La Repubblica 1998
1 dicembre 1998
Residence 2, un'alleanza pericolosa
Il 27 novembre nuovo blitz dei carabinieri
in via Garibaldi 2
a Calderara.
Torniamo a denunciare che negli ultimi mesi si è saldata una pericolosissima "santa alleanza" tra prostitute dell'est europeo e spacciatori magrebini.
Tra questi personaggi che vivono e gravitano attorno al nostro stabile ci sono reciproci scambi di favore che vanno dalla protezione sui "marciapiedi della prostituzione" da una parte, alla copertura dello spaccio dall'altra.
Spesso le prostitute fanno da palo e si oppongono anche fisicamente ai blitz dei carabinieri per coprire i boss magrebini.
I ben pagati esperti di monitoraggio della prostituzione sono al corrente di queste "attività" dei loro soggetti da monitorare?
Cosa ne pensano nei vari assessorati alle politiche sociali?
Ribadiamo che la strada per risolvere i gravi problemi del nostro stabile è portare a compimento
il progetto di ristrutturazione redatto e approvato dal Comune di Calderara.
Ricordiamo che il Consiglio Comunale di Bologna
il 26 ottobre 1998 ha votato un ordine del giorno che impegna la Giunta di Bologna a farsi promotrice di un 'tavolo metropolitano' che coordini le grandi istituzioni pubbliche e private a trovare una soluzione concreta ai problemi del nostro stabile.
Sollecitiamo una rapida costituzione di questo "tavolo".
Associazione per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2
19 novembre 1998
Per Vitali i controlli hanno confermato la strumentalità del blitz in San Petronio
Occupanti a casa loro
Il sindaco: chi ha un tetto lasci via del Pallone
Gli occupanti di via del Pallone, che risultano già avere una casa, verranno contattati da stamattina uno ad uno e riaccompagnati alle loro residenze d'origine.
Non con la forza s'intende ma dagli operatori comunali.
Palazzo D'Accursio, dati alla mano, svela quello che ritiene il grand bluff della notte di San Petronio.
Ieri il sindaco Walter Vitali ha infatti fornito la versione definitiva del censimento degli ospiti delle ex scuole di via del Pallone.
Un primo quadro parziale, ma già significativo, era stato illustrato martedì
dal prefetto Enzo Mosino.
Secondo Vitali il 60% degli immigrati delle ex scuole Manfredi ha un tetto sotto il quale dormire (gli extracomunitari in questione sono in regola con il permesso di soggiorno, molti di loro hanno anche un lavoro stabile).
Fatte le dovute stime per il Comune l'emergenza in provincia riguarderebbe al massimo trenta persone su 89 (più altri cinque considerati fuori regione).
In pratica una quindicina di nuclei familiari.
Per questa gente però non ci saranno scorciatoie o alternative ai bandi per l'edilizia residenziale pubblica e il mercato privato (i Comuni sono pronti a garantire per gli occupanti attraverso patti con le associazioni dei piccoli inquilini Uppi e Asspi).
Invito le famiglie a tornare nelle loro case - dice Vitali in conferenza stampa insieme all'assessore Lalla Golfarelli e alla dirigente Franca Farinatti - non vedo perchè questa gente debba restare altri giorni nella situazione disagiata di Via del Pallone. Da domani (oggi per chi legge ndr) contatteremo queste persone. Non voglio pensare a atteggiamenti di chiusura da parte loro. Certo - continua il sindaco - non mi aspettava una situazione simile che conferma una volta di più le strumentalizzazioni da parte degli autonomi del Comitato Senza Frontiere, dell'occupazione di via Rimesse prima e di San Petronio poi. Cosa denunciata dal Comune sin dall'inizio. Mi auguro che alla fine possa prevalere la razionalità e che non ci siano altri problemi, perché in via del Pallone dal primo dicembre, lo confermo, dobbiamo aprire i cantieri per il Giubileo.
Vitali, pur puntando il dito sugli autonomi (sono venditori di illusione) stavolta ha parole dure anche per gli immigrati.
Mi spiace dirlo - spiega - ma temo che il loro comportamento avrà ripercussioni negative sull'accoglienza e sarà causa di problemi per gli immigrati che verranno. Gli occupanti dicono che è difficile trovare una casa in affitto, e questo è vero, ma dopo la vicenda di San Petronio e l'esito del censimento lo sarà ancora di più.
L'assessore Golfarelli e Franca Farinatti, oltre ai numeri, forniscono alcuni particolari - per il Comune illuminanti - che confermerebbero l'esistenza di una organizzazione a monte dell'occupazione di San Petronio.
C'è il caso di una famiglia di Monzuno - dice l'assessore che in questi giorni ha chiesto il trasferimento di residenza a Bologna abbandonando di fatto la propria abitazione, c'è una famiglia di Cento che in via del Pallone è andata per 'solidarietà', c'è una signora del Marocco che risulta essere proprietaria del 49% di un albergo e ci sono gli otto immigrati alloggiati al residence Bologna 2 di Calderara seguiti dai servizi sociali da tempo e per i quali, in alcuni casi, il Comune paga una parte dell'affitto.
