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la Repubblica 1997

30 marzo 1997 25 aprile 1997 29 aprile 1997 17 giugno 1997
24 giugno 1997 13 agosto 1997 27 agosto 1997 13 settembre 1997
29 settembre 1997 4 ottobre 1997 8 ottobre 1997 16 novembre 1997
21 novembre 1997 29 novembre 1997 27 dicembre 1997  


27 dicembre 1997


In un residence a Calderara

Giovane tunisino braccato
si getta dal secondo piano


Un tunisino, probabilmente braccato da sconosciuti, si è buttato dal secondo piano del residence dove alloggiava, procurandosi ferite guaribili in dieci giorni.
I suoi inseguitori sono fuggiti.
Il fatto è successo la sera di Natale ed è ancora avvolto nel mistero.
Il ragazzo di Tunisi infatti si è barricato nel suo appartamento nel residence Athena di Calderara perchè, secondo al ricostruzione dei carabinieri di Borgo Panigale e della Compagnia Bologna Centro che indagano per una vicenda probabilmente legata allo spaccio, alla porta c'era gente di cui aveva paura.
Lo stavano cercando e lui, pur di non farsi prendere, dopo aver resistito in casa si è gettato dalla finestra del secondo piano.
La caduta gli ha procurato ferite guaribili in dieci giorni.
I suoi inseguitori si sono dileguati.

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29 novembre 1997


Dopo la denuncia

Ucraina violentata
arrestato sfruttatore


Per costringerla a prostituirsi il suo sfruttatore l'aveva stuprata.
Lei, che era arrivata in Italia dall'Ucraina convinta di trovare un onesto lavoro, di finire sul marciapiede proprio non voleva saperne.
Gasi Dzavit, 32 anni, di Belgrado ora ne dovrà rispondere dopo essere stato fermato dalla Squadra Mobile nel residence Bologna 2 di Calderara.
Dovrà rispondere anche di reclutamento e sfruttamento della prostituzione e di immigrazione clandestina.
La Squadra Mobile ha avviato le proprie indagini dopo la denuncia di due ragazze ucraine.
La polizia è riuscita ad identificare sette (cinque ucraine e due slave) della dozzina di ragazze sfruttate da Gasi Dzavit, alcune arrivate in Italia consapevoli di essere destinate alla prostituzione.

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21 novembre 1997


Lucciola slava di 19 anni

Fermata dai carabinieri la 'caporale del sesso'


Sarebbe una "caporale del sesso" la lucciola slava di 19 anni, P.A., fermata dai carabinieri di Borgo Panigale con l'accusa di induzione e sfruttamento della prostituzione nell'indagine sulla prostituta sfregiata per vendetta dal racket sabato scorso a Calderara.
Un'altra lucciola è stata denunciata.
Secondi i Cc le due ragazzi, ospiti al Residence Bologna Due, sarebbero in contatto col mandante della punizione alla collega e curerebbero i suoi affari controllando altre 5 giovanissime lucciole, a Bologna soltanto da una settimana e subito avviate al marciapiede.

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16 novembre 1997

Ma noi non siamo solo il residence a luci rosse



A proposito dell'articolo pubblicato sulle vostre pagine del 16 novembre 1997 dal titolo "LUCCIOLA SFREGIATA DAL SUO PROTETTORE" a firma di Carlo Gulotta, ci preme far rilevare per l'ennesima volta che nello stabile di via Garibaldi 2 a Calderara non vivono solo prostitute e protettori ma anche centinaia di studenti, lavoratori e pensionati!
Sappiamo che i problemi del nostro stabile sono tanti e siamo i primi a pagarne le conseguenze.
Più volte abbiamo denunciato la situazione, causata da alcune proprietà che affittano in modo disinvolto a prostitute, spacciatori, protettori, ecc.
Purtroppo le forze dell'ordine intervengono solo a fattaccio avvenuto e l'opera di prevenzione è carente.
La strada giusta è quella della ristrutturazione dello stabile avviato se no a un degrado inesorabile.
Dopo la nostra mobilitazione il comune di Calderara si è mosso e entro la fine dell'anno sarà pronto uno "studio di fattibilità", primo passo verso il risanamento dello stabile.
Sappiamo che questa strada sarà lunga e difficile.
Nel frattempo non siamo stati con le mani in mano.
Pochi mesi fa abbiamo realizzato l'allacciamento alla fognatura comunale.
In questi giorni stiamo risistemando l'impianto di riscaldamento.
È stato riaperto il bar sotto al portico dello stabile. E tutti sanno che l'apertura di attività commerciali è utile contro il degrado e l'abbandono.
Ci impegneremo nei prossimi mesi a sistemare altri impianti quali gli ascensori, l'impianto elettrico, ecc.
Non ci aiutano nel nostro sforzo (in una situazione tutt'altro che tranquilla e serena) i vostri articoli in cui in modo semplicistico e spettacolare ci liquidate con espressioni quali residence a luci rosse, squallida tana, ecc.
La situazione è molto più articolata e sarebbe giusto che ne rendiate conto ai vostri lettori.

