La Prealpina 2005
6 marzo 2005
IL PERSONAGGIO
Clochard di Paruzzaro paladino degli inquilini bolognesi
Vive di elemosina da 25 anni, ma è riuscito ad allontanare la microcriminalità dal suo quartiere
BOLOGNA. Angelo si è laureato al Dams, il corso in discipline delle arti, musica e spettacoli di Bologna, con 110 e lode
Ha vissuto gli anni della contestazione studentesca.
Ma è originario dell'Aronese, di Paruzzaro.
E' diventato il portavoce dell'associazione che riunisce gli inquilini del suo condominio, e da anni si batte per liberare lo stabile da prostitute e spacciatori.
Angelo però ogni giorno ferma le persone che camminano sotto i portici di Bologna, allunga la mano allunga la mano e dice: Aiutami sono messo male.
Ha 45 anni e vive chiedendo l'elemosina. Quella frase è il suo simbolo.
Nello slang bolognese rappresenta uno stato di malessere generale, una situazione complessiva, non solo fisica - racconta -: e io non mi sento bene di sicuro.
Mentre lo dice un sorriso spunta dal suo barbone nero.
Perchè nonostante tutte le attività che faccio adesso e le mie competenze, i miei trascorsi non lineari non mi danno la possibilità di fare altro. Il mio "curriculum" sono 25 anni passati cosi - spiega alludendo alla richiesta di carità -, ti dicono vai a lavorare, ma quando sanno che hai sempre fatto quello, quello è l'unica cosa che puoi fare.
Per Angelo Rizzi chiedere la carità è comunque "un lavoro". Certo, flessibile. Lo faccio dove voglio, quando voglio.
In genere, sette giorni su sette, nella zona del portico del Pavaglione, cuore chic dello shopping bolognese.
A volte la gente ha paura, i bolognesi negli anni sono diventati meno tolleranti.
La città è più pericolosa, loro hanno più paura.
Ma in tanti anni Angelo non ha ancora imparato a capire, mentre allunga una mano, se la persona che ha davanti metterà la mano in tasca: La gente, ancora, è capace di stupirmi.
Quella frase: aiutami, sono messo male, l'ha calibrata sui bolognesi.
Chi non è della città non la capisce - racconta - mi chiedono se sto male, se voglio essere accompagnato all'ospedale. E io gli spiego che qui è un modo di dire. che non sto male fisicamente.
Aveva iniziato dicendo: Sono disoccupato, aiutami., Poi pero hanno iniziato a rispondermi anche io sono disoccupato. Ho dovuto cambiare fase. Il sorriso diventa una risata.
Bologna oramai è la sua città.
Ci è arrivato dopo il diploma, liceo classico di Arona.
Voleva studiare astronomia, frequentava l'osservatorio di Varese.
Bologna era una delle pochi sedi italiane di facoltà di astronomia.
Angelo a 16 anni a Varese frequentava anche gli ambienti della Autonomia Operaia.
Nel '77-'78 Bologna, nel movimento antagonista, esercitava un certo fascino. Stelle e contestazione. voilà, la mia scelta era fatta.
Quando arriva a Bologna lo studente Angelo Rizzi deve affrontare tutti i problemi del fuorisede: pochi soldi, affitti carissimi, la trafila del posto letto.
Angelo a Bologna si perde si perde. Ho vissuto dieci anni per strada: parchi, case occupate.
Ha un compagno fisso, l'alcol.
Inizia a chiedere stabilmente l'elemosina.
La prima volta era stata sul metro a Parigi, durante il viaggio dopo il diploma. Allora faceva parte del retroterra culturale della contestazione, il rifiuto del lavoro salariato.
Nel 1989 Angelo ha già perso tutti i contatti con la famiglia in Piemonte.
E' un etilista. Una sera mi ha raccolto una ambulanza col cucchiaino. Il medico mi ha detto che erano riusciti a salvarmi, ma non erano sicuri di riuscirci un'altra volta. Mi sono convinto che era meglio lasciare la strada.
Ma Angelo non ha lasciato posti e amici cari. Ho continuato a frequentare gli stessi luoghi, le stesse persone. Invece di bere vino, prendevo un succo di frutta.
Ha ripreso contatti con la famiglia.
Si è iscritto all'università, ha comperato una roulotte.
Per un po' l'ha parcheggiata in uno stabile occupato.
Poi nel campo di una famiglia Sinti.
Per due anni ha vissuto in uno studentato.
Nel 1994 è approdato al Bologna 2, residence di Calderara di Reno, noto in passato per problemi di microcriminalità.
Angelo a quella situazione non ci si è rassegnato.
A prostitute e spacciatori ha opposto comunicazione, attività culturali, vita sociale.
Assieme agli altri inquilini dei 194 monolocali ha dato vita ad un comitato spontaneo diventato poi "Associazione per la rinascita del Bologna 2".
Ne è diventato il portavoce. Ha costruito un sito internet di cui è webmaster per raccontare a istituzioni e stampa quello che succedeva nel condominio.
Ha attirato attenzione. Le forze dell'ordine si sono mosse, le istituzioni pure.
Operazioni di polizia e carabinieri hanno ridotto l'impatto della criminalità.
Le iniziative culturali hanno rotto l'impatto l'isolamento sociale dello stabile.
Nel 2000 inquilini, Regione, Prefettura, Comune e Provincia hanno sottoscritto un accordo per riqualificazione urbanistica, strutturale e sociale dello stabile.
I proprietari pagheranno di tasca loro parte dei lavori e saranno realizzate una sede per i vigili urbani e una caserma dei carabinieri.
Una volta c'erano le file di prostitute e gli spacciatori - racconta - adesso ci sono sette ragazzi, marocchini, italiani e pakistani, che alla mattina vanno alle superiori. I testimonial migliori del nostro successo. Il mio impegno è rivolto alla situazione del Bologna 2 - conclude -. C'è ancora da lavorare parecchio con la gente che ci abita e che ha prospettive in quel luogo. Io, per ora, sono lì.