Perché allora gli immigrati avrebbero deciso di mollare tutto finendo in basilica?
Perché qualcuno - conclude Vitali - ha cercato di convincerli che occupando avrebbero ottenuto una casa migliore o più vicina al posto di lavoro, ma l'illegalità non premia nessuno. Sia ben chiaro a tutti.
30 settembre 1998
Calderara, prostitute e Regione
La Regione ha deciso di silurare il progetto di ristrutturazione
del nostro stabile in via Garibaldi 2 a Calderara (Bo).
Questa decisione ha lasciato sgomenti non solo noi abitanti di via Garibaldi 2, ma anche il Comune di Calderara, cittadini che ci hanno espresso la loro
solidarietà, la Provincia di Bologna e le stesse forze dell'ordine.
Ed ecco un nuovo morto.
Overdose.
Quanti altri ce ne saranno di morti e feriti, quanti disagi continueremo a subire prima che tecnici strapagati, burocrati e politici della Regione
si rendano conto di cosa accade fuori dalle loro dorate stanze?
Caro assessore regionale Borghi: il 'kit di sopravvivenza per i tossici' come mai non ha funzionato questa volta?
Perchè spendete centinaia di milioni per inutili progetti e poi bocciate
un risolutivo progetto di recupero di un'area degradata come la nostra?
E lei presidente La Forgia che non apprezza le ordinanze dei sindaci contro
prostitute, puttanieri e papponi, ma intanto finanzia per centinaia di milioni
progetti di monitoraggio (?!) e recupero delle prostitute perchè non viene
qua da noi di persona a monitorarle.
Addirittura la Regione finanzia pure un sito Internet per recuperare
le prostitute!
È noto che, tra un cliente e l'altro, le prostitute navigano nel
www e spediscono e-mail!
Associazione per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2
19 settembre 1998
Dure accuse della provincia sul mancato finanziamento
Bologna 2, Regione sotto tiro
Vedo nella decisione della Regione una certa distanza dalle problematiche reali
del territorio.
La Regione pecca di strabismo tecnicistico: si considerano i muri e non le persone.
Sono interdetto.
L'assessore provinciale ai Lavori Pubblici, Tiberio Rabboni, in un dibattito al Salone della comunicazione della pubblica amministrazione, spara a zero sulla giunta del suo compagno di partito Antonio La Forgia.
Motivo: la bocciatura del progetto per il recupero del complesso edilizio Bologna 2 di Calderara.
Il no della commissione regionale preposta alla valutazione del progetto ha tagliato ogni possibilità di accesso ai finanziamenti ministeriali (17 miliardi) per il risanamento della struttura.
Un risanamento integrale, volto non solo a restaurare l'edificio, ma anche a eliminare i fenomeni di delinquenza - prima di tutto spaccio e prostituzione - che da tempo lo caratterizzano.
Il progetto è stato bocciato in quanto esclusivo intervento di risanamento sociale continua Rabboni.
Ebbene, io penso che questo sia proprio il suo punto forte.
Credo, poi, che abbia nuociuto il fatto di essere stato richiesto da un piccolo Comune e non dal capoluogo.
D'accordo con Rabboni il sindaco di Calderara di Reno, Massimo Reggiani:
Dei sei progetti che concorrevano ad accedere ai finanziamenti ministeriali il nostro è stato l'unico ad essere escluso.
La domanda che mi pongo è: verso quale società urbanistica vogliamo andare?
Quella dove l'importante è che l'intonaco sia a posto e le grondaie in ordine, piuttosto che il contesto sociale di chi ci vive dentro?
Non vorrei che succedesse quello che ha auspicato qualcuno: di fare di Bologna 2 un ghetto controllato.
Magari col filo spinato intorno.
Insorgono anche gli inquilini.
I tecnici - dice Angelo Rizzi - dicono che il progetto non contempla la partecipazione dei privati.
Non è vero.
E non è vero che il progetto non prevede nuova occupazione.
16 settembre 1998
Trovati dai carabinieri droga, armi e 24 clandestini
Il Bologna Due passato al setaccio
Droga e una pistola nascoste nell'erba e una ragazzina di appena 17 anni costretta a ricevere i clienti nelle stanze del residence.
Hanno trovato anche questo ieri mattina gli oltre 200 carabinieri che hanno passato al setaccio il Bologna Due di Calderara per tentare di contrastare spaccio, prostituzione e piccola criminalità.
Un giovane albanese è sotto inchiesta per aver sfruttato una ragazzina minorenne e all'esterno i militari hanno scoperto diverse dosi di cocaina, eroina e una Beretta calibro 34.
Alla fine della giornata 24 stranieri clandestini sono stati portati in Questura: sono 12 albanesi (sei uomini e sei donne) già rimpatriati con un volo per Tirana, e 12 prostitute ucraine che partiranno oggi da Fiumicino.
