COMUNI DI
ANZOLA DELL'EMILIA
CALDERARA DI RENO
SALA BOLOGNESE
LEGGE REGIONALE 3 LUGLIO 1998 N. 19
NORME IN MATERIA DI RIQUALIFICAZIONE URBANA
PROGRAMMA DI RIQUALIFICAZIONE URBANA
AMBITO PERSICETANA EST
Consulenza a cura di
Arch. Piergiorgio Rocchi
Ing. Franco Taddia
1. PREMESSA
L'ambito proposto interessa parti dei territori di tre comuni: Anzola dell'Emilia, Calderara di Reno, Sala Bolognese.
L'intenzione dei comuni interessati è quella di definire un ambito di applicazione della legge regionale 19/98, che ricomprenda al suo interno problematiche di riqualificazione territoriale ed urbana le quali assumono un significato particolare se inserite in una dimensione metropolitana, se vengono cioè riferite al contesto metropolitano bolognese di cui fanno a pieno titolo parte.
Così facendo si propone di dare all'ambito di applicazione dei contenuti legislativi una valenza territoriale, in cui fenomeni apparentemente isolati o non tradizionalmente inquadrabili come 'urbani', (cercando cioè di uscire dalla strettoia di riferimenti legislativi in merito a territori urbanizzati o meno), acquistano un significato dimensionalmente corretto e una loro 'valenza'
metropolitana proprio alla luce degli obiettivi dichiarati dalla L. 19/98 (si veda anche la deliberazione della G.R. n. 1204 del 13 luglio 1999) è cioè la qualità ambientale, quella sociale e quella architettonica.
Non si possono, infatti non cogliere le sinergie esistenti sul territorio tra fenomeni territoriali ed insediativi e quindi la possibilità concreta di attivare politiche d'intervento conseguenti al riconoscimento di particolari stati di disagio.
2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E URBANISTICO
Per quest'area il PTI, delineava il seguente scenario in termini di obiettivi:
6) Per gli insediamenti lungo la via Emilia (Anzola/Lavino) e per quelli lungo fa Persicetana e la zona di Calderara, si configurano regole di sviluppo simili:
- cogliere per Anzola/Lavino e per Calderara, l'opportunità offerta in prospettiva dalla costruzione delle rispettive 'circonvallazioni' per riqualificare i nuclei di più vecchio impianto e gli assi stradali storici come strade urbane vivibili;
- creare fasce di rispetto alberate lungo le nuove infrastrutture;
- prevedere uno sviluppo di Anzola/Lavino e di Calderara, anche in termini limitatamente espansivi, che trovi i suoi limiti fisici nella chiusura di un disegno urbano e nell'utilizzazione di aree interstiziali, nelle quali le forme del paesaggio agrario e dell'assetto produttivo agricolo sono già compromesse da disordinati insediamenti o lo saranno dalle circonvallazioni stradali previste;
- utilizzare le quote di sviluppo consentite dai limiti di cui sopra essenzialmente nella direzione delle funzioni residenziali e terziane, non ravvisandosi motivazioni per la dislocazione di nuovi insediamenti produttivi in località così centrali, al di là dei completamenti pianificati o di esigenze specifiche di attività già insediate in queste località;
- valutare lo sviluppo di Anzola anche sulla base della programmazione del S.F.R., che prevede una stazione all'altezza del Capoluogo. Lo sviluppo del centro abitato, il suo sistema di relazioni, la sua qualificazione e la localizzazione delle diverse funzioni dovrà essere rapportata al migliore utlizzo del mezzo ferroviario per gli spostamenti;
- salvaguardare le residue visuali della Via Emilia e dalla Persicetana verso i cunei di territorio agricolo relativamente integro che si stendono in particolare dal lato sud di ciascuna delle due arterie;
- evitare ogni ulteriore dispersione insediativa lungo queste due direttrici, al di fuori dei centri maggiori gìà citati, fermando le spinte allo sviluppo di tutti i nuclei minori, quali Ponte Samoggia sulla via Emilia e San Giacomo Martignone lungo la Persicetana; per Tavernelle risulterà plausibile una crescita contenuta solo dopo che sarà stato attivato il S.F.R cadenzato;
- salvaguardare da qualsiasi nuovo insediamento non agricolo tutta l'area che possa eventualmente essere interessata direttamente o indirettamente da ipotesi di sviluppo anche a lungo termine dell'aeroporto G.Marconi, anche in mancanza di valutazioni di fattibilità o di opportunità di tali ipotesi, assumendo a riferimento i parametri igienico sanitari di legge(...). Lo stesso sviluppo del sistema insediativo di Calderara dovrà avvenire sulla base di valutazioni di compatibilità ambientale e igienico-sanitario con le ipotesi progettuali formulate dalla S.A.B.
