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PORTICI 2000



Giugno 2000 Aprile 2000




Giugno 2000


UN'ESTATE SPECIALE


... E L'INVITO SI ESTENDE IN PROVINCIA



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Teatro, poesia e recital


Curiosando nel cartellone estivo di Invito in Provincia (interamente inserito nel programma di Bologna 2000 e articolato in realtà tra maggio e dicembre) spiccano infatti, in primo luogo le rassegne teatrali, quasi sempre concepite su eventi capaci di valorizzare gli spazi della drammatizzazione.
È il caso di Confini alla Deriva, un "festival dei luoghi" che la compagnia bolognese Teatro Reon ha presentato in maggio a Calderara di Reno utilizzando edifici di interesse artistico e storico, ma anche emblemi delle contemporanee problematiche di degrado sociale.
Se così l'Amleto del Teatro-Danza della "Lilia Abatajeva Company" di Sofia ha ascoltato l'eco inquieto delle proprie domande rimbalzare dalle pareti del Magazzino Comunale, il progetto di ricerca teatrale sulle realtà dell'immigrazione di Giorgio Simbola, intitolato Come è fatta la terra di mio padre?, è stato ambientato nel condominio Garibaldi 2 (l'ex Bologna 2).

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BLOG Per la rinascita del Garibaldi 2





Aprile 2000


Come si organizza il territorio


Anche nei Comuni prendono corpo numerose iniziative, nella consapevolezza che non ci sono scorciatoie


