NOTIZIE CALDERARA
GIUGNO 1998
Una proposta concreta contro il degrado
Documento d'indirizzo politico della Giunta sul recupero del "Bologna 2"
Il residence "Athena", piu comumente conosciuto come Bologna 2, dal nome della vecchia gestione, sorge isolato sulla strada che collega il capoluogo alla località di Lippo.
All'interno di questo immobile vi sono 194 monolocali suddivisi tra 133 proprietari, sia persone fisiche che persone giuridiche.
Fin dalla costruzione, di fatto, esso non ha mai funzionato regolarmente come residence, grazie soprattutto ad un fenomeno di vendite frazionate che ebbe inizio mentre i lavori di costruzione erano ancora in corso.
Il degrado fisico e sociale
di questa realta e sotto gli
occhi di tutti: all'interno di
esso convivono famiglie oneste
e laboriose con fenomeni di
delinquenza principalmente
legati allo sfruttamento della
prostituzione e allo spaccio di
sostanze stupefacenti.
Intervenire e cercare di trovare una soluzione al problema è un imperati
vo: sulla base del proprio programma politico 1'Amministrazione comunale
di Calderara di Reno ha scandagliato, in questi ultimi due anni, quali pates-
sero essere le strade percorribili.
Nel maggio dello scorso anno fu commissionato uno studio di fattibilità finalizzato alla predisposizione di un piano di recupero, sulla base del quale ricercare finanziamenti esterni al Comune.
È importante cercare di far confluire su questo progetto molteplici risorse, pubbliche e private, tendendo, nel contempo, a ricercare le soluzioni più idonee a far sì che non si ricrei la situazione attuale.
Uno dei motivi principali dell'attuale degrado è, indubbiamente, 1'altissimo carico abitativo a cui è sottoposto 1'immobile e 1'eccessivo frazionamento della proprietè che va da alcune di proprietari residenti, a proprietà singole o multiple che, a volte, oggettivamente tengono un comportamento che tende a lucrare sul degrado della struttura.
Se tutto cio è vero si tratta,
prioritariamente, di diminuire
il più possibile la parte
dell'immobile destinato a
residenza, incentivando,
attraverso opportune linee di
finanziamento 1'utilizzo
dell'edilizia agevolata/
sovvenzionata,
1'esodo verso i centri abitati di un certo numero di famiglie, per decongestionare la struttura.
Attraverso il sistema delle permute e/o di acquisto di alloggi si cercherà di far coincidere, tendenzialmente, la parte residenziale con la parte di proprietà pubblica, a presidio di un corretto utilizzo futuro.
A tale scopo potrebbe essere utilizzato 1'attuale corpo-scala C (attualmente composto da 86 monolocali) effettuando gli accorpamenti possibili dando risposta, prioritariamente, agli attuali proprietari residenti, che, per qualunque motivo, rientrassero nel1'immobile, anche in forma di affittuari di alloggi pubblici.
Il corpo scala B (34 monolocali) potrebbe essere destinato a residenza sanitaria assistenziale o, comunque, a struttura socio-sanitaria a gestione
pubblica, per la quale sarebbe possibile accedere a finanziamenti regionali.
Nel corpo scala A (74 monolocali) potrebbe permanere, essendo sul fronte
strada e vista anche la facilità di accorpamento fisico con 1'adiacente
struttura alberghiera, una destinazione trasformando gli attuali monolocali con angolo cottura in tradizionali camere d'albergo.
Nel corpo C, al piano terra, potranno essere ricavate strutture (sala riunioni, ludoteca, ecc.) che favoriscano momenti di socializzazione degli abitanti.
Ai proprietari residenti che dovessero rientrare nel loro appartamento andrà,
comunque, richiesto un adeguato sforzo finanziario per i lavori di ristrutturazione.
La strada che vogliamo intraprendere è lunga e irta di difficoltà.
Appare, dunque, indispensabile un impegno straordinario di tutte quelle forze, politiche e sociali, che hanno a cuore la soluzione di questa problema.
Riteniamo doveroso che tutti si impegnino, non solo nei confronti dei cittadini onesti che abitano in questo immobile, ma nei confronti di tutti i calderaresi che desiderano una soluzione a questo problema che ha ripercussioni negative sull'immagine e sulla vita del paese.
La Giunta comunale
Questo documento è il frutto della discussione avviata in Consiglio comunale il 3 marzo scorso sul problema del recupero del residence "Athena"
più comunemente conosciuto come "Bologna 2".
Il problema è sicuramente spinoso, ma non si può far finta che non esista.
Sulla base degli indirizzi qui contenuti, i tecnici incaricati e 1'ufficio tecnico comunale, stanno alacremente lavorando per presentare la richiesta di finanziamento riguardante la parte residenziale.
Intraprendiamo una strada lunga e difficile con la consapevolezza che non è più differibile una azione energica per cercare di avviare a soluzione questo problema e con la speranza di avere al nostro fianco tutte quelle forze socialie politiche, e sono tante nel nostro Comune, che hanno a cuore, così come la Giunta comunale, una soluzione che contribuisca a migliorare 1'immagine del nostra Comune.
L'opposizione che vogliono
Gentile redazione,
quello che è accaduto durante il Consiglio Comunale del 3 marzo scorso, è di una gravità inaudita.
I gruppi di opposizione, vale a dire Migliorare Calderara (rappresentato da Forza Italia e Cdu) e Alleanza Nazionale, sono stati costretti a votare un documento a scatola chiusa, senza aver avuto il tempo di studiarlo e proporre modifiche.