Distinti saluti

IL COMITATO DI VIA GARIBALDI 2


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16 novembre 1997

La ragazza slava soccorsa da un passante, operata nella notte

Lucciola sfregiata dal suo protettore


Voleva uscire dal racket, punita


L'hanno sfregiata per punire il suo desiderio di uscire dal racket.
Una coltellata da una parte all'altra del viso, che lascerà una cicatrice permanente sul bel volto di una donna di 32 anni, vibrata da un "padrone" dispotico che in questo modo ha voluto dare un esempio alle altre ragazze del suo giro.
Sabina T., lucciola bosniaca, è stata ferita da un sicario prezzolato.
Anche lui è uno slavo, spedito in via Bastia-nella zona artigianale di Calderara di Reno dove Sabina batte assieme a una decina di colleghe-da un compare che voleva saldare il conto.
La ragazza, da tre mesimin città, verso l'una è stata avvistata da un passante che ha subito chiamato Bologna Soccorso: lei era a terra, coi vestiti sporchi di sangue, in stato di choc.
È stata portata al Maggiore e operata durante la notte.
La sua vita non è in pericolo, ma il suo viso resterà devastato.
Prima di essere caricata sull'ambulanza Sabina ha fatto in tempo a mormorare poche frasi confuse ai carabinieri della compagnia di Borgo Panigale:
Era uno slavo, forse mi ha ridotta in questo stato perché voglio uscire dal giro e adesso non potrò più lavorare.
Gli uomini dell'Arma, che conoscono molto bene la zona e studiano da anni i precari equilibri che governano il racket della prostituzione slava e albanese che infesta via Rigosa e viale Togliatti, sono subito andati al Residence Bologna Due di Calderara di Reno, la squallida tana dei protettori e delle loro ragazze.
Hanno passato al setaccio stanze, bagni e corridoi, hanno ascoltato le amiche di Sabina-anche lei abita nel residence-per tentare di individuare l'aggressore.
Non è servito a nulla.
Ma i Cc avevano un'idea precisa: cercavano uno slavo, già noto alle forze dell'ordine per reati connessi allo sfruttamento della prostituzione.
È lui il mandante della punizione, il tiranno che ha assoldato un sicario per dare una lezione
a Sabina.
Ma anche il suo servo fidato è scomparso e ora è forse al sicuro in uno dei casolari abbandonati di campagna che costellano la zona.
È l'ennesima violenza in città contro le prostitute, in genere sempre slave, russe e albanesi, queste ultime gestite da protettori particolarmente violenti: la settimana scorsa una ragazza russa era stata aggredita e rapinata da un marocchino in pieno centro, un'altra-slava-aveva rischiato di essere violentata sempre da un immigrato in Fiera e non si contano i casi di "lucciole" pestate e sfregiate dagli sfruttatori che in questo modo riaffermano il loro predominio.
A volte le punizioni vengono impartite davanti alle altre ragazze, per far capire loro quali rischi potrebbero correre nella loro corsa verso la libertà.
Eppoi c'è il caso, del 27 settembre scorso, ancora irrisolto, della giovane prostituta nigeriana ammazzata con un colpo di pistola alla nuca in viale Togliatti: anche lei è stata vittima di un regolamento di conti fra bande rivali di sfruttatori.