Carabinieri in azione pure a San Lazzaro, dove è stato sgomberato lo stabile Iacp, in via del Seminario, da tempo occupato abusivamente da immigrati e sbandati e teatro di un violento fatto di sangue la notte del 22 agosto, quando quattro tunisini addormentati furono picchiati e accoltellati da un commando di connazionali.
Sei immigrati sono stati allontanati e il Comune e lo Iacp hanno fatto murare tutti gli accessi allo stabile.
12 settembre 1998
Ecco perchè bocciamo
il progetto Bologna 2
Il nucleo di valutazione ha deciso di escludere la proposta di Calderara di Reno per una serie di motivazioni che devono essere interpretate in senso comparativo, e non assoluto, data la necessità di inviare non più di cinque progetti al C.E.R..
Pur valutando rilevanti le motivazioni sociali del Contratto di Quartiere proposto dal Comune di Calderara per il forte livello di degrado urbano e conflittualità sociale che si è sviluppato nel condominio di via Garibaldi 2, sono apparse carenti le finalità relative soprattutto agli aspetti occupazionali e agli aspetti urbanistici.
In merito agli aspetti urbanistici occorre rilevare che i risulutati attesi sono necessariamente circoscritti all'interno del contesto urbano considerato: trattandosi di un unico fabbricato è difficile applicare ad esso le finalità di recupero urbano proprie dei contratti di quartiere.
Il progetto si propone una diminuzione complessiva della densità abitativa a fronte di un aumento della superficie individuale degli alloggi, oltre al riuso degli spazi comuni posti al piano terreno con finalità sociali o commerciali: ma non può offrire garanzie di reinserimento nel contesto urbano di Calderara di un complesso isolato da ogni servizio cittadino e realizzato dall'iniziativa privata al di fuori di qualsiasi logica insediativa.
Il bilancio sociale dell'azione proposta dal Comune di Calderara evidenzia una palese sproporzione tra i costi dell'operazione, posti tutti in capo alla collettività, e i benefici sperati, affidati, oltre che alla tenacia della sessanta famiglie normali sfortunatamente sfortunatamente residenti e proprietarie di un minialloggio, ad un massiccio intervento pubblico.
Il piano finanziario allegato al progetto, che risulta lacunoso e in parte contraddittorio, non specifica con quali risorse saranno realizzate queste case parcheggio, il cui costo, urbanizzazioni escluse, supera i cinque miliardi.
In conclusione la proposta non offre sufficienti garanzie di fattibilità per un intervento, che viene preventivato complessivamente in 21 miliardi di lire, totalmente a carico pubblico, e non realizza una completa conversione della situazione attuale in una nuova qualità urbana tale da attirare realmente famiglie normali in luogo degli attuali occupanti.
A questa conclusione contribuisce il corredo tecnico della proposta, che per quanto si spinga a formulare innumerevoli soluzioni combinatorie di alloggi, si scontra con la struttura edilizia fortemente bloccata dalla tipologia esistente, generata dalla ripetizione in linea di alloggi monostanza e monoaffacciamento, di derivazione alberghiera.
Al Nucleo tecnico di Valutazione le motivazioni esposte sono apparse sufficienti a consigliare l'esclusione della proposta di Calderara dalla rosa dei cinque programmi da avviare alla selezione nazionale dei contratti di quartiere, in quanto tale strumento non è stato ritenuto idoneo per questo particolare caso.
Arch. Piero Orlandi, Arch. Michele Zanelli, Assessorato ai Programmi d'Area-Qualità edilizia, Regione.
11 settembre 1998
Bologna 2:
la Regione ci ha traditi
La Regione Emilia-Romagna ha bocciato il progetto di recupero dello stabile
di via Garibaldi 2 a Calderara, il famigerato Bologna 2, progetto
presentato dal Comune di Calderara nell'ambito della legge dei 'contratti di quartiere'.
Al recupero di un enorme complesso, abitato da centinaia di persone, complesso
in gravissime condizioni strutturali, igienico-sanitarie e di ordine pubblico,
è stato privilegiato il recupero di RUDERI DISABITATI in altri Comuni.
Le centinaia di abitanti di via Garibaldi 2 continueranno così a vivere in una
situazione di degrado pressochè inarrestabile.
È noto che il 'Bologna 2' è una vera e propria "casa della malavita" e che i malavitosi di vario genere che vivono qui
influenzano negativamente la vita dell'intera Regione.
Ai tecnici incompetenti della Regione (con a capo l'architetto Zanelli e l'architetto Orlandi) e ai politici e burocrati della Regione a partire dal presidente La Forgia per arrivare all'assessore Sandri e via via tutti gli altri che ci hanno silurato, diciamo: avete giocato sulla nostra pelle le vostre lotte intestine peggio di come anni fa facevano i democristiani e i socialisti
Bene.
