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l'Unità 1997

25 aprile 1997 22 giugno 1997 13 agosto 1997 27 agosto 1997
13 settembre 1997 14 settembre 1997 8 ottobre 1997 10 ottobre 1997
16 novembre 1997 29 novembre 1997 3 dicembre 1997  


3 dicembre 1997

Calderara diReno

"Una bomba nel residence"
Ma era falso



Non c'è pace per i tanti inquilini perbene che vivono nel residence di via Garibaldi a Calderara di Reno, impropriamente battezzato dalle cronache "Bologna 2".
L'ultimo episodio di disturbo-oltre ai frequenti fenomeni legati allo spaccio, alla prostituzione e alla criminalità-è consistito in uno "scherzo" telefonico notturno di un sedicente appartenente al gruppo eversivo dei Nar, sigla rispolverata dagli anni di piombo, che annunciava la presenza della bomba nel palazzo.
Carabinieri e polizia, passato al setaccio il residence, non hanno trovato nulla.
I residenti hanno interpretato il gesto sconsiderato come l'ennesima provocazione e azione di disturbo da parte di chi, evidentemente, non gradisce gli sforzi del gruppo di condomini che si adoperano con tutte le loro forze per il risanamento dell'edificio e per renderlo un luogo di civile abitazione.
I nostri problemi sono tanti e stiamo cercando di risolverli con le armi della democrazia e delle leggi, dicono.
A loro spese, gli inquilini hanno realizzato l'allacciamento alla fognatura comnale e la ristrutturazione dell'impianto di riscaldamento.
Inoltre hanno fatto in modo che riaprisse il bar, dopo quasi cinque anni di assenza di ogni attività commerciale nei pressi dello stabile.
Sono già impegnati per sistemare nei prossimi mesi l'impianto elettrico e gli ascensori.

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29 novembre 1997

Non voleva prostituirsi

Stuprata una lucciola



Stuprata perché non voleva più saperne di prostituirsi e si era ribellata al "protettore".
Una punizione esemplare per lei e per le altre ragazze del "giro" affinché non osassero imitarla: una "prassi" purtroppo diffusissima negli ambienti dello sfruttamento della prostituzione.
La giovane di 25 anni, ucraina, sostenuta da un'amica, ha però trovato il coraggio di denunciare l'episodio e il suo sfruttatore.
Questi è uno slavo, già noto alle forze dell'ordine per precedenti di polizia specifici: si chiama Dzarit Gasi, 32 anni, detto "Galet".
La squadra mobile lo ha fermato martedì al residence "Bologna due" di Calderara di Reno.
Deve rispondere di reclutamento, induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, violenza sessuale e di concorso in attività dirette a favorire l'illecito ingresso in Italia di cittadini stranieri, con l'aggravante del lucro.
Su Galet la polizia già indagava da tempo.
Per un po' nel bolognese non si era visto e quando un anno fa aveva ripreso a frequentare Borgo Panigale rapidamente aveva messo in piedi la "solita" attività, ma stavolta seguendo i criteri usati dai rivali albanesi.
Gestiva dunque in proprio una dozzina di ragazze (sette, finora, sono state identificate), provenienti dall'est europeo (Ucraina, ex Jugoslavia) e per il controllo di esse e del denaro frutto della loro attività si raccordava con altri protettori: un modello operativo a compartimenti stagni, che offre più garanzie alla rete di sfruttatori (se una ragazza riesce a sporgere denuncia finiscono in manette una o due persone al massimo, non tutta l'organizzazione).
Le due coraggiose ragazze (entrambe hanno sporto denuncia) erano state attirate col miraggio di un lavoro come colf o come cameriera.
Dovevano invece prostituirsi molte ore al giorno e nei primi quattro mesi senza vedere una lira.
Dal quinto mese Galet qualche soldo glielo lasciava, ma le trattenute erano comunque a percentuali altissime.