- valorizzare, in termini di riuso per funzioni urbane di pregio e in termini di ricostruzione paesaggistica, il patrimonio di grandi ville e palazzi storici nella campagna, patrimonio che in questo quadrante è particolarmente ricco e in alcuni casi compone estesi sistemi di campagna-parco (a Calcara, a Sacerno, a Tavernelle, alle Budrie, ecc.);
- evitare qualsiasi ulteriore espansione nella zona di Lippo e nelle aree industriali di San Vitale di Reno, dove si ricade sui terreni fragili e permeabili del conoide del Reno.
La direttrice Persicetana, caratterizzata com'è dalla presenza di un complesso intreccio infrastrutturale, definito come "Corridoio intermodale Dorsale Centrale", presenta una rete territoriale, infrastrutturale locale, che connette funzionalmente i territori comunali interessati, in particolare in una fascia territoriale che si può individuare come generata dalle due principali vie di comunicazione: la Persicetana e la Ferrovia Bologna-Verona e che si estende da una parte fin verso Sacerno e dall'altra fino ad un confine individuato nel canale Dosolo.
Attorno a queste due linee ruota un'organizzazione territoriale che sia nei tessuti propriamente urbani, (residenziali, produttivi, etc), sia in quelli extra-urbani, presenta peculiarità proprie molto articolate, come già riconosceva lo stesso Piano Territoriale lnfraregionale.
Esistono, frutto spesso di logiche insediative ormai superate, 'Zone Produttive' condivise fisicamente da più comuni e che presentano fenomeni di degrado insediativo, esistono episodi storici che sono anch'essi condivisi da più comuni, esistono opzioni infrastrutturali: come la nuova stazione di Tavernelle (già progettata e finanziata), o a livello stradale il miglioramento della percorribilità di via Stelloni-Ponente (a Calderara di Reno), ed il cavalcaferrovia sulla via Valtiera, allo stesso modo interessanti diverse realtà comunali, esistono insediamenti residenziali che necessitano comprovatamente di interventi di recupero e che hanno effetti diffusivi del loro stato attuale di degrado che travalica l'ambito comunale (è il caso Calderara, via Garibaldi, Tavernelle ma anche di S.Giacomo Martignone).
D'altro canto anche le valenze storico-insediative, riferite al vasto patrimonio edilizio sparso, così diffuse sul territorio in oggetto non sono affrontabili, con politiche di recupero e riassetto, se non in una logica sovracomunale, è il caso di Villa Terracini, di villa Paleotti, le torri di confine, sempre a San Giacomo Martignone.
3. ARTICOLAZIONE DELL'AMBITO.
L'ambito territoriale individuato e proposto ai fini dell'articolazione delle tematiche progettuali viene ripartito in tre sub-ambiti che corrispondono sostanzialmente alle parti territoriali dei tre comuni;
all'interno di ogni sub-ambito vengono descritti i singoli obiettivi.
Il primo ambito è quello Anzolese, al cui interno sono da evidenziare gli obiettivi di riqualificazione urbanistica collegati all'insediamento di San Giacomo Martignone e alla sua crescita:
- completamento del recupero della ex scuola adibita a centro di accoglienza e sua integrazione con il tessuto residenziale circostante;
- integrazione del complesso ex rurale in corso, nell'ambito di convenzione con privati;
- recupero della antica torre di confine di San Giacomo
Il secondo ambito è quello di Calderara di Reno, al cui interno sono da evidenziare i seguenti obiettivi:
- recupero del complesso denominato Garibaldi 2;
- interventi di adeguamento alla via Stelloni-Ponente;
- superamento del passaggio a livello sulla Via Valtiera e nuovo raccordo con la Persicetana;
- Nuova Stazione di Tavernelle;
- Raccordo funzionale e qualitativo tra le zone produttive 'Verde' (di Calderara di Reno) e la
zona produttiva 'Stelloni' (di Sala Bolognese)
Il terzo ambito è quello di Sala Bolognese il quale condivide con il comune di Calderara gli obiettivi n. 2, 4 e 5.
Per ogni ambito si individuano i relativi programmi che nel seguito sono articolati in:
- obiettivi:
- qualità ambientale
- qualità sociale
- qualità architettonica
- risorse finanziarie già programmate
- tempi
4. PROGRAMMI PROPOSTI
4.1 PROGRAMMA RECUPERO E RICUCITURA DEI TERRITORI DI CONFINE.
Premessa:
Il territorio di confine tra la località di Tavernelle Emilia (Calderara di Reno) e Osteria Nuova (Sala Bolognese) manifesta carenze urbanistiche e ambientali, i due territori cresciuti in modo autonomo e slegato, senza una complessiva opera di coordinamento soprattutto a livello infrastrutturale e logistico.