Ora ad ogni rissa, ad ogni accoltellamento, ad ogni morto e per tutti i
disagi che continueremo a subire ci ricorderemo sempre di voi!
ASSOCIAZIONE PER LA RINASCITA DELL'AREA DI VIA GARIBALDI 2
7 luglio 1998
In via Begatto
e al Bologna Due
Duelli per droga
Tre feriti con coltelli per strada
In via Begatto, vicino piazza Aldovrandi, nuovo duello all'arma bianca tra extracomunitari, finito con due feriti, uno dei quali ricoverato dopo essere stato bloccato dai carabinieri.
È successo ieri sera attorno alle 20.
Due nordafricani, forse legati al mondo dello spaccio attivo in quella zona, si sono affrontati con il coltello e entrambi si sono feriti.
Uno è stato bloccato e portato al Sant'Orsola, l'altro è riuscito a fuggire.
I militari sono intervenuti mentre erano impegnati in una ennesima operazione contro lo spaccio e la microcriminalità in centro.
Controllate piazza XX Settembre, Montagnola, piazza Marconi, via Indipendenza.
Un tunisino di 29 anni era già stato accoltellato l'altra notte nei pressi del residence Bologna Due di Calderara (12 giorni di prognosi).
L'immigrato sostiene di essere stato aggredito da un gruppetto di connazionali, almeno due-tre persone, che gli hanno sferrato una serie di fendenti alla schiena, ai glutei e ad una gamba.
L'episodio sarebbe inquadrabile nell'ambiente dello spaccio di stupefacenti.
I Cc hanno eseguito perquisizioni all'interno e nei dintorni del residence.
È stata arrestata per resistenza e oltraggio una prostituta ucraina di 26 anni, che aveva tentato di opporsi ai controlli.
5 giugno 1998
Identificate lucciole
Bologna Due al setaccio
manette a un marocchino
I carabinieri passano al setaccio il residence Bologna Due di Calderara, arrestano un marocchino per resistenza e oltraggio e i suoi amici, una decina, cercano di impedire l'intervento dei militari.
C'è voluto l'intervento dei rinforzi, e pure di qualche equipaggio della polizia, per evitare che si scatenasse una mega-zuffa l'altra sera al residence, dove i carabinieri hanno effettuato anche un censimento delle prostitute albanesi e dei paesi dell'Est che vi dimorano.
Una trentina le ragazze portate in caserma e per alcune scatterà l'espulsione.
In manette un marocchino di 55 anni; altri cinque connazionali che gli avevano dato manforte intralciando le operazioni dei militari sono stati denunciati per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.
31 maggio 1998
Un vero recupero per il Bologna Due
Il 26 maggio il Consiglio Comunale di Calderara ha approvato
il progetto di recupero dello stabile di Via Garibaldi 2, il residence Bologna Due, con la sola astensione di
due esponenti dell'opposizione.
Il progetto prevede la suddivisione del palazzo in più blocchi autonomi.
Comune resterà solo la caldaia del riscaldamento che sarà rinforzata.
Il primo blocco su cui verranno fatti gli interventi è il blocco C,
quello verso i campi.
Questo blocco C verrà suddiviso in due ulteriori blocchi autonomi, uno a proprietà
privata (con gli attuali proprietari residenti che vorranno aderire al piano di recupero
), l'altro a proprietà pubblica altamente qualificata
con impianti e gestione a carattere sperimentale.
I blocchi A e B, su cui si interverrà in un secondo momento, diventeranno
o studentato e/o casa protetta per anziani e/o foresteria aziendale seria e garantita dalle associazioni di categoria.
Parco e parcheggi diventeranno pubblici.
Presto in accordo con gli assessorati studieremo eventi pubblici all'interno
dello stabile (eventi teatrali, musicali, ecc.).
La nostra presenza vuole essere di stimolo a questo Consiglio Comunale oltreché utile per informarci direttamente su quanto l'amministrazione di Calderara sta decidendo per il nostro stabile.
Sappiamo che il risanamento dello stabile di via Garibaldi 2 comporterà tempi lunghi e un notevole impegno finanziario pubblico e privato.
Perciò ci auguriamo che l'iter del piano di recupero proceda senza resistenze politiche e istituzionali.
Riteniamo che tutti gli abitanti e i proprietari dello stabile di via Garibaldi 2 debbano essere ben informati e coinvolti nella realizzazione del piano di recupero.
Per una duratura riqualificazione dello stabile pertanto proponiamo che vengano inseriti all'interno dello stabile negozi, uffici e luoghi di socializzazione (biblioteche, spazi per l'infanzia, ecc.); l'area non venga più chiamata Bologna Due, per le cattive connotazioni di questa nomea; lo stabile venga inserito nei percorsi della Settimana Calderarese e del centro civico Spazio Reno.
Nell'immediato chiediamo che: il presidio e gli interventi delle forze dell'ordine siano più mirati e decisi contro clandestini, spacciatori, prostitute e loro protettori; siano efficacemente puniti i proprietari che affittano in modo disinvolto i loro appartamenti.