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16 novembre 1997

La donna, di origine bosniaca, ha rischiato di morire dissanguata

Racket, sfregiata una lucciola



Brutale regolamento di conti nel mondo del racket della prostituzione.
Una prostituta bosniaca di 32 anni, Sabina T., è stata sfregiata al volto l'altra notte in via Bastia nella zona artigianale di Calderara di Reno da un uomo che l'ha aggredita con un coltello.
Un uomo determinato, che ha colpito con uno scopo preciso: sfigurare la donna per impedirle per sempre di lavorare.
L'obiettivo è stato raggiunto: la poveretta, oltre ad aver riportato orribili ferite, ha rischiato di morire dissanguata.
A salvarla dando l'allarme è stato un abitante della zona, che ha udito le grida e ha chiamato un'ambulanza del 118.
Sabina T. è stata ricoverata al Maggiore.
Le sue condizione, apparse inizialmente molto gravi, sono poi migliorate.
È stata sottoposta a un intervento chirurgico e non viene ora giudicata in pericolo di vita.
Il fatto è avvenuto poco prima dell'una in un tratto a ridosso della Persicetana, in zona Bargellino, frequentato da prostitute.
Dalle prime indagini, non risultano esserci testimoni dell'agguato.
L'aggressore ha probabilmente atteso che la bosniaca rimanesse sola sulla strada per poi entrare in zione.
I carabinieri della compagnia di Borgo Panigale che indagano sull'episodio, scartata immediatamente l'ipotesi che l'autore del gesto potesse essere un cliente insoddisfatto o un maniaco, hanno sentito nel corso della notte altre donne che si prostituiscono nella zona e hanno perquisito alcuni appartamenti del "Bologna 2" di Calderara di Reno, dove abita la donna aggredita.
Il coltello usato per compiere lo sfregio non è stato però trovato.
Gli investigatori, che ipotizzano un regolamento di conti, avrebbero già individuato uno slavo ritenuto autore dell'aggressione.
L'uomo, già ricercato per sfruttamento della prostituzione e minacce, è ora accusato anche di lesioni aggravate e porto abusivo di coltello.


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10 ottobre 1997

Nigeriana uccisa,
indagini da zero



Era certamente di una 38 special, o comunque di un'arma di grosso calibro, il proiettile che ha ucciso la notte tra il 25 e il 26 settembre Nosa Levett Eghreuba, prostituta nigeriana di 32 anni assassinata con un colpo di pistola alla nuca in un cortile di via Vittoria, a Borgo Panigale.
Il reperto, per quanto estratto piuttosto deformato dal cranio della donna durante l'autopsia, ha infatti le caratteristiche e soprattutto il peso di quel calibro.
È quindi escluso che a far fuoco possa essere stata la pistola sequestrata dai carabinieri poche ore dopo il delitto nel residence Bologna Due di Calderara, nell'abitazione di un'ex prostituta slava di 27 anni poi arrestata per detenzione d'arma e sfruttamento della prostituzione.
L'arma trovata a Olivera Turkovic, 27 anni, era di piccole dimensioni, una 7,65.
Il delitto dunque è tutt'altro che risolto, le indagini ripartono da zero.


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8 ottobre 1997

È uno slavo, considerato imprendibile: pretendeva 22 milioni al mese

Preso l'aguzzino di prostitute



È finita in manette la "primula rossa" dello sfruttamento, l'imprendibile aguzzino slavo di prostitute, che pretendeva un incasso minimo di 22 milioni al mese, circa settecento mila lire per serata, da ognuna delle ragazze che "controllava", pena maltrattamenti e pesanti sevizie.
Prima del capobanda erano stati arrestati dalla polizia altri tre cittadini della ex Jugoslavia tutti con l'accusa di sfruttamento della prostituzione.
L'indagine, avviata nel luglio scorso, si è conclusa venerdì notte con l'arresto del presunto capo del gruppo, Rifat Bonasta, 37 anni, considerato un "imprendibile" dagli investigatori per la sua abitudine di cambiare continuamente alloggio: alberghi, campi-nomadi della provincia, appartamenti nel residence Athena di Calderara di Reno.
Arrivare a lui è stato particolarmente difficoltoso perché anche la maggior parte delle prostitute aveva contatti soltanto con i suoi emissari.
L'uomo è stato anche denunciato per violenza sessuale nei confronti di una delle ragazze sfruttate, in totale undici, tutte di origine ucraina e di età compresa fra i 20 e i 25 anni.
In manette in precedenza erano finiti anche il figlio del presunto capo Fahri Bonasta, 20 anni, Besim Krasniqi di 30, e una ragazza Katarzina Malina Marzana di 21.
Secondo la polizia i tre avrebbero materialmente riscosso il denaro delle prostitute, mentre il "capo" sarebbe rimasto nell'ombra occupandosi del reclutamento nei paesi di origine.
L'arresto dei complici, nel mese di luglio, lo avrebbe costretto a venire allo scoperto, sia pure con molta cautela.
Di recente Bonasta aveva fatto cambiare zona a tutte le ragazze da lui controllare, che da Borgo Panigale si erano trasferite lungo i viali di circonvallazione.
E proprio qui, all'atto di riscuotere i soldi da una lucciola, è stato sorpreso il super-ricercato