C'è chi invoca una maggiore presenza delle forze dell'ordine, chi munisce la propria casa di impianti d'allarme e sbarre alle finestre, e perfino chi propone "ronde" notturne contro i malintenzionati.
E pensare che un tempo, nei paesi di provincia, si usava lasciare la porta di casa aperta e la chiave infilata nel cruscotto dell'auto!
Un tempo neanche troppo lontano, in verità.
Quando il fenomeno microcriminalità sembrava una prerogativa delle metropoli e i reati, in collina e in pianura, si limitavano ai furti nelle seconde case.
Il quadro oggi è molto cambiato.
Le cronache degli ultimi mesi ci mostrano infatti una provincia che rivaleggia sempre più col capoluogo per furti e rapine.
Basti pensare che nell'ultimo anno il numero dei reati ha registrato una preoccupante impennata, a fronte di un calo in città.
Di fronte al crescente senso d'insicurezza dei loro cittadini, i Comuni corrono ai ripari.
Molti potenziano l'illuminazione, alcuni consorziano i corpi di Polizia Municipale, altri cercano sinergie con le forze dell'ordine, altri ancora ricorrono all'ausilio di telecamere; qualcuno si è anche dotato di un vero e proprio "piano" per la sicurezza.
Con un unico obiettivo: combattere il senso d'insicurezza che attanaglia i cittadini, cercando di garantire loro una vita "non blindata".
A Casalecchio, ad esempio, i cittadini hanno a disposizione una unità mobile della Polizia Municipale (dislocata a giorni fissi in punti cruciali della città) per fare segnalazioni ed esporre problemi, nonché un numero verde "S.O.S. Sicurezza" per richiedere interventi nelle situazioni più a rischio.
Il Comune punta molto anche sull'azione che potranno svolgere due figure assolutamente nuove: gli "street walker" (operatori di strada), impegnati a contattare i gruppi spontanei di giovani, e i "mediatori sociali", che dovranno cercare di prevenire e comporre potenziali conflitti fra cittadini, individuando una mediazione reciprocamente conveniente.
Questi progetti - spiega il sindaco di Casalecchio, Luigi Castagna - si affiancano ad una concreta iniziativa, articolata e diffusa, di prevenzione delle cause e dei fenomeni delinquenziali, avviata da tempo. Da un paio d'anni infatti, in seguito all'allarme suscitato dal furto dei cartellini anagrafici e dall’incendio nel municipio, abbiamo iniziato la " bonifica" delle zone marginali, potenziato la rete dei centri sociali e sviluppato politiche sociali volte all'integrazione.
Molto si è fatto anche per diffondere, soprattutto fra i giovani, la "cultura della legalità"; mentre per gli anziani, da sempre una delle fasce più esposte al rischio di furti, borseggi, truffe e raggiri, è stato redatto un opuscolo contenente alcuni "consigli" utili per una maggiore autotutela.
L'allarme microcriminalità ha toccato anche un comune, come Bentivoglio, che fino a pochi mesi fa sembrava un'isola felice.
Questo spinge ad allentare le relazioni sociali, le comunità si sentono meno coese - osserva il sindaco, Fabrizio Sarti - e anche i rapporti tra cittadini e istituzioni diventano difficili. C'è una percezione di insicurezza che, come gravità, va sicuramente al di là dei singoli episodi, anche dei danni patrimoniali che vengono arrecati.
La risposta del Comune è in un pacchetto di interventi da attuare a breve: maggiore collaborazione e coordinamento fra Comune e forze dell'ordine, realizzazione assieme ai Comuni vicini di un unico corpo di Polizia Municipale, istituzione di un numero verde cui rivolgersi in caso di necessità.
Sarti auspica anche un contratto per la sicurezza d'area, alla francese, che metta in campo risorse e attori diversi, sia sul fronte del contrasto della criminalità che su quello della prevenzione.
Prevenire è meglio che limitarsi a reprimere.
Ne è convinta l'amministrazione comunale di Imola che, di fronte all'acuirsi degli atti di cosiddetta microcriminalità, ha varato il progetto "Imola città sicura".
La novità più significativa è rappresentata dal vigile di zona, che opererà in centro storico divenendo un punto di riferimento importante per i cittadini.
Al vigile di zona, partito in via sperimentale all'inizio dell'anno, fanno capo competenze diverse, che vanno dalla viabilità al commercio, dall'uso del territorio al controllo dei cantieri; ma il suo ruolo è molto più importante.
Personalizzando la presenza pubblica in quell'area, permette infatti di dare un senso di protezione ai cittadini.
Negli ultimi tempi gli atti di cosiddetta microcriminalità - afferma il sindaco Massimo Marchignoli - si sono accentuati anche da noi. Siamo consapevoli che non esistono soluzioni radicali, ma bisogna lavorare sia sulla repressione che sulla prevenzione. Il progetto "Imola città sicura" è la prima risposta concreta ad un allarme che è cresciuto fra i cittadini, per quanto la situazione non sia ancora esasperata. Il progetto prevede anche l'adozione di una Carta dei servizi della Polizia Municipale, che consente di aprire un nuovo dialogo con i cittadini, e la sottoscrizione di un protocollo d'intesa con la Prefettura di Bologna, per valorizzare l'integrazione fra le diverse forze di polizia. Infine, si punterà sulle nuove tecnologie: il bilancio 2000 vede infatti un investimento di 250 milioni per la messa in rete della Polizia Municipale e per l'acquisto di telecamere da sistemare nei punti critici della viabilità.