Si organizzino incontri pubblici con la cittadinanza per informarla della realtà che viviamo e sul piano di recupero socio-ambientale dello stabile; si valuti di organizzare eventi pubblici nell'area di via Garibaldi 2, in contatto con la nostra Associazione.
Associazione per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2
28 maggio 1998
Piano anti-malavita
Residence Bologna 2 hotel e centro sociale
Il consiglio comunale di Calderara ha approvato martedì sera il progetto di recupero e trasformazione del residence Athena, la cattedrale dello spaccio e della prostituzione a est di Bologna che tanti problemi ha creato all'ordine pubblico.
Il nuovo piano, votato dalla maggioranza di sinistra con l'aggiunta del consenso di un consigliere del Cdu, prevede che i 196 miniappartamenti dello stabile, dopo completa ristrutturazione, vengano destinati per metà a residenze e per l'altra metà a gestione alberghiera e a strutture sociali.
L'impegno di spesa previsto corrisponde a oltre 17 miliardi, undici dei quali chiesti al Ministero dei Lavori Pubblici, due del Comune, due della Regione più il resto di privati.
Un piano imponente per un piccolo Comune e il sindaco Massimo Reggiani è fiducioso che il Ministero risponderà positivamente.
Nel residence il rappresentante dell'immobiliare Geco, Renato Colombo, che gestisce una cinquantina di appartamenti, è scettico sul progetto.
14 maggio 1998
Proteste nel residence
'Bologna 2 controlli senza effetti'
Ancora polemiche sul residence Bologna Due di Calderara, bunker della droga e della microcriminalità.
A pochi giorni dal comitato sull'ordine pubblico riunito "ad hoc", protesta il comitato di cittadini di via Garibaldi 2 a Calderara.
Veniamo costantemente identificati prima di entrare e uscire dalle nostre abitazioni, per poi assistere a innumerevoli episodi criminosi che confermano il degrado. Non intendiamo continuare ad essere trattati come criminali per il solo innocente motivo di abitare qui
Il comitato polemizza pure sull'attività delle forze dell'ordine indiscriminata e tutt'altro che mirata. Ci chiediamo come mai, nonostante il presidio fisso, si verifichino continue e palesi violazioni del codice penale. Inoltre con profondo rammarico constatiamo la totale mancanza di qualsivoglia rendiconto a noi interessati riguardo ai successi o alle difficoltà incontrate nel debellare lo spaccio e la prostituzione.
5 maggio 1998
La decisione nella riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica
Affitti controllati al Bologna Due
Potenziati anche i controlli antispaccio
Le forze dell'ordine affinano le tecniche per combattere il degrado al residence Bologna Due di Calderara - rifugio di spacciatori nordafricani, protettori e prostitute dell'Est -cercando di far terra bruciata attorno ai proprietari di appartamenti che vengono affittati e usati in modo illecito, talvolta con contratti irregolari.
È quanto è emerso ieri al termine della riunione del comitato provinciale per la sicurezza e l'ordine pubblico (convocato per il Bologna Due, ospite il sindaco di Calderara, Massimo Reggiani) con la partecipazione del prefetto Mosino e i vertici delle forze dell'ordine.
E durante la riunione s'è deciso anche di potenziare e razionalizzare i controlli antispaccio in galleria Due Agosto e in piazza Verdi.
Al residence cambiano anche le strategie dei controlli.
Abbiamo pensato di rimodulare la vigilanza - ha detto il questore Domenico Bagnato - per diminuire l'aggravio di personale. Insomma, cercheremo un modo nuovo di vigilare e di dare sicurezza ai cittadini.
Attualmente il controllo davanti al Bologna Due è affidato ai carabinieri della compagnia Borgo Panigale, con una copertura 24 ore su 24.
Uno sforzo troppo pesante per la caserma, visto che l'idea del comitato è di lasciare all'Arma solo le ore serali e notturne.
Al resto della giornata penserà la polizia municipale oppure attività diverse, ha detto il Questore.
Nessuno vuol scendere in particolari, anche perchè saranno gli incontri tecnici (fissati a breve termine) a decidere quali e quanti uomini tra vigili urbani e poliziotti controlleranno la zona del residence.
Trapela però che Cc, agenti e finanzieri faranno verifiche accurate sui proprietari di appartamenti che vengono affittati a persone che hanno problemi con la legge.
Per il sindaco di Calderara la riunione del comitato è servita per cercare di coordinare e per risolvere la situazione sia dal punto di vista dell'ordine pubblico che del recupero urbanistico. L'amministrazione chiederà fondi al ministero dei lavori pubblici e alla Regione per il recupero delle zone degradate.
23 aprile 1998
Poche ore dopo l'accoltellamento in piazza Verdi, una sparatoria in stazione
Un'altra notte di fuoco
Riparte la guerra tra bande di immigrati
Una notte di fuoco cominciata alle dieci di martedì sera con l'accoltellamento di due persone in piazza Verdi (ma era comparsa anche una pistola) e finita poco prima dell'alba di ieri con una sparatoria davanti alla stazione.