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14 settembre 1997

Sette albanesi espulsi dopo la sparatoria



Sette albanesi identificati nell'ambito di un'operazione compiuta l'altra notte e risultati non in regola con i permessi di soggiorno sono stati espulsi e immediatamente rimpatriati secondo le disposizioni del governo.
L'operazione è stata eseguita dai carabinieri della compagnia di Borgo Panigale su disposizione del Comando provinciale.
Sono stati 135 gli stranieri fermati e identificati fra il residence "Bologna 2" di Calderara di Reno (dove l'altra notte un italiano aveva ferito a colpi di pistola un tunisino per questioni legate allo spaccio di stupefacenti), i viali e la stazione centrale.

Sparatoria al "Bologna 2"
Esasperazione a Calderara

È sempre la stessa storia: risse, sparatorie, prostituzione, spaccio di droga.
Siamo esasperati, non serve a niente che le forze dell'ordine facciano controlli tutte le sere: ci vuole un presidio fisso, qualcuno che stia qui a proteggerci.

Dopo la sparatoria dell'altra sera al residence "Bologna 2" di Calderara di Reno, in cui è rimasto ferito un tunisino di 37 anni, il comitato dei residenti, per bocca di Angelo Rizzi, chiede che la situazione venga affrontata una volta per tutte.
Basta con il Far west, dicono senza alcuna ironia.
Il far west l'altra sera è scoppiato poco dopo le 22: un agguato con lo scopo di dare una lezione, di lanciare un messaggio più che con il proposito di uccidere.
I cinque colpi che sono stati esplosi contro il tunisino (pregiudicato e tossicodipendente) Ben Alì Mungi hanno, infatti, raggiunto solo le gambe.
Probabilmente, doveva essere punito per qualche sgarro compiuto nella lotta per il controllo del traffico di stupefacenti.
E così si spiega-oltre che con il timore di un nuovo agguato-il tentativo che il ferito avrebbe fatto di coprire l'uomo che gli ha sparato.
Secondo i carabinieri Ben Alì Mungi non la racconta giusta, la sua ricostruzione di quanto accaduto l'altra sera non fila.
E allora al Maggiore, dove è ricoverato, è scattato il fermo per favoreggiamento.
Gli investigatori (coordinati dal sostituto procuratore Maria Vittoria De Simone) hanno, infatti, raccolto riscontri che contraddicono la versione del tunisino, talmente balbettata e rabberciata da infondere il sospetto che sappia delle cose che non vuol dire.
Intanto, è cominciata la caccia all'uomo che gli ha sparato.
I militari della Compagnia di Borgo Panigale lo hanno identificato.
Si tratta di un pregiudicato italiano, ora inseguito da un provvedimento di ricerca (per tentato omicidio) su tutto il territorio nazionale.
L'altra sera impugnava una pistola calibro 7 e 65 con la quale è fuggito.
Le pallottole hanno colpito Ben Alì Mungi a un piede e hanno provocato la frattura di tibia e perone della gamba sinistra.
La prognosi è di 35 giorni.
Al "Bologna 2" da tempo il Comune di Calderara è impegnato per cambiare la destinazione d'uso dello stabile, dove un terzo dei 196 appartamenti è occupato da bande che controllano giri di prostituzione o di droga:
Passando da residence a condominio aumenterebbe la possibilità di un controllo degli affittuari-aggiunge Rizzi-il piano di ristrutturazione del Comune è già in fase di elaborazione.
Il problema è banale, ma, finora, insuperabile: i proprietari qui sono tanti e non si riesce a metterli d'accordo.



