Ma non è tanto questo a scaldare il comitato dei residenti.
Che piuttosto denuncia di dover fare i conti con un agguerrito gruppo di spacciatori e poi con intimidazioni, minacce, aggressioni e furti continui.
Ma se vai là, una notte come tante, cosa vedi, tre mesi dopo i sigilli? I soliti ubriachi, che gozzovigliano tra il bar e l'atrio.
Due mamme tunisine che si godono il fresco e le chiacchiere.
Molta sporcizia abbandonata dappertutto.
Qualche box ancora sigillato — pochi — ma soprattutto la faccia più che eloquente del barista che si sfoga: Basta, io me ne vado.
Sono bastati quattro mesi di prova per convincerlo che le migliori intenzioni non possono bastare.
Lui dice di avercela messa tutta, la buona volontà.
Quando tempestava di telefonate il Comune per avere la licenza a tenere aperto fino a mezzanotte.
Il barista ha cambiato idea.
Adesso chiudo in anticipo, confessa mentre serve l'ultimo cordiale a un cliente e riempie una pistola ad acqua lunga mezzo metro per la gioia di un bambino ma soprattutto del suo babbo.
Stanotte va anche bene, si fanno le guerre dei gavettoni.
Di solito è un'altra musica.
Ubriachi che scatenano risse, extracomunitari che basta una parola e ti combinano il finimondo.
Probabilmente il barista (foto a destra) avrebbe da scrivere un romanzo, sulle notti di Calderara.
Invece si limita a dire: Così non si va avanti. Me ne vado.
Poi, con un moto di ripensamento: Basterebbe che i carabinieri tornassero a fare le ronde, com'era prima.
Subito dopo i sigilli, il residence era più sorvegliato della fortezza Bastiani.
Pattuglie di militari — chiamavano i rinforzi anche dalla provincia — armati di lanterne per controllare che i box fossero sempre chiusi e annotare scrupolosamente tutti quelli (tanti) che erano stati violati (foto a sinistra).
La giovane moldava di 24 anni che aiuta il barista a chiudere bottega, dopo i gavettoni, racconta: «Anch'io lavoravo lΰ, sulla strada. Fino a due anni fa. Poi ho conosciuto un taxista. Adesso faccio le pulizie, a casa studiavo medicina. Vorrei lavorare con i computer...».
Per fortuna che ogni tanto, in mezzo allo squallore, s'affaccia — speriamo — anche qualche storia a lieto fine.
Però non è poi un idillio.
Cosa succede qui? Non so, non voglio saperlo. Io penso per me è la filosofia della ragazza. Come darle torto?



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4 luglio 2000


L'ALLARME

Ex residence Bologna 2:
Torna il clima insostenibile



Torna l'allarme all'ex residence Bologna 2.
Lo fa sapere l'associazione per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2: Dopo un breve periodo di relativa calma — si legge in un comunicato — il clima nel condominio di via Garibaldi 2 a Calderara di Reno θ ritornato insostenibile.
Pressocchè ogni giorno registriamo intimidazioni, minacce, aggressioni, danneggiamenti e furti.
Protettori e prostitute continuano la loro attività negli appartamenti di piccoli proprietari senza scrupoli, che sono stati dimenticati dai sequestri di fine marzo. Senza contare che i sigilli agli appartamenti già sequestrati vengono allegramente violati da malavitosi di ogni genere. Un agguerrito nucleo di spacciatori spadroneggia nello stabile.
Le risse continue mettono a rischio la vita soprattutto dei bambini e delle persone anziane più indifese. Siamo fortemente allarmati e avanti di questo passo non c'è da meravigliarsi se capiterà qualche grave fatto di sangue come è purtroppo spesso accaduto in passato.
Perciò chiediamo alle autorità di tornare ad intervenire in modo mirato, ad identificare ed espellere tutti i clandestini e clandestine che, in questo ultimo periodo di allentamento dei controlli, hanno ripopolato lo stabile.



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