Bilancio finale, quattro extracomunitari feriti, per fortuna lievemente, e altri due immigrati in manette.
Con la consistente probabilità, dice il capo della Procura Ennio Fortuna, che il numero degli arresti aumenti proprio in queste ore.
L'ipotesi che preoccupa gli inquirenti è che i due episodi, che hanno reso incandescente il lavoro degli uomini della Questura negli ultimi due giorni, possano essere collegati fra loro.
È verosimile, dicono, che quei colpi esplosi da una persona scesa da un'auto, contro due tunisini seduti sul muretto che circonda le aiuole della stazione, sia stata la risposta al ferimento precedente, una sorta di spedizione punitiva per vendicare gli amici colpiti in piazza Verdi.
Tutto rientrerebbe comunque nel quadro altrettanto inquietante della guerra tra bande, legato soprattutto al controllo del mercato degli stupefacenti.
Un fenomeno nuovo per Bologna, sul quale indaga il pool del pm Valter Giovannini.
La prima vicenda, della quale si occupa il sostituto procuratore Antonello Gustapane, è successa intorno alle 10,30 della sera di martedì, in piazza Verdi.
I due feriti, entrambi marocchini, hanno raccontato agli investigatori di aver avvicinato due algerini per comprare della droga.
Stavano contrattando sul prezzo, quando uno dei venditori ha spianato una pistola sotto il naso dei marocchini pretendendo il portafogli.
È nata una rissa e l'algerino armato ha colpito una delle vittime con il calcio della pistola facendolo cadere a terra tramortito.
Poi ha esploso un colpo in aria.
L'altro marocchino immobilizzato, si è fatto portar via tutto quello che aveva in tasca 600mila lire.
A quel punto sono intervenuti altri extracomunitari e l'immigrato rapinato ha preso anche una coltellata a un braccio.
Non grave, fortunatamente (guarirà in otto giorni), tanto da consentire al ferito di tornare in piazza Verdi dopo la medicazione, con i poliziotti del 113 e di individuare gli algerini aggressori.
Sono stati arrestati, hanno 26 e 23 anni.
Poche ore di quiete, poi scoppia un altro finimondo.
Sono le due di notte quando un'auto arriva nel piazzale della stazione.
Ci sono una quindicina di persone ferme vicino all'aiuola.
Alcuni sono seduti sul muretto.
La macchina, una Peugeot 205, si ferma, col motore acceso.
A bordo quattro persone: una scende e si avvicina a due extracomunitari, estrae una pistola di piccolo calibro e spara tre colpi.
Ferisce entrambi alle gambe, in modo leggero, come se volesse lanciare un avvertimento o punire chi ha colpito gli amici.
I due guariranno in dieci e due giorni.
L'auto riparte a tutta velocità.
Ieri gli uomini dell'Uct hanno sequestrato al Bologna due di Calderara di Reno un mezzo che potrebbe essere quello usato per l'aggressione davanti alla stazione.
È rubato, ma le ricerche degli investigatori però, fino a questo momento non hanno dato esito.
12 aprile 1998
San Lazzaro: blitz dei Cc, gli immigrati si difendono a sassi e pugni, 5 arresti
Battaglia nel casolare dello spaccio
Sotto l'albero un chilo di marijuana
Battaglia a San Lazzaro tra carabinieri e spacciatori.
Sassi contro le divise, botte, inseguimenti.
Perdite da entrambe le parti: cinque gli extracomunitari arrestati, tre i militari feriti.
Ma il centro di spaccio allestito in un casolare a est di Bologna è stato smantellato.
Gli spacciatori non arrestati sono stati dispersi nelle campagne e passerà del tempo prima che riescano a riorganizzarsi.
La battaglia del casolare è l'ennesimo episodio della capacità di reazione degli spacciatori stranieri, braccati senza sosta anche dopo le ultime operazioni al residence Bologna 2.
Proprio la pressione a Calderara e in centro, li ha convinti a spostarsi verso San Lazzaro, dove nessuno si aspetttava una quindicina di extracomunitari dentro un casolare.
I primi militari arrivati per una perquisizione erano pochi, sono riusciti a bloccare solo due persone mentre dalle finestre del retro venivano lanciati fuori mezzo chilo di haschisc.
Accortosi dell'irruzione, gli altri hanno cominciato a lanciare sassi dai piani alti.
Sono stati chiamati rinforzi, il casolare è stato circondato, ma una decina di tunisini era già scappata nei campi.
Nel cortile del casolare, sotto un albero è stato recuperato un chilo di marijuana.
Il prologo della battaglia c'era stata il 2 aprile quando in piazza Bracci, centro del paese, erano stati arrestati un tunisino di vent'anni e la sua ragazza italiana, Elisa D'Ambrosio, tossicodipendente di 26 anni, mentre stavano spacciando.