L'attenzione del Comune al tema della sicurezza si è espressa anche attraverso diversi incontri nei "forum" cittadini e con i sindaci del Circondario, al fine di diffondere una nuova cultura della sicurezza senza "drammatizzare" il problema; per parlare di sicurezza è giunto in città anche l’onorevole Marco Minniti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Quando cresce l'allarme - osserva Marchignoli - c'è sempre il rischio che i cittadini chiedano delle scorciatoie, facendo l'equazione immigrazione uguale delinquenza. Penso a richieste su come schediamo gli extracomunitari o chiudiamo le città, che servirebbero solo ad iniettare nella società elementi di una cultura dell'intolleranza. Così facendo si aggraverebbe un problema che si può risolvere solo attraverso politiche sociali e del lavoro.
Dalla collina alla "Bassa", dai comuni più isolati a quelli più vicini al capoluogo, da quelli più piccoli a quelli più popolosi, l’offensiva della microcriminalità non registra praticamente zone d'ombra.
Un invito a potenziare la presenza delle forze dell'ordine anche nelle zone più "periferiche" giunge dai sindaci dell'alta e media Valle del Reno e del Savena.
Per controllare un territorio così vasto - afferma Luciano Poli, sindaco di San Benedetto Val di Sambro - è necessario che gli organici delle stazioni dei Carabinieri siano completi per tutto l'arco dell’anno; purtroppo nei mesi estivi vediamo che vengono quasi dimezzati. Mentre qualcuno ha perfino cercato di organizzare delle ronde notturne.
Il Comune ha provveduto a creare un unico corpo di Polizia Municipale assieme a Castiglione dei Pepoli.
Aumentano i reati e calano le forze dell’ordine, - dichiara il sindaco di Vergato Pasquale Colombi -. Se la periferia non gode della stessa attenzione del centro, finisce che la complessità si sposta dalle città verso i comuni periferici, senza che noi abbiamo gli strumenti per combatterla. Di fronte ad una situazione che si fa ogni giorno più critica, ho sollevato il problema della sicurezza dei nostri abitanti a livello politico, perché sul piano pratico, come amministrazioni comunali, possiamo fare ben poco.
E il Prefetto ha assicurato che il presidio delle forze dell'ordine verrà potenziato; in particolare, sarà garantita una maggiore presenza dei Carabinieri (a Vergato ha sede il Comando di Compagnia dei Carabinieri, che presidia 13 comuni).
Assistiamo a scorribande - dice Colombi - messe in atto da malavita che viene da fuori e, subito dopo aver colpito, lascia il territorio.
Per capire la gravità della situazione basta scorrere i dati più recenti.
Nei primi due mesi dell'anno sono stati consumati ben 32 furti, più della metà di quelli contati lo scorso anno (58); complessivamente, i delitti di gennaio e febbraio toccano quota 48, quasi uno al giorno.
Intanto, il Comune di Vergato ha potenziato l'illuminazione notturna nei paesi, aumentato i controlli sulle residenze e ampliato l'orario di lavoro dei vigili.
Gli edifici pubblici, inoltre, sono stati dotati di sistemi di allarme, e parallelamente si è cercato di sensibilizzare l'opinione pubblica.
Il sindaco Colombi ha anche chiesto il coinvolgimento degli agenti della Polizia Ferroviaria di Porretta, che potrebbero svolgere un'utile azione di controllo nelle stazioni della linea Porrettana.
Non esistono ricette pronte. Di fronte ad atti di natura diversissima, occorre di volta in volta inventarsi le soluzioni più adatte.
Chi parla è il sindaco di Loiano, Diana Colazzo.
Anche qui il problema microcriminalità è balzato alla ribalta da circa un anno: un crescendo di furti, uniti ad atti vandalici, che ha fatto maturare un senso di insicurezza fra gli abitanti del grosso centro collinare.
Da allora il Comune ha moltiplicato le iniziative (assemblee, incontri con i cittadini) volte a stimolare atteggiamenti autoprotettivi nella comunità e a promuovere una cultura della sicurezza.
Né ronde né inferriate, ovviamente.
Da un lato, quindi, essere consapevoli che certe abitudini (ad esempio lasciare la chiave nella porta!) favoriscono il crimine, dall'altro sapere a chi rivolgersi in caso di segnalazioni e come fornire le indicazioni giuste (è stato anche distribuito un apposito volantino).
Contemporaneamente è partito un ciclo di conferenze dedicate alla qualità della vita, che affronta le varie facce del problema sicurezza.
Contro il degrado e il senso di non appartenenza che può caratterizzare un territorio come il nostro, a forte mobilità sociale, - spiega Diana Colazzo - è necessario che si diffonda una cultura complessiva della sicurezza. Bisogna fare leva sulla risposta collettiva, in modo da sviluppare una maggiore attenzione a ciò che succede attorno a noi.
Accanto alla risposta collettiva, c'è quella istituzionale.
La Polizia Municipale opera già in raccordo con la locale stazione di Carabinieri; è stato inoltre elaborato un calendario congiunto - fra le Polizie di Loiano, Pianoro, Monghidoro, Monterenzio - per i controlli sulla statale della Futa, che con la bella stagione si trasforma in una pista per auto e soprattutto moto lanciate a tutta velocità.
Integrando i controlli con quelli attuati da Carabinieri e Polizia Stradale, sarà possibile coprire tutti i fine settimana.