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13 settembre 1997

Sparano a Calderara
Ferito un albanese



Un extracomunitario probabilmente albanese è stato ferito a colpi di pistola verso le 22,15 al residence "Bolonga due" di Calderara di Reno.
L'uomo è stato trasportato in ambulanza all'ospedale Maggiore; è stato ferito alle gambe e i sanitari lo hanno giudicato in condizioni di media gravità.
Sul luogo della sparatoria sono intervenute numerose pattuglie dei carabinieri.
L'episodio di ieri sera secondo gli investigatori potrebbe rientrare in una guerra tra "bande" legate allo spaccio di droga e alla prostituzione, o essere stato provocato da uno "sgarro" negli stessi ambienti.


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27 agosto 1997

Tre lucciole comprate per dieci milioni
Si ribellano e vengono sequestrate



Arrestate tre persone che stavano portando le ucraine
sui marciapiedi di Borgo Panigale
Scoperti dopo una lite con un'altra prostituta


Dieci milioni.
Questo il costo di tre ragazze ucraine di 22, 23 e 24 anni da avviare alla prostituzione e comprate da un "amico" a Venezia.
I carabinieri della compagnia di Borgo Panigale hanno posto in stato di fermo Vera Latas, una ragazza serba di 34 anni in Italia clandestinamente, il suo compagno tunisino e un italiano di Castel San Pietro che con la donna stavano organizzando il "debutto" delle nuove reclute sui marciapiedi di Borgo Panigale.
In stato di fermo anche lo slavo che ha venduto le tre ragazze nella Serenissima.
Per tutti l'ipotesi di reato è associazione per delinquere finalizzata al reclutamento di prostituzione, insieme a sfruttamento, favoreggiamento e istigazione.
Il pomeriggio del 21 agosto scorso, le tre ucraine sono state "preparate" dalla coppia per iniziare il mestiere a Borgo Panigale, mentre sul posto stava già "lavorando" un'albanese.
A quest'ultima è stato intimato dalla Latas di allontanarsi dal territorio perchè sarebbero dovute subentrare le colleghe.
Ne è nata una lite sfociata in percosse ai danni dell'albanese.
Quest'ultima ha poi denunciato la Latas e il convivente ai carabinieri.
Nel frattempo le tre ragazze ucraine che si erano ribellate ai due sfruttatori venivano messe sotto chiave in un appartamento del residence di Calderara Bologna Due.
La Latas e il tunisino sono stati così denunciati anche per sequestro di persona e percosse.
Nella suddivisione dei compiti, il complice italiano aveva il ruolo di autista nei trasferimenti della coppia e nel trasporto delle nuove reclute.
Le ragazze ucraine, tutte senza permesso di soggiorno, si sono allontanate da Bologna.
Nell'ambito delle perquisizioni messe in atto dai carabinieri al residence Bologna Due, i carabinieri hanno poi rinvenuto in due appartamenti una quantità notevole di oggetti rubati: capi di abbigliamento fra cui una quarantina di camicie, orologi, macchine fotografiche e apparecchi hi-fi, set di bicchieri e altri oggetti fra cui un calice per la distribuzione delle ostie.
Sono state poi ritrovate una quantità considerevole di biancheria per la casa ancora impacchettata e quattro mountain-bike.
Gli agenti hanno posto tutto sotto sequestro e hanno denunciato a piede libero per ricettazione otto extracomunitari (sette tunisini e un marocchino), tutti residenti al Bologna Due di Calderara.
Nel corso del servizio è stato denunciato anche un pregiudicato sardo per il tentato furto di un Furgone Fiat Ducato.


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13 agosto 1997


Faceva il buttafuori al bowling di via Otto Colonne


Arrestato ex vigilante che sfruttava prostitute



Otto prostitute per arrotondare lo stipendio di buttafuori al bowling di via Otto Colonne.
Un ex vigilante della Patria, licenziato fra l'altro dall'azienda perchè rubava approfittando del tipo di mestiere, è stato arrestato domenica per detenzione illegale di arma da fuoco, trovata nel suo armadietto personale sul posto di lavoro.
Ma siccome insieme alla Beretta 34 calibro 9 sono stati trovati anche i passaporti appartenenti a due ragazze rumene, i carabinieri della stazione di viale Panzacchi hanno fatto scattare le indagini.
Andrea Anastasio, 31 anni di Maiori, provincia di Salerno, e residente a Bologna da diverso tempo, si manteneva nel lusso sfruttando otto ragazze dell'Est, arrivate nella nostra città dalla Romania e per condurre meglio il suo traffico aveva pure affittato per loro tre appartamenti, due dei quali al residence Bologna Due di Calderara di Reno.
Fra loro c'era anche una minorenne.
Secondo due delle ragazze, Anastasio chiedeva loro 500mila lire per ogni sera sul marciapiede.
Durante i controlli, nel suo appartamento di via de' Coltellini, i militari hanno trovato due milioni in contanti, due banconote false rifilate probabilmente a qualcuna delle ragazze da un cliente e alcune sostanze anabolizzanti (in passato era stato culturista).
L'uomo è stato denunciato a piede libero per sfruttamento della prostituzione e possesso di banconote false.