I controlli si sono intensificati e si è aperta la caccia ad uno dei piccoli boss dello spaccio, detto 'lo sfregiato' per il taglio dalla tempia al mento che lo contraddistingue, personaggio proveniente dalla Montagnola.
La trappola è scattata venerdì pomeriggio, proprio in piazza Bracci.
Lo 'sfregiato', che ha detto di chiamarsi Mohamed Lofti, è stato colto di sorpresa mentre cedeva decine di dosi di eroina a due suoi sottoposti.
Tensione, un accenno di reazione del capo che si è placato subito, scene isteriche di uno dei due manovali, fuga dell'altro.
Una fuga funambolica per centinaia di metri: il tunisino ha corso finché ha avuto fiato, saltando recinzioni,
entrando trafelato negli uffici di una azienda, saltando sopra le scrivanie degli impiegati sbigottiti, sempre con i carabinieri dietro.
La corsa è finita in via Kennedy, dove alcuni cittadini hanno segnalato che il fuggitivo si era nascosto sotto una Panda.
Non è stato affatto facile tirarlo fuori di lì.
11 aprile 1998
Primo risultato delle indagini dopo due tentati omicidi: si delinea una 'guerra' tra connazionali
Colpo alle bande d'immigrati
Presi quattro tunisini, sparavano per droga e sesso
Secondo la procura, tra gli arrestati ci sono i responsabili degli agguati del 25 febbraio al residence 'Bologna Due' e del 14 marzo in via Emilia Ponente
Nell'abitazione di uno dei fermati a Loiano, trovati un fucile a canne mozze, denaro e due etti e mezzo di cocaina
Lo scenario è quello di una sfida tra un gruppo di extracomunitari di Tunisi-città e un gruppo originario di Sfax, sobborgo della capitale del Paese nordafricano
Servizio all'interno
Dietro gli agguati al Bologna Due e in via Emilia Ponente una guerra per droga e prostituzione
In galera una gang di tunisini
L'accusa: hanno tentato di uccidere due loro connazionali
Per arrivare a lui hanno usato ogni mezzo.
Hanno tentato di uccidere due 'suoi' uomini e sequestrato la sua fidanzata.
Lo hanno trovato il 6 aprile, ma Fki Alì Mohamed è riunito a salvarsi, per miracolo.
Una caccia all'uomo disseminata di indizi e segnali che carabinieri e polizia hanno seguito fino ad arrivare al gruppo di fuoco, ai componenti di una delle due bande di extracomunitari che da mesi si stanno combattendo per il controllo del territorio a Bologna.
Quattro tunisini sono stati arrestati.
L'accusa è tentato omicidio.
Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Lucia Musti, sono convinti che siano loro i boss di una delle organizzazioni che gestisce lo spaccio di stupefacenti e la prostutuzione nel bolognese.
Una scia di sangue, che parte il 25 febbraio quando, al residence Bologna Due, viene trovato Raja Amid, marocchino di trent'anni, ferito alle gambe da proiettili sparati con un fucile a canne mozze.
Tutto fa pensare ad un regolamento di conti fra gruppi di extracomunitari.
La stessa storia si ripete sabato 14 marzo quando in via Emilia Ponente viene ritrovato un tunisino ferito alle gambe quasi dissanguato.
Anche lui era stato punito perché non aveva voluto rivelare dove fosse qualcun altro, forse il suo 'capo'.
Emergono analogie, incroci, a cui gli agenti della Squadra mobile e i carabinieri arrivano parallelamente: da questo momento in poi le indagini diventano unitarie.
Con una difficoltà, peraltro abituale in questi casi: i due extracomunitari finiti in ospedale non parlano, non spiegano.
Ma il 19 marzo i carabinieri di Borgo Panigale fermano e arrestano Rida Harac, un tunisino di 32 anni: nel residence dove vive, a Loiano, trovano un fucile a canne mozze, più di due etti e mezzo di cocaina pura, denaro, un visore notturno e una parrucca.
È il 6 aprile quando il gruppo di fuoco raggiunge Fki Alì Mohamed, ma riesce solo a ferirlo alle braccia e alle gambe.
Intanto gli inquirenti scoprono che tutti e tre i nordafricani feriti fanno parte di una stessa banda, quella di Sfax, sobborgo di Tunisi, in lotta con quella di Tunisi-città, il cui capo è in galera a Milano, ma i cui gregari operano nel bolognese.
Diventano così più chiari i contrari del nuovo scenario della criminalità che si contende il mercato dello spaccio di stupefacenti e il controllo della prostituzione: Tunisi contro Sfax, probabilmente per uno sgarro, forse perchè quelli di Sfax non vogliono più comprare droga da quelli di Tunisi, che impongono modalità di smercio e prezzi.
Le indagini imboccano questa pista e arrivano ai quattro componenti della banda di Tunisi, tutti con alle spalle una lunga lista di reati legati allo spaccio.
