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la Repubblica 1991

28 settembre 1991 18 settembre 1991
15 settembre 1991 14 settembre 1991




28 settembre 1991


Bologna 2, assemblea di inquilini


Una lapide per Tommaso



Una lapide, scolpita a lettere dorate sul marmo, e affissa sul muro del palazzo del Bologna 2 di Calderara di Reno, ricorderà la tragica morte di Tommaso Fontana, il bimbo di 7 anni che correndo in bicicletta sul pianerottolo, precipitò dal terzo piano il 13 settembre scorso.
È una lapide che tutti gli inquilini del residence hanno voluto, e per la quale tutti loro hanno dato un contributo finanziario, per quanto hanno potuto.
Si son raccolti così due milioni e la lapide, domani mattina alle 10 verrà scoperta dal sindaco di Calderara.
Porta le semplici parole di Qui cadde e morì Tommaso Fontana di anni7, il 13 settembre 1991, giocando.
Un tasso, interrato nel cortile, è un altro dono che l'azienda agricola Bergonzini ha voluto offrire per ricordare Tommaso.
La scomparsa del bambino ha intanto avuto l'effetto di far incontrare gli inquilini, di farli conoscere tra loro.
E lunedì sera, nella sala del consiglio comunale di Calderara, alle 21, si incontreranno tutti per chiedere che sia riportata la legalità e la serenità a chi nel residence vive, turbato da episodi di microdelinquenza e spaccio.
Discuteranno della nomima del comitato inquilini, e dell'opportunità che tutte le etnie siano rappresentate.
Vogliono verificare i contratti d'affitto, la loro legalità e la possibilità di ottenere l'equo canone.
Infine chiederanno un incontro col comune per definire la destinazione d'uso del Bologna 2.


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18 settembre 1991


Il residence dove è morto Tommy


Il Bologna 2 piccolo Bronx dimenticato



Zona franca della malavita, Bronx senza legge, centro di speculazioni ai danni di immigrati italiani ed extracomunitari.
Ci sono tutte le premesse per definire il piccolo quartiere-dormitorio di "Bologna 2", dove venerdì scorso un bimbo di 6 anni è morto precipitando dal balcone di casa, un ghetto dove vivere è rischioso.
Al punto che un gruppo di abitanti, stanchi delle solite storie di ordinaria malavita e del degrado, ha deciso di denunciare tutto alla Magistratura.
Ieri, una prima eco di questa denuncia è rimbalzata in Consiglio comunale a Calderara grazie a un'interpellanza del consigliere PSI Michele Ruffo.
Il testo riassume un quadro desolante in cui si trova questo angolo di provincia abbandonato dalla legge e dalle forze dell'ordine.
Alle frequenti violazioni del codice penale, secondo Ruffo, si aggiunge un astuto business ad opera di alcuni gruppi immobiliari che si sono divisi buona parte dei 236 mini-appartamenti (la media è di 30 metri quadrati) del residence "Athena" (il nome del "Bologna 2" originariamente residence per vip) affittandoli al prezzo medio esorbitante di un milione al mese.
I contratti sono "uso foresteria" e le regole rigidissime: al primo giorno di ritardo nel pagamento si interrompono le erogazioni di gas, acqua e luce..
Proseguendo nel suo rendiconto, Ruffo, nell'interpellanza, cita alcune spese.
317 milioni di "uscite" condominiali ripartite fra i 236 appartamenti e fra le voci di spesa ci sono oltre 7 milioni per il conto del giardiniere, 2,5 milioni per lo sgombero della neve, 22 milioni per lo spurgo delle fogne e oltre 125 milioni per il combustibile da riscaldamento.
Secondo Ruffo, queste cifre sono la testimonianza dell'ulteriore speculazione delle aziende immobiliari.
Con canoni di simile portata, gli appartamenti devono essere divisi fra molte persone.
Ne consegue che la popolazione ufficiale è di 330 persone, mentre quella effettiva è stimata intorno a 1500 persone.
A questo si aggiunge una criminalità oltre i livelli di guardia e una presenza di tossicomani tale da impedire ai bambini di giocare nei giardini a causa delle siringhe abbandonate.
Gli abitanti sono un'umanità stivata in un ghetto sulla quale si specula sfruttando il bisogno di case, dice Ruffo.
Quest'ultimo fa una proposta: evacuare la popolazione eccedente e affidare il residence a una sola società di gestione cambiando la destinazione d'uso del complesso.


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15 settembre 1991


Caduto dal balcone


Il piccolo Tommaso è morto ieri all'alba


Erano troppo gravi le ferite riportate nel tragico volo


Servizio all'interno


Il bambino caduto dalla terrazza del residence di Calderara è morto ieri mattina al Bellaria


Tommy non ce l'ha fatta


Inutile l'operazione, erano troppo gravi le ferite riportate precipitando dal terzo piano dopo aver sbattuto con la bicicletta contro il parapetto, forse un po' basso


Non ce l'ha fatta. Alle 5,30 di ieri mattina si sono spente definitivamente le deboli speranze di tenere in vita il piccolo Tommaso Fontana.
Già da venerdì sera la situazione era apparsa disperata.
Inutile la corsa da un ospedale all'altro ed inutile anche, purtroppo, l'operazione tentata dall'equipe del professor Giulio Gaist.
La breve esistenza di Tommaso si era già infranta contro la grata su cui il piccolo ha battuto il capo precipitando dal terzo piano.
Un gioco di bimbi e questa volta per Tommaso la corsa in bicicletta, sul ballatoio comune, è terminata contro un parapetto di soli ottantacinque centimetri.
Pochi per garantire la sicurezza e l'incolumità di una persona.
Pochi purtroppo anche per l'altezza di un bimbo.
Ci criticano - protestano le madri dei bimbi al residence Athena - perchè i nostri figli fanno chiasso e giocano sul ballatoio. Ci dicono di mandarli a giocare nel prato del cortile interno. Dimenticano che da tempo quello è un luogo con più siringhe che fili d'erba.
Ed effettivamente anche se qualcuno si prodiga per dimostrare il contrario, il residence Athena, meglio conosciuto come "Bologna 2", ricorre purtroppo spesso come teatro di fatti non limpidissimi della cronaca bolognese.
Storie di droga e di delinquenza, mescolate a storie di povera gente, venute a