Alla faccia della democrazia di sinistra.
Beninteso, non si trattava di una delibera qualsiasi ma dell'approvazione di un ponderoso studio intitolato Recupero urbanistico del "Bologna 2", uno dei più gravi casi di degrado metropolitano in Emilia Romagna - Studio di fattibilità.
Per dirla in parole povere: la maggioranza che governa questo paese, dopo aver ignorato per decenni il bubbone dell'ormai famigerato residence, ha rifiutato di confrontarsi con le opposizioni sull'unico, vero grande problema che ha trovato lungo la sua "illuminata" gestione amministrativa.
Il pretesto ufficiale per un simile comportamento, censurabile sotto ogni punto di vista?
Che stanno scadendo i termini per ottenere eventuali finanziamenti dalla Regione.
Ma chi avrà la pazienza di leggere queste righe, deve sapere che c'è uno strumento, chiamato Commissione Consiliare, fatto apposta per discutere questioni di una certa rilevanza senza sprecare troppo tempo.
Ma loro, i democratici di sinistra, dovevano fare presto e quindi tanti saluti al nostro sacrosanto dovere di opporci con intelligenza.
Che volete, per chi amministra la cittadina con il più alto tenore di vita della regione (ve la ricordate quella simpatica ricerca di qualche anno fa?) queste sono quisquilie, pinzellacchere come amava dire Totò.
Noi, invece, democratici di centro e di destra, non siamo l'opposizione che sogna la maggioranza, accondiscendente e magari anche inesistente.
Noi esistiamo e facciamo il nostro dovere con i pochi strumenti che ci vengono generosamente elargiti.
Se poi anche quei pochi strumenti ci vengono sottratti con pretesti dell'ultima ora, dobbiamo reagire.
E la sera del 3 marzo ce ne siamo andati dall'aula al momento di esprimere il nostro parere: non potevamo votare a favore, né astenerci e neppure votare contro.
Riconfermando per l'ennesima volta la nostra solidarietà ai cittadini onesti del Bologna 2, per lustri dimenticati dall'amministrazione locale, non potevamo legittimare un'estorsione del voto su un problema che va risolto con il contributo di tutti, compreso il nostro.
Cari cittadini e lettori, fate un salto in Consiglio Comunale qualche volta: vi prometto che non vi annoierete.
Non mancano neppure momenti di comicità irresistibili.
Come quel consigliere della maggioranza che, tentando di trovare una giustificazione al menefreghismo della Giunta negli ultimi quindici anni, ha dichiarato che il Bologna 2 è la conseguenza della politica dell'Onu.
Ma vi rendete conto? Uno spasso.
Ultima nota.
La legge stabilisce che il consigliere comunale ha diritto di avere copia dei documenti utili alla sua funzione.
Chi scrive ha dovuto attendere tre mesi per ottenere quello che aveva chiesto, e per di più minacciando di ricorrere all'autorità giudiziaria.
La risposta del sindaco
La lettera del Capogruppo di "Migliorare Calderara" sul Consiglio comunale del 3 marzo scorso merita alcune precisazioni.
Da circa due anni l'Amministrazione comunale da me presieduta, e quindi da poco dopo il suo insediamento nel 1995, ha iniziato a studiare quali potessero essere le strade percorribili per cercare di risolvere questo problema, soprattutto riguardo alla possibilità di accedere a finanziamenti da parte di alcuni Enti, visto che l'entità delle risorse necessarie è incompatibile con la capacità di spesa del nostro Comune.
Alla fine del 1996 è stata approvata la legge sui cosiddetti "Contratti di quartiere" che prevede finanziamenti a fondo perduto per il recupero di ambiti urbani particolarmente degradati.
Su indicazione di funzionari della regione prendemmo in esame questa possibilità e, nel maggio dello scorso anno, affidammo l'incarico a due professionisti di redigere uno studio di fattibilità che, come dice il nome, è uno studio che serve a tracciare lo stato attuale della situazione e le varie proposte di soluzione percorribili.
La discussione tenutasi in Consiglio comunale lo scorso 3 marzo non era quindi il punto di arrivo finale ma, invece, il punto di partenza di una discussione che dovrebbe coinvolgere tutte le forze politiche e sociali del nostro territorio per cercare di risolvere questo grande e annoso problema.
Al di là delle disquisizioni sul tenore di vita del nostro Comune e sulle procedure, tutte peraltro rispettate, il dato vero che emerge è che l'opposizione ha preferito sottrarsi al dibattito e non ha avanzato proposte concrete, nemmeno nella successiva riunione congiunta delle commissioni consiliari permanenti, tenutasi il 22 aprile scorso.
Da questo punto di vista l'opposizione che io vorrei è l'esatto contrario di ciò che è successo in questo caso: ma questo non dipende solo da me.
Mi permetto inoltre di aggiungere che l'intervento del consigliere di maggioranza, richiamato nel finale della lettera, era di una complessità che forse è sfuggita al consigliere Girotti, facendo riferimento al fatto di come problemi di carattere globale (leggi le migrazioni dei paesi poveri verso i paesi ricchi) si scaricano spesso, in modo incontrollato, su piccole comunità, come la nostra di Calderara, e come sia difficile affrontare questi problemi alla radice, con ciò dimostrando uno spessore politico-culturale ben maggiore rispetto a quello proposto, in quella occasione, dalla minoranza consiliare.