Il territorio presenta un confine molto frastagliato e il territorio urbano dei due comuni si mischia, senza soluzione di continuità, sia nella porzione residenziale che in quella produttiva.
Le strade sono a loro volta comprese nei due territori e oggetto di interventi manutentivi occasionali e scoordinati.
Forte è l'esigenza di rafforzare il sistema logistico, sia con il potenziamento della viabilità carrabile esistente, sia con la realizzazione della nuova fermata del S.F.R.
sul fronte viabilistico sono in programma interventi che possono incidere sulla qualità ambientale della zona permettendo collegamenti efficienti e riducendo il carico sulle porzioni residenziali della zona (cavalcaferrovia lungo la via Valtiera e razionalizzazione dell'intersezione con la SS "Persicetana", rettifica e ampliamento della via Stelloni Ponente che si colloca sul confine dei due territori e che collega gli abitati di Sala Bolognese e Calderara di Reno).
Sul fronte infrastrutturale è in programma la nuova fermata del S.F.R., che sposta l'attuale stazione di Calderara a quello di Sala, ma con opere accessorie, in territorio di Calderara stessa.
Questi obiettivi hanno potenzialmente la capacità di migliorare la qualità ambientale della zona e necessitano di un coordinamento urbanistico che le integri con i territori urbanizzati dei due comuni
Azioni da attivare:
- Sistemazione viabilità, qualificazione della via Stelloni Ponente, rettifica tracciato e allargamento sede; cavalcaferrovia lungo la via Valtiera e sistemazione dell'intersezione con la Persicetana
- Nuova stazione e recupero zona ferroviaria
- Riqualificazione del territorio urbanizzato (produttivo, residenziale, infrastrutturale)
- Interventi di arredo urbano nelle zone urbanizzate
Obiettivi:
Qualità ambientale:
coordinamento del territorio urbanizzato, verifica degli standard sovrapposti, valutazione di servizi complessivi, e integrazione delle aree e dei collegamenti (ciclabili, mezzi pubblici), considerando nel contempo che la nuova stazione S.F.R. favorisce l'utilizzo del mezzo pubblico a grande scala metropolitana, il risparmio di risorse, la riduzione dell'inquinamento.
Qualità sociale:
ricucitura territoriale e realizzazione di servizi comuni, favorire utilizzo mezzo pubblico, miglioramento della mobilità legata al lavoro e dell'accessibilità alle zone produttive.
Qualità architettonica:
miglioramento complessivo del paesaggio urbano sia nelle zone produttive che residenziali, il nuovo edificio per la stazione e l'organizzazione della sua fruibilità possono contribuire a questo.
Risorse già programmate:
la nuova stazione è finanziata dalle Ferrovie dello Stato, i comuni intervengono con risorse proprie per integrare l'infrastruttura. In particolare il Comune di Calderara ha in programma un investimento di 90 milioni.
Tempi:
I tempi per l'attivazione di tutte le azioni sopraricordate sono da valutare in funzione dei soggetti da coinvolgere.
In linea di massima essi devono essere possibilmente brevi, minimi interventi di realizzazione, senza varianti di P.R.G.
Per la stazione SFR, è in corso di preparazione il progetto esecutivo, l'apertura del cantiere è prevista nel corso dell'anno 2000.
Finanziamento richiesto:
Considerando la molteplicità di obiettivi proposti e il necessario coinvolgimento di operatori privati, la proposta che si avanza è quella di poter accedere ai finanziamenti di cui al punto 2, lettera a),del bando di cui alla delibera di G.R. 13 Luglio 1999, n.1204, vale a dire fondi ai Comuni, per lo svolgimento delle procedure concorsuali e partecipative di cui all'art.3 della legge regionale n.19 del 1998 nella misura complessiva per i tre comuni interessati di lire 100.000.000.
4.2 PROGRAMMA RECUPERO DEL PATRIMONIO STORICO
Premessa:
Il territorio a ridosso dell'asse persicetano, è caratterizzato, come già accennato, da una notevole presenza di elementi storici di grande rilievo.
Sono presenti elementi di questo patrimonio nei tre in diverso stato di conservazione.
Nell'ambito individuato sono presenti ville con parco bisognose di solleciti interventi di recupero, in particolare la villa Sanguinetti (nota anche come villa Manzoni o villa Terracini) in territorio di Sala Bolognese, ma con parte del parco in territorio di Calderara di Reno, e la villa Paleotti, dove alcuni edifici accessori sono in stato di crollo.