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22 giugno 1997


Bologna 2, accoltellato
albanese di 32 anni



Ancora disordini nel residence Athena di Bologna 2 a Calderara di Reno.
Nella serata di venerdì, verso le 23, è stato accoltellato un cittadino albanese, Agim Sokrat Kamberi, nato nel 1996.
Il colpo di arma da taglio a un gluteo gli è stato sferrato da un altro straniero nel corso di un violento litigio.
Questi è poi riuscito a defilarsi e i carabinieri non sono ancora riusciti ad identificarlo.
Il ferito, residente a Calderara, nullafacente e pregiudicato, è stato trasportato all'ospedale Maggiore e giudicato guaribile in quindici giorni.
Per i carabinieri potrebbe essersi trattato di un regolamento di conti nell'ambito dello sfruttamento della prostituzione, ma senza l'intenzione di uccidere.
Intanto continuano le proteste da parte dei cittadini che abitano nel residence.


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25 aprile 1997


Bimba albanese di 8 anni
per mesi tra le prostitute



La piccola viveva in un monolocale con mamma e zia
entrambe denunciate, nel residence Athena di Calderara


Una bambina albanese di soli otto anni ha vissuto per mesi nella casbah del cosiddetto Bologna 2, il famigerato residence "Athena" di Calderara di Reno, dove, insieme a un gruppo di famiglie perbene, abitano decine di prostitute, sfruttatori e criminali di ogni risma.
La bimba, hanno accertato i carabinieri della compagnia di Borgo Panigale e le assistenti sociali di Casalecchio, viveva in una condizione di alto rischio: non andava a scuola, non era stata sottoposta alle vaccinazioni obbligatorie e abitava in un piccolissimo monolocale insieme alla mamma ventisettenne e alla zia di 23 anni, entrambe prostitute.
Dai primi accertamenti, non risulta che la piccola abbia subito vilenze fisiche, ma certo l'ambiente in cui era costretta a vivere non era dei più adatti a una bambina di quell'età.
La mamma e la zia, secondo quanto hanno appurato i carabinieri, esercitavano la prostituzione prevalentemente in strada, ma nessuno può sapere con certezza che cosa avvenisse nell'alloggio, se la bimba venisse lasciata sola la notte e a quali scene abbia potuto casualmente assistere.
La difficile situazione della ragazzina era nota alle assistenti sociali ma, dopo che il mese scorso il tribunale dei minori aveva sospeso la patria potestà della madre sulla figlioletta e disposto la custodia della bimba in un ambiente protetto, non era stato più possibile rintracciarla.
La bimba è stata invece trovata durante il blitz anti-prostituzione compiuto dai carabinieri martedì all'alba nel residence "Athena".
Controllando una cinquantina di mini-appartamenti utilizzati da un'ottantina di prostitute extracomunitarie, i militari hanno rintracciato la bambina nel monolocale occupato dalla mamma e dalla zia.
Le assistenti sociali hanno preso in affidamento la piccola insieme alla madre e le hanno alloggiate in una casa protetta di Casalecchio.
Ma dopo appena ventiquattr'ore si sono rivolte ai carabinieri per denunciare la scomparsa della ragazzina e della donna.
I militari sono ritornati allora al "Bologna 2" e qui hanno rintracciato la bambina nel monolocale con la zia.
A questo punto le assistenti hanno deciso di portare la piccola in un istituto per minori allontanandola dalla madre, la quale per opporsi al provvedimento è andata in caserma con la sorella e si è scagliata contro i militari dando in escandescenze.
Le due donne, oltre alla denuncia per sottrazione di minore, ne hanno così rimediata anche una per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.

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