Un'altra importante iniziativa è la realizzazione di uno stradario della zona: una "mappa" dettagliata delle strade di tutte le frazioni, spesso difficili da individuare, che potrà garantire una maggiore rapidità degli interventi; la "mappa" sarà presto al centro di un corso di formazione, curato dagli operatori del 118 e rivolto ai Carabinieri di Loiano, Monghidoro e Monterenzio.
La strada dei "consorzi" fra Polizie Municipali è una delle più battute, in più parti della provincia, per fronteggiare l'offensiva della microcriminalità.
A questo proposito, il sindaco di San Lazzaro di Savena, Aldo Bacchiocchi, dice: “Anche se i dati forniti dal Comando dei Carabinieri evidenziano una relativa diminuzione di scippi, furti e altre patologie, non v'è dubbio che siamo di fronte ad un allarme sociale, dovuto sia ad ondate di furti realizzati o tentati in appartamenti, sia a qualche assembramento notturno di prostitute in certe aree del comune. Siamo impegnati a far penetrare la cultura della sicurezza urbana in tutti i settori dell'Ente locale, perché affrontare il tema della sicurezza significa realizzare un senso di comunità e di vita di relazione più intenso. Vogliamo quindi calare le tematiche della sicurezza urbana nell'attività ordinaria di tutti i settori della Pubblica Amministrazione; al di là di questo, il prossimo bilancio del Comune avrà un punto specifico dedicato alla sicurezza.
Un caso un po' speciale, nel panorama della provincia, è quello di Calderara di Reno, le cui vicende legate al residence Bologna 2 hanno ormai valicato i confini regionali.
Calderara, si sa, "fa spesso notizia".
Criminalità dilagante, precarie condizioni igienico sanitarie, alloggi fatiscenti per persone senza regolare permesso di soggiorno, prostituzione provocatoriamente sbattuta in faccia all'intera comunità: tutto ciò è ordinaria amministrazione nello stabile nato come casa-albergo e da tempo consegnato al degrado.
Per risolvere questa situazione ormai incancrenita, il Comune ha elaborato un progetto di riqualificazione urbana, cui sono affiancati anche progetti in ambito culturale, sportivo e del tempo libero, volti a garantire normali condizioni di vivibilità e di aggregazione sociale per tutti i cittadini, evitando processi di marginalizzazione.
Il nostro è uno dei comuni più ricchi della provincia - sottolinea il sindaco, Matteo Prencipe - dove sono presenti ben 1.500 imprese artigiane, industriali e commerciali che danno lavoro ad oltre 5.000 persone. Vogliamo mantenere quelle condizioni di vivibilità che hanno consentito di attirare nella nostra area investimenti e capitali. In questa ottica, sono stati potenziati i servizi sociali e istituiti dei progetti di educazione alla legalità, di sostegno alle vittime dei reati, di promozione dell'interculturalità; molto è stato fatto anche per aiutare le prostitute a liberarsi dai trafficanti e dagli sfruttatori.
Recentemente è stata anche attuata una convenzione con gli altri Comuni dell'area persicetana, che vedrà i corpi di Polizia Municipale operare assieme per assicurare una migliore vigilanza urbana.
Che il problema di Calderara sia il residence Bologna 2 lo dimostra anche il fatto che basta spostarsi di pochi chilometri, a San Giovanni in Persiceto, per trovare una situazione diametralmente opposta, che potremmo definire quasi idilliaca.
Qui, ad esempio, lo spaccio di stupefacenti e la prostituzione non sono ancora arrivati; la microcriminalità è ancora quella di tipo tradizionale, fatta di furti nelle abitazioni e sulle auto.
Anche se non bisogna sottovalutare il problema dei furti negli appartamenti - dichiara il sindaco, Paola Marani - la situazione a Persiceto è sicuramente meno preoccupante che nelle realtà vicine.
Nel dar vita a questa autentica "mosca bianca", un ruolo fondamentale lo ha avuto la politica della "tolleranza zero" nei confronti di ogni forma di illegalità, a partire dall'abusivismo commerciale.
Grazie ad una stretta collaborazione fra Comune e forze dell'ordine, è stato possibile stroncare sul nascere fenomeni che avrebbero potuto degenerare, ripristinando tempestivamente la legalità.
Il Comune ha anche cercato di fronteggiare le nuove emergenze sociali con interventi volti a favorire l'integrazione scolastica e prevenire il disagio giovanile, con progetti di riqualificazione urbana e interventi sociali sul lavoro e sulla casa.
A Bologna intanto, dove lo scorso anno la microcriminalità ha registrato una battuta d'arresto, si tirano le somme dei primi mesi di lavoro dell'assessorato alla sicurezza.
E il bilancio, assicura il vicesindaco Salizzoni, è positivo, con un assessorato impegnato a svolgere il proprio compito senza sovrapporsi alle forze dell'ordine, con le quali è in atto un'ottima collaborazione.
L'assessorato, da parte sua, è chiamato ad un'opera di prevenzione, che passa attraverso un'informazione "trasversale" a tutti gli assessorati.
L'obiettivo è infatti evitare lo sviluppo di condizioni di pericolo.
Anche il vigile di quartiere - avverte Salizzoni - non è la soluzione del problema, ma è utile perché da un lato garantisce una presenza rassicurante, dall'altro collabora con le forze dell'ordine. Certamente, non potrà fare quello che dobbiamo fare come Amministrazione: riordinare e riequilibrare la città.


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