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8 ottobre 1997

Quattro slavi in manette per sfruttamento della prostituzione

22 milioni al mese per lucciola



Le ragazze inviavano il denaro guadagnato sui viali a casa-in Ucraina-attraverso uno spedizioniere, e il loro protettore cambiava continuamente rifugio per non essere individuato.
Gli sfruttatori avrebbero preteso un incasso minimo di 22 milioni al mese, circa 700mila lire a sera, da ognuna delle lucciole che controllavano, pena maltrattamenti e pesanti sevizie.
Quattro stranieri della ex Jugoslavia sono stati arrestati dalla Squadra Mobile in città, con l'accusa di sfruttamento della prostituzione.
L'indagine, avviata in luglio, si è conclusa con l'arresto del presunto capo del gruppo, Rifat Bonasta, 37 anni, considerato un imprendibile degli investitori per la sua abitudine di cambiare alloggio: alberghi, campi-nomadi e appartamenti nel residence Athena di Calderara.
È stato anche denunciato per violenza sessuale nei confronti di una delle ragazze sfruttate, in totale undici, tutte ucraine, fra i 20 e i 25 anni.
In manette in precedenza erano finiti anche il figlio del presunto capo, Fahri Bonasta, 20 anni, Besim Krasniqi, 30, e una ragazza, Katarzina Malina Marzana, 21.
Secondo la polizia, i tre avrebbero materialmente riscosso il denaro delle prostitute, mentre il capo sarebbe rimasto nell'ombra, occupandosi del reclutamento.
L'arresto dei complici lo avrebbe costretto a uscire allo scoperto: la cattura è infatti avvenuta in strada, lungo i viali di circonvallazione, proprio all'atto di riscuotere i soldi da una lucciola.

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4 ottobre 1997

Uguale all'arma della kapò

È di 7,65 il proiettile
che ha ucciso la lucciola



Sarebbe di piccolo calibro, forse 7,65, la pallottola che ha ucciso Nosa Lovett Egrheuba, la prostituta nigeriana di 32 anni ammazzata la settimana scorsa in viale Togliatti.
L'autopsia è stata effettuata ieri.
Ora l'ogiva, deformata dall'urto, sarà confrontata con le pallottole della pistola calibro 7,65 trovata dai carabinieri nella stanza al residence Bologna Due di Calderara di Reno dove alloggiava una "kapò" slava, arrestata per possesso d'arma, ricettazione e sfruttamento della prostituzione.
La sua iscrizione nel registro degli indagati per il delitto ora si fa più concreta.
Nella stessa indagine i Cc di Panigale hanno arrestato per induzione e sfruttamento aggravati da minacce e violenza un'altra slava, Edita Gusinjac, 22 anni, presa sempre a Calderara.

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29 settembre 1997

Per possesso di armi e sfruttamento

Lucciola uccisa
donna in manette



L'hanno arrestato per il possesso di armi e sfruttamento della prostituzione, ma i proiettili della sua pistola-una 7,65 rubata in provincia-presto saranno messi a confronto con l'ogiva che l'altra notte ha ucciso la lucciola di colore freddata nei pressi di viale Togliatti con un colpo d'arma da fuoco alla nuca, una vera e propria esecuzione.
I carabinieri smentiscono che Olivera Turkovic, ex prostituta slava di 27 anni, arrestata al residence Bologna Due di Calderara poche ore dopo il delitto, sia indagata per l'omicidio.
Ma per compiere la perizia balistica e l'autopsia sulla vittima, oltre al confronto all'americana fra Olivera e le colleghe della ragazza uccisa, il magistrato dovrebbe per forza di cose, procedere con l'iscrizione nel registro degli indagati.
Forse la giovane slava, in stato interessante, ultimamente gestiva un giro di ragazze bianche, e questo spiega l'accusa di sfruttamento.
È lei la Kapò con la quale la nigeriana aveva avuto una furiosa lite in viale Togliatti prima di essere ammazzata?
Può essere, e il confronto con le amiche della vittima potrebbe dare una svolta definitiva alle indagini sull'omicidio, quasi certamente maturato nell'ambiente del controllo sul mercato dell'eros a pagamento in città.
Gli uomini della Squadra Mobile, dopo aver spulciato i nomi contenuti nell'agendina della ragazza di colore, li hanno contattati (a Roma, Ancona, Modena e Bologna) e hanno scoperto che potrebbe trattarsi di Nosa Lovett Eghreuba, nigeriana di 32 anni, pendolare del sesso fra Verona, Modena e Bologna.
I suoi familiari saranno ricercati attraverso il consolato nella speranza di giungere ad un riconoscimento ufficiale.
Nei prossimi giorni ci sarà l'autopsia, che potrebbe fornire elementi utili sull'altezza del killer e sulla pistola di piccolo calibro (una 7,65?) che ha impugnato sabato notte per uccidere.