Sono presenti ville già oggetto di interventi di privati (villa Bassi e villa Masetti).
Sono presenti numerosi elementi di testimonianza storica e ambientale, campanili, cippi, stele, torri di confine, viali alberati, in vario stato di conservazione, comunque non buona, e tutti bisognosi di interventi di recupero.
Azioni da attivare:
- Acquisizione della villa Sanguinetti al patrimonio pubblico, già programmato nell'ambito di convenzione con i privati, suo riutilizzo, come previsto dal Comune di Sala Bolognese, che ne vincolato l'uso a fini di interesse collettivo. Sono da prevedere il recupero degli immobili, corpo principale più accessori, del parco esistente e della porzione di parco prospiciente quest'ultimo.
- Recupero del complesso di villa Paleotti, in forma complessiva: villa, corpi accessori, parco.
- Analisi dello stato di conservazione dei singoli elementi sparsi sul territorio (Mezzo Mondo, Stele dei Tre Imperatori, torre del Martignone, campanile a Sacerno, viali alberati), programmazione degli interventi, recupero degli stessi sulla base del programma predisposto.
- Coordinamento complessivo del patrimonio che, coinvolgendo tutti i soggetti pubblici e privati interessati, coinvolga tutti gli elementi dell'area, compreso le altre ville storiche già recuperate.
Obiettivi:
Qualità ambientale
recupero degli immobili: le ville, i corpi accessori, i relativi parchi con i percorsi interni, recupero degli elementi di importanza storica sparsi nel territorio, dei viali alberati, coordinamento complessivo di tutto il patrimonio della zona sul territorio dei tre comuni dell'ambito.
Qualità sociale
utilizzo a fini di interesse collettivo previsti degli immobili della villa Sanguinetti e del relativo parco, riuso degli immobili della villa Paleotti, valorizzazione dell'importante ed imponente patrimonio storico e culturale rappresentato dal complesso di ville nella loro globalità e da tutti gli altri elementi del patrimonio storico, testimoniale individuato.
Qualità architettonica
recupero dell'importante patrimonio architettonico di tutti gli elementi del programma ciascuno di notevole valore proprio ed ancor più nel complesso. Molti degli edifici sono vincolati ai sensi della legge 1089/39.
Risorse già programmate:
il Comune di Sala ha programmato l'acquisizione del complesso immobiliare di villa Sanguinetti (e del relativo parco) nell'ambito di convenzione con i privati, ancora da siglare.
Tempi:
la molteplicità di interventi compresi nel programma, unita alla molteplicità dei soggetti da coinvolgere, ed al diverso grado di maturazione degli interventi stessi.
Alcuni progetti possono essere avviati in tempi ragionevolmente brevi, come sulla villa Sanguinetti, non appena definita l'acquisizione al patrimonio comunale.
Finanziamento richiesto:
Considerando la molteplicità di obiettivi proposti e il necessario coinvolgimento di operatori privati, la proposta
che si avanza è quella di poter accedere ai finanziamenti di cui al punto 2, lettera a) del bando di cui alla delibera di G.R. 13 Luglio 1999, n.1204, vale a dire fondi ai Comuni, per lo svolgimento delle procedure concorsuali e partecipative di cui all'art.3 della legge regionale n.19 nella misura complessiva per i tre comuni interessati di lire 100.000.000.
4.3. PROGRAMMA 'GARIBALDI 2'
Premessa:
L'area ove si colloca l'edificio oggetto del programma, originariamente destinato a "casa albergo"
sul finire degli anni '70, l'immobile si articola in 194 cellule abitative, (consistenti ciascuna di un monolocale con angolo cottura, bagno e balcone, occupano i piani dal l° al 6°), servizi generali (posti auto, cabina Enel, centrale termica, ecc.) al piano interrato, locali di uso comune e interesse collettivo e ampi spazi porticati al piano terra.
L'immobile è stato oggetto di P.d.R. di iniziativa pubblica, nel quale è dettagliatamente descritto, con tutti i suoi problemi lo stato di degrado, ad ogni scala (edilizia, urbanistica, ambientale, sociale, sanitaria).
La sua collocazione è a circa un Km dall'abitato di Calderara in fregio al centro sportivo comunale e ad insediamenti industriali, esso risulta slegato dal contesto urbano del luogo, collocato sulla viabilità di scorrimento.
Il complesso ha la dimensione di una frazione (circa 200 unità abitative, con circa 600-700 abitanti), ma senza alcun rapporto con il contesto urbano che lo circonda nell'assoluta assenza di servizi, in uno stato di progressivo distacco urbanistico.