Per tre di loro scatta il fermo, in relazione alle tentate esecuzioni del 25 febbraio e del 14 marzo: Nacach Bilele, 30 anni; Rida Yaser, 33 anni, nato a Beirut ma di nazionalità tunisina, che tenta di far perdere le proprie tracce ma viene ripescato a Brescia; Lofti Hosni, 26 anni, conosciuto come 'Didì', il braccio armato del 'capo' della banda, Mohamed Alì, arrestato mesi fa a Milano.
Rida Harac, invece, viene raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Lettera dell'8 aprile 1998
Bologna 2 con la polizia è peggio
Sono riusciti ad accoltellarsi un'altra volta.
Movente lo spaccio di droga.
Tutto questo dopo 40 giorni di controlli dei carabinieri e due perquisizioni tra febbraio e marzo.
Da rilevare che questi controlli a tappeto, spesso, oltre che a provocare disagi anche ai condòmini onesti, assumono contorni paradossali visto il ripetersi di fatti di sangue.
I condòmini onesti soffrono la totale insicurezza in cui si trovano
è paradossalmente amplificata dalla costante presenza delle forze
dell'ordine.
Più volte abbiamo detto che i soggetti pericolosi vanno allontanati, e se stranieri, rimpatriati effettivamente.
Più volte abbiamo detto che bisogna intervenire contro i proprietari che affittano 'disinvoltamente'.
Invece ci sono soggetti pericolosi che vengono messi qui agli arresti domiciliari.
L'ultimo esempio è quello dell'autista del raid omicida di via della
Cooperazione, che e' stato prima scarcerato per "vizio di forma" poi riarrestato (perche' si è costituito) poi rimesso qui agli arresti domiciliari.
Il Consiglio Comunale di Calderara del 31 amrzo ha votato, all'unanimità, una variante al piano regolatore che individua l'area in cui
sorge la stabile come "zona di Recupero" da assoggettare a "piano di recupero di iniziativa pubblica".
Ci auguriamo che questo piano venga redatto, discusso
con abitanti e proprietari dello stabile, nonchècon tutti i cittadini di Calderara e che poi venga rapidamente attuato.
IL COMITATO DI VIA GARIBALDI 2
7 aprile 1998
Secondo ferito in una settimana
Residence Bologna 2, tunisino accoltellato
Ancora un accoltellamento al residence "Bologna 2" di Calderara di Reno.
Dopo il tunisino ferito a coltellate nella notte tra lunedì e martedì, ieri alle 5 un altro tunisino (36 anni, residente a Castel San Pietro, con precedenti), è stato ferito, forse per motivi legati alla droga, con un'arma da taglio alle braccia e alle gambe.
L'uomo è stato medicato al Maggiore, dovrebbe guarire in 20 giorni.
L'aggressione sarebbe avvenuta all'interno di un appartamento e proseguita lungo le scale, l'aggressore sarebbe già stato identificato.
3 aprile 1998
L'omicidio-suicidio causato dai debiti
Strage di Molinella oggi esequie delle quattro vittime
...
Sono stati identificati gli aggressori del tunisino ferito a coltellate martedì all'alba nel residence "Bologna 2" di Calderara, forse per un regolamento di conti legato allo spaccio.
Ma a loro carico non sono stati emessi ancora provvedimenti cautelari.
L'aggredito - un clandestino di 29 anni, con precedenti per spaccio - è stato ferito in modo molto leggero al viso e al dorso.
All'ospedale Maggiore, dove è stato medicato e subito dimesso. è stato giudicato guaribile in sette giorni.
Ai carabinieri, ai quali si è rivolto dopo l'aggressione, il nordafricano ha raccontato di essere stato assalito da cinque persone che si erano introdotte nel suo appartamento, all'interno del residence, e che erano fuggite subito dopo.
1 aprile 1998
Liberati venerdì per vizio di forma
Sospetti omicidi tornano in galera
Erano stati scarcerati venerdì, per un vizio di forma, i due marocchini accusati dell'omicidio del connazionale Mahjoub Elairobi, 26 anni, ucciso con una coltellata che gli spaccò il cuore il 26 febbraio vicino al centro di accoglienza dell'Arcoveggio.
Redovane Ouldjzza, 29 anni, e Mohamed Sahil, 28, sono però di nuovo in carcere: il primo è stato fermato, su disposizione del pm, la notte scorsa dai Cc nel Residence Bologna Due di Calderara, il secondo si è costituito in Procura.
La scarcerazione era stata disposta dal Tribunale del riesame perchè nel fascicolo non era stato allegato l'album fotografico di riconoscimento ma solo il verbale di identificazione.
Un errore possibile anche perchè il difensore aveva presentato istanza di scarcerazione anche al Gip, per cui erano stati preparati due fascicoli.
Una disattenzione - ha detto il pm - perchè il personale amministrativo è insufficiente rispetto agli adempimenti che il codice prevede a garanzia della difesa.