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13 settembre 1997


A Calderara di Reno
Albanese ferito in una sparatoria



Uno straniero, forse albanese secondo i carabinieri, è stato ferito a colpi di pistola verso le 22,15 al residence "Bologna due" a Calderara di Reno.
L'uomo è stato trasportato in ambulanza al Maggiore.
È stato ferito alle gambe e i sanitari che gli hanno prestato i primi soccorsi lo hanno giudicato in condizioni di media gravità.
Sul luogo della sparatoria sono immeditamente intervenute numerose pattuglie dei CC, che hanno controllato la zona e l'interno dell'edificio.
Tra gli abitanti del residence, già teatro di vari episodi di cronaca nera, ci sono anche persone legate alla prostituzione e allo spaccio di droga.
L'episodio di ieri potrebbe essere stato originato da un regolamnto di conti fra protettori per il controllo delle "lucciole".

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27 agosto 1997


...

C'erano pure un calice da messa e un portaostie, tra la refurtiva trovata dai CC di Borgo Panigale nelle abitazioni di otto nordafricani (sette tunisini e un marocchino) nel residence "Bologna 2" di Calderara.
Gli immigrati, tra i 25 e i 34 anni, sono stati denunciati per ricettazione.
Nei loro appartamenti sono stati scoperti abiti, orologi, macchine fotografiche, hi-fi, amplificatori da discoteca, valori bollati, quattro mountain bike e 12 grammi di hascisc.
Gli investigatori sospettano che gli extracomunitari siano implicati nello spaccio di droga e che la merce trovata provenga da furti commessi da tossicodipendenti per procurarsi le dosi.

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13 agosto 1997

Otto rumene


Ex guardia giurata gestiva "lucciole"



Un'ex guardia giurata guadagnava quattro milioni al giorno, grazie a un giro di otto prostitute rumene, tra cui una minorenne, a cui ogni mattina chiedeva un pizzo di 500 mila lire a testa.
Andrea Anastasio, un trentunenne di origine salernitana e residente a Bologna, nei giorni scorsi era stato cacciato dalla sociatà di vigilanza La Patria perchè scoperto a rubare computer durante i controlli.
Aveva trovato lavoro come buttafuori in una sala da bowling in via San Felice.
Ma qui i colleghi avevano notato nel suo armadietto una Beretta 34 e i passaporti di due ragazze rumene, a dir poco sospetti.
Così sono partiti i controlli dei carabinieri.
Il giovane pagava l'affitto di tre appartamenti, di cui due nel residence Bologna 2.
Anastasio, pregiudicato, è stato arrestato per detenzione illegale di arma da fuoco ed è stato denunciato a piede libero per sfruttamento della prostituzione.

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24 giugno 1997


Il degrado nel palazzo Bologna 2



Di nuovo denunciamo il grave stato di degrado del nostro stabile ex Bologna 2.
Proprietari "disinvolti" permettono che nei loro monolocali trovino rifugio spacciatori, tossicomani, protettori e prostitute.
La presenza di questi personaggi contribuisce al degrado dello stabile in quanto registriamo numerosi atti di teppismo ai servizi comuni, per esempio all’ascensore, agli impianti elettrici (allacciamenti abusivi), alle vetrate, ecc.
Contribuisce a creare gravi problemi di ordine pubblico nello stabile e fuori di esso (vedi ultimi episodi di violenza, non sappiamo a quest'ora se con l'ultimo episodio di stasera siamo arrivati all'omicidio).
Siamo pronti a denunciare i proprietari "disinvolti" penalmente per i traffici illeciti che si svolgono nei loro appartamenti e civilmente chiedendo un risarcimento danni per il deprezzamento delle proprietà.
Chiediamo alla Prefettura e alle forze dell’ordine un presidio fisso di polizia e carabinieri che freni l'attuale situazione esplosiva e l’identificazione di tutte le persone che abitano o girano per lo stabile.
Al comune di Calderara chiediamo: la verifica degli affitti e delle residenze e il rapido avvio del progetto di ristrutturazione dello stabile.