Nonostante la sua costruzione sia relativamente recente, il complesso presenta gravissimi problemi che richiedono interventi pesanti.
Lo stato dell'immobile è rilevabile a vista, ed è documentato dalla lunga serie di rapporti ufficiali e dì petizioni che nel tempo si sono susseguiti.
La condizione delle singole unità abitative varia dal buono stato di manutenzione alla fatiscenza.
Situazione estendibile anche alle parti ad uso collettivo e a servizi.
Azioni da attivare:
Quelle già contemplate nel Piano di Recupero:
- parziale acquisizione al patrimonio pubblico;
- recupero di porzione parte come ERP e parte come residenza privata;
- trasformazione della parte residua anche ad usi non residenziali;
- recupero e trasformazione degli spazi al piano terra e del contorno.
Obiettivi
Qualità ambientale:
L'immobile per la sua collocazione urbanistica, per la sua conformazione edilizia, per la sua originaria destinazione come casa albergo e per le vicissitudini (tutte negative) che lo hanno interessato risulta diffusamente degradato sul piano urbanistico, sociale, relazionale.
Assoluta è la mancanza di rapporti relazionali verso il complesso ed i suoi occupanti, l'area verde attorno all'immobile è in stato di abbandono e utilizzata come deposito di rifiuti.
- Recupero edilizio dell'immobile e del suo contesto;
- Integrazione con l'area sportiva pubblica adiacente e con le altre aree limitrofe;
- Inserimento dell'immobile e della sua popolazione nel contesto di Calderara;
- Realizzazione di collegamenti ciclabili.
Qualità sociale
Lo stato del complesso edilizio è di grave degrado sociale, oltre che fisico.
La disgregazione dei nuclei familiari che lo occupano, l'assenza di una gestione globale e civile dell'immobile, l'interesse di alcuni soggetti, economicamente i più forti, al mantenimento dell'attuale stato di cose, ne hanno gradualmente peggiorato le condizioni.
Le numerose famiglie di extracomunitari residenti nel Bologna 2, prevalentemente maghrebine e monoreddito, fanno grande fatica a sostenere le ordinarie spese di sopravvivenza e la situazione diventa drammatica quando viene a mancare l'unico reddito familiare.
Molte di esse, con un numero di figli che varia da due a sei, sono seguite dal Comune e dall'AUSL.
Sono questi i casi cui corrispondono anche le più gravi situazioni sanitarie.
Per ragioni che sono insieme culturali e di oggettiva difficoltà, solo il capofamiglia lavora mentre la moglie e i bambini restano in casa, costantemente confinati negli angusti spazi dei monolocali, con conseguente diffusione, soprattutto nei bimbi, di gravi patologie, in particolare all'apparato respiratorio (asma, broncopolmoniti e Tbc), con frequenti ricoveri in ospedale.
Inoltre le condizioni di sporcizia - generali, del complesso, e particolari, delle unità abitative - favoriscono il diffondersi di altre patologie come la scabbia.
Tutte malattie tipicamente legate alle condizioni igieniche precarie che derivano dal sovraffollamento dei locali, dalla promiscuità, e, quasi sempre, dalla scarsa alimentazione.
La segregazione, di fatto, di mogli e figli nelle anguste abitazioni, determina anche un secondo effetto aggravante: i bimbi in età prescolare, non frequentano (salvo deroghe forzose del Comune) le scuole materne e i nidi, potendo le madri accudirli.
E' un circolo vizioso.
E' nei confronti di questi nuclei familiari che si verifica il maggior numero di sfratti per morosità.
Si aggiungono i casi, diversi, ma ugualmente gravi, di cittadini stranieri - donne soprattutto - a volte irregolari, prevalentemente slavi, che, per cattiva condotta, si vedono allontanare i figli dai giudici preposti.
Si tratta infatti di persone dedite alla prostituzione, sia direttamente che come sfruttatori, la cui presenza è ormai consolidata e tende sempre ad aumentare, senza che i frequenti interventi delle forze dell'ordine riescano a porvi rimedio.
Elevata è la presenza di altri emarginati, come tossicodipendenti, disadattati e persone bisognose di assistenza psichiatrica.
Si consideri che, mancando qualsiasi forma di controllo dell'accesso al complesso, in esso vivono anche persone senza fissa dimora - la cui presenza è più alta nella stagione invernale - che cercano riparo nelle parti comuni, nei corridoi, nelle scale, nell'interrato, dove soddisfano i bisogni fisiologici convivendo con i propri e altrui escrementi.
La situazione generale è in rapido peggioramento.
Negli anni trascorsi le famiglie bisognose erano prevalentemente costituite da cittadini italiani in temporanea difficoltà, la cui presenza nel complesso era provvisoria, mentre ora, per le numerose famiglie extracomunitarie che non sono assolutamente in grado di uscire dalla provvisorietà, la condizione tende a diventare definitiva.
Non è un caso se, grazie alle precarie condizioni economiche e familiari, questi nuclei sono diventati i soggetti privilegiati nell'assegnazione di alloggi pubblici, con effetti distorsivi sulla programmazione di edilizia pubblica di tutto il Comune.
D'altra parte è proprio il forte degrado del complesso a fare sì che all'offerta di alloggi in locazione rispondano ormai solo soggetti in precarie condizioni: extracomunitari, irregolari ed emarginati e così il circolo vizioso si avvolge a spirale, senza prospettive di salvezza.
Quello che è forse, nella regione Emilia-Romagna, il più grave caso conosciuto di concentrazione di degrado ambientale e di emarginazione, di problemi sociali e di situazioni criminose che vanno anche oltre lo sfruttamento della prostituzione e lo spaccio di droga, riguarda uno stabile dove con la popolazione illegale ed emarginata convivono ancora, in proprietà o in affitto, altri cittadini che, in buona fede, avevano creduto di trovare nel Bologna 2 il tranquillo appartamentino a buon mercato che cercavano per sé e per la propria famiglia, non lontano dalla città e a contatto con la campagna.
Che così non sia, lo mostra la cronaca dei giornali mettendo quasi quotidianamente in evidenza i fatti di sangue che, purtroppo, vi hanno teatro.
La situazione demografica è in continua evoluzione.
Il citato P.d.R. evidenziava una evoluzione verso situazione di sempre maggior degrado, con concentrazione di popolazione extracomunitaria, con forte presenza di persone non residenti in larga misura clandestini.
Anche non considerando questa popolazione di difficile rilevazione, l'analisi dei dati certi permette di quantificare nel 62% gli occupanti residenti iscritti all'anagrafe, altissima è la percentuale di cittadini
stranieri, quasi totalmente extracomunitari, che rappresentano 41% dei residenti e ben il 61% dei non residenti, con un'incidenza sul totale degli abitanti che sfiora il 50% della popolazione del complesso.
Considerando che gli stranieri costituiscono il 2,8% della popolazione residente nell'intero comune di Calderara di Reno, il 33% di essi risulta essere pertanto concentrato nel "Bologna 2".
Tale quota sale al 47% se, anzichè agli stranieri residenti, ci si riferisce agli stranieri presenti.
La comparazione di dati recenti, con dati storici, evidenzia alcune tendenze: il costante aumento di cittadini extracomunitari e tra questi l'incremento della presenza di intere famiglie con minori; il costante aumento delle unità abitate da non residenti; il costante aumento di immigrati dall'est europeo, ed in particolare di persone che, sia da pratricanti che da sfruttatori, sono dedite alla prostituzione.
La gravità e la vastità dei problemi, nonché la dimemsione degli stessi travalicano largamente la dimensione territoriale di Calderara di Reno, ed hanno influenza, soprattutto negli aspetti illegali, su tutto il territorio metropolitano.
- dare una sistemazione dignitosa a tutte le famiglie, più o meni indigenti, che oggi risiedono nell'immobile in affitto;
- offrire, con il meccanismo delle permute un alloggio dignitoso a nuclei familiari, oggi proprietari, che possono aderire al P.d.R.;
- miglioramento della situazione sociale;
- l'integrazione con il resto del comune, favorendo uno scambio bidirezionale, oggi assente.
Qualità architettonica:
La situazione dell'immobile risulta particolarmente degradata.
Grave e, in alcune situazioni, gravissima, è la condizione degli impianti.
Gli scarichi hanno numerose perdite, continua causa di danni sia agli appartamenti che alle parti comuni, e vi proliferano insetti e ratti che attraverso le stesse tubazioni e i cavedi che le contengono, risalgono fino ai piani superiori.
Anche gli impianti sanitari hanno numerose perdite; l'impianto centralizzato di produzione acqua calda e riscaldamento funziona precariamente, impropriamente alimentato con olio pesante; non si hanno notizie certe sulle condizioni della rete di distribuzione dell'acqua e del gas (oltre ad un grosso contenzioso con l'Ente erogatore) e sulla produzione autonoma di acqua calda - che supplisce quasi ovunque alla disfunzione dell'impianto centrale -, ma, per analogia con tutto il resto, è ragionevole pensare che siano tuttaltro che buone.
Gli ascensori sono allo sfascio.
Attualmente solo uno su quattro esistenti è ancora in funzione.
Gravi le deficienze dell'impianto elettrico nelle parti comuni ma presumibilmente anche in larga parte degli alloggi.
L'impianto antincendio è pressoché scomparso, essendo stata asportata gran parte degli estintori e delle manichette degli idranti.
Nelle scale mancano o sono rotte parte degli infissi interni ed esterni, anche ai livelli più alti, con grave rischio per le persone, che possono ferirsi o precipitare nel vuoto.
Dal punto di vista strutturale si notano importanti fessurazioni che interessano eminentemente le estremità del fabbricato.
La copertura principale e il grande ballatolo del terzo piano sono diffusamente rappezzati per arginare le infiltrazioni di acqua piovana.
La corte centrale, della quale il progetto prevedeva la sistemazione a verde, si presenta attualmente come terreno incolto, luogo di accumulo delle immondizie che vi vengono sistematicamente gettate dai ballatoi.
Analoga è la condizione del parcheggio esterno.
La vastità e la gravità dei problemi sono in gran parte da imputare, oltre che all'assoluta mancanza di un'adeguata manutenzione, all'elevato carico abitativo che il complesso deve sostenere, sicuramente non previsto all'atto della progettazione che era stata pensata in funzione dell'uso alberghiero.
Se ne è consolidata invece l'utilizzazione residenziale intensiva permanente, con un grado di affollamento largamente superiore non solo a quello originariamente previsto, ma addirittura alle capacità fisiche degli alloggi.
- Trasformazione delle unità abitative da monolocali a strutture più articolate, dimensionalmente variabili e rispondenti alle esigenze di nuclei familiari diversi;
- Recupero degli spazi oggi inutilizzati: parte dei balconi, parte dei ballatoi, spazi aperti al piano terra;
- Nuova geometria degli elementi di collegamento verticale, interruzione dei lunghi corridoi e ballatoi;
- Riqualificazione degli spazi;
- Recupero della qualità edilizia, con nuovi impianti, riparazione e rifacimento delle parti degradate;
- Adeguamento alle normative vigenti.
Risorse già programmate:
- Il Comune di Calderara di Reno ha già finanziato (anche con il contributo regionale) prima lo Studio di Fattibilità e poi il Piano di Recupero, inoltre, per i futuri bilanci sono sull'immobile già programmati stanziamenti per complessivi 700 milioni;
- Durante la stesura del P.d.R. è stata sondata la disponibilità di piccoli proprietari residenti nel complesso di aderire al Piano, ricavandone un sentito interesse (condizionato ai costi, non definiti in quella fase), è stata anche sondata la disponibilità di associazioni ed imprenditori privati ad aderire all'iniziativa. La gravità della situazione in essere, tuttavia rende detti investitori molto prudenti e disponibili solo a programma avviato.
Tempi:
Il piano di recupero suddivideva l'azione in due Unità Minime di Intervento, nell'ambito delle quali era possibile definire la scaletta dei tempi, con la precisazione che a tale programma si è già dato corso:
- acquisizione bonaria di tutto il possibile (compreso in questo contesto anche l'acquisizione di unità destinate ad asta giudiziaria);
- acquisizione forzosa di quant'altro necessario;
- definizione del progetto e predisposizione dell'esecutivo;
- appalto;
- apertura cantiere ed esecuzione lavori.
Finanziamento richiesto:
Considerando lo stato già maturo del programma, la proposta che si avanza è quella di poter accedere ai finanziamenti di cui al punto 2, lettera b), del bando di cui alla delibera di G.R.13 Luglio 1999, n. 1204, vale a dire contributi ai Comuni, per l'elaborazione dei progetti di riqualificazione urbana, fino al 50% del costo della progettazione degli stessi, nella misura massima di lire 100.000.000 assicurando un corrispondente finanziamento da parte del Comune.
5. SCHEMA INDICATIVO DEI RISULTATI ATTESI
Ricadute sul sistema insediativo
- nuove unità abitative e recupero di patrimonio esistente: ottenute dal recupero di intero corpo del complesso "Garibaldi 2", con radicale riorganizzazione delle unità abitative per fornire alloggi adeguati alla dimensione dei nuclei familiari da insediare. Unità abitative ottenute dal recupero di corpi accessori nel complesso di villa Paleotti oggi in stato di crollo.
- nuova edilizia pubblica: acquisizione di porzione del complesso "Garibaldi 2" per realizzare nuovi alloggi ERP.
- alloggi a disposizione delle fasce più svantaggiate: le porzioni di edilizia pubblica da realizzare nel complesso "Garibaldi 2" sono, come indicato nel citato P.d.R., destinati a fasce deboli, prioritariamente a quelle già insediate nel complesso.
- realizzazione di nuove attività produttive compatibili con la residenza: nel contesto del recupero del complesso "Garibaldi 2" è previsto il recupero degli spazi al piano terra da destinare ad attività di servizio e di commercio, naturalmente compatibili con la residenza, ma con la capacità di attivare un interrelazione con il circostante territorio.
Ricadute sul sistema economico
- capacità di attrazione di nuovi investimenti commerciali e/o terziari: il P.d.R. del complesso "Garibaldi 2" prevede la riconversione di una porzione dell'immobile ad attività alberghiera con investimenti prettamente privati. Il recupero del complesso villa Paleotti come pure i programmi di intervento nella zona di San Giacomo del Martignone e della stessa villa Sanguinetti, contemplano la possibilità di attivare investimenti privati.
- sviluppo delle infrastrutture al servizio dei territori urbanizzati sia produttivi che residenziali: gli interventi sulla viabilità in zone a forte presenza produttiva non possono che avere effetti benefici sulla mobilità, e sulla sicurezza, valorizzando e razionalizzando gli insediamenti
esistenti. La nuova stazione del S.F.R. favorisce la mobilità, con mezzi pubblici, a scala metropolitana.
- Creazione di nuova occupazione: gli interventi contemplati nei programmi hanno la caratteristica di intervenire su situazioni, a vario titolo, degradate o carenti, il recupero in primo luogo, accompagnato dalla valorizzazione degli immobili, dalla razionalizzazione delle infrastrutture, dall'incremento dell'offerta di trasporto pubblico, dalla valorizzazione del patrimonio storico e culturale, dalla previsione di nuovi insediamenti ed attività (senza incremento di volumi edificati), ha la capacità di realizzare nuove opportunità di lavoro e di occupazione.
Ricadute sul sistema ambientale
- incremento del verde pubblico e privato: acquisizione di parchi al patrimonio pubblico e acquisizione di aree già a verde privato in stato di totale abbandono previste nel programma "Garibaldi 2";
- recupero di importanti elementi del patrimonio storico (immobili, parchi, viali alberati): recupero di ville ed edifici accessori di importanza storica, conservazione e recupero dei relativi parchi, recupero dei viali alberati che collegano il sistema di ville ed elementi di testimonianza storica;
- riduzione del tasso di inquinamento acustico ed atmosferico: lo sviluppo del trasporto su rotaia, e la razionalizzazione del sistema viario, agiscono come elementi di abbattimento attivo dell'inquinamento acustico ed atmosferico.
Ricadute sul sistema mobilità
- servizi di trasporto pubblico aggiuntivi: la nuova stazione del S.F.R., collocata in una posizione baricentrica rispetto alla porzione abitata del territorio favorisce il trasporto collettivo a scala sovracomunale e metropolitana;
- ripristino e rifunzionalizzazione delle infrastrutture viarie esistenti: rettifica e ampliamento della sede stradale della via Stelloni Ponente che collega gli abitati di Sala Bolognese a Calderara di Reno, ed ai lati della quale è presente una importante area produttiva. Cavalcaferrovia sulla via Valtiera e nuovo inserimento con la persicetana per
favorire la mobilità della zona produttiva Stelloni evitando l'attraversamento delle zone residenziali da parte del traffico pesante.
Ricadute sul sistema sociale culturale
- recupero di situazioni di gravissimo degrado sociale anche ai fini della sicurezza: il programma Garibaldi 2 interviene su una gravissima situazione di degrado sociale, che pur localizzato in Calderara di Reno, manifesta la sua negativa influenza su una vasta area del territorio metropolitano;
- creazione di edilizia per fasce deboli della popolazione: il programma Garibaldi 2 permette di fornire a fasce deboli della popolazione (famiglie a basso reddito, stranieri) un alloggio dignitoso di dimensioni adeguate alla dimensione dei nuclei familiari. Recupero di edifici sull'area Martignone, destinati a centri di accoglienza;
- creazione di servizi sociosanitari: il P.d.R. del Garibaldi 2 prevede di recuperare una porzione dell'immobile per servizi socio e assistenziali;
- attrezzature culturali: previsti nell'ambito dei recuperi previsti sulle ville e sul patrimonio storico;
- attrezzature sportive: integrazione del complesso Garibaldi 2 con l'adiacente area sportiva, in particolare integrazione dei spazi di verde pubblico;
- valorizzazione del patrimonio storico e culturale: elementi importanti di patrimonio storico e culturale della zona, dai complessi edificati ai parchi, a elementi di interesse storico e ambientale sparsi sul territorio;
- incremento di aree pubbliche: nell'ambito di acquisizioni di ville (Sala Bolognese) e patrimonio edificato (Anzola dell'Emilia) e di aree di verde pubblico Garibaldi 2.