IL COMITATO DI VIA GARIBALDI 2


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17 giugno 1997


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29 aprile 1997


Bologna 2 non è l'inferno



Abitiamo a Calderara in via Garibaldi 2 nella casa della malavita e non ci fà per niente piacere come siete soliti chiamare lo stabile dove abitiamo.
Vogliamo far notare che qui abitano centinaia di studenti, operai e lavoratori che non hanno niente a che fare con prostitute ecc.
La colpa della forte presenza di persone poco raccomandabili è di alcune società e di alcuni proprietari che affittano disinvoltamente i loro appartamenti.
Da tempo denunciamo questa situazione e in questi giorni un documento firmato da proprietari e/o abitanti dello stabile è stato inviato a Prefetto, Questore e Presidente del Tribunale.
Lo scorso anno un documento concordato con il comune di Calderara è stato sottoscritto dalla maggior parte dei proprietari.
In seguito a questo il Comune di Calderara e la Regione hanno stanziato 24 milioni per iniziare a studiare un progetto di ristrutturazione dello stabile per renderlo più vivibile e non avviato al degrado.
Lo stabile è composto di circa 200 monolocali di cui 30-40 affittati a prostitute, la gestione è di tipo condominiale con regolari assemblee di gestione.
Sempre lo scorso anno abbiamo realizzato l'allacciamento alla fognature comunali.
Quando faremo qualche incontro pubblico vedremo di invitarvi così vi renderete conto che la situazione è molto più articolata di quello che pensate.

Angelo Rizzi x il Comitato di via Garibaldi 2


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25 aprile 1997


Era con la madre, lucciola albanese


Bimba all'Athena casa della malavita



Una bambina albanese di otto anni viveva nel residence Athena di Calderara, al centro di blitz e polemiche per la massiccia presenza di malavita, insieme alla madre e alla zia, entrambe prostitute.
La bambina non andava a scuola, non era vaccinata e le assistenti sociali la stavano cercando da marzo, da quando il Tribunale dei Minori aveva disposto la sospensione della patria potestà della madre sulla bambina.
Martedì i Carabinieri trovano finalmente in un appartamento del residence la bambina insieme alla madre e alla zia e accompagnano tutte e tre in caserma.
La bimba e la madre vengono prese in consegna dalle assistenti sociali e alloggiate in una struttura protetta.
Mercoledì però i Carabinieri di Calderara vengono avvisati che madre e figlia sono scappate.
I militari ritrovano la bimba al residence, le assistenti sociali decidono di staccarla dalla madre, che arriva in caserma infuriata.
La bimba è ora al sicuro, madre e zia sono state denunciate per resistenza e sottrazione di minore.

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30 marzo 1997


Era in casa di un pregiudicato


Albanese evaso preso al Pilastro



Un albanese di 32 anni, Qamil Shurdi, arrestato nel maggio 95 per il tentato omicidio di un cittadino slavo durante una sparatoria nel circolo Arci di Lavino di Mezzo alle porte di Bologna e successivamente evaso dagli arresti domiciliari che stava scontando al residence Athena di Calderara di Reno, è stato rintracciato nei giorni scorsi da agenti della squadra mobile in un appartamento del quartiere Pilastro.
L'uomo si nascondeva nella casa di un pregiudicato bolognese, sul quale sono in corso accertamenti e che potrebbe essere denunciato per favoreggiamento.
La cattura è avvenuta nell'ambito dei controlli dei cittadini albanesi con precedenti penali, che le forze dell'ordine hanno intensificato in seguito ai recenti arrivi di profughi.
Nei confronti di Shurdi il gip di Bologna aveva emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio, ma su di lui pendeva anche un ordine di carcerazione a due anni di reclusione (sentenza passata in giudicato) per lesioni aggravate, in relazione a un altro episodio: l'accoltellamento di un cittadino slavo nel giugno 94 a Borgo Panigale.
Secondo gli investigatori, entrambi i fatti di sangue erano avvenuti nell'ambito della "guerra" per il controllo del territorio e lo sfruttamento della prostituzione, allora in mano alle bande di slavi, sulle quali più di recente avrebbero preso il sopravvento gli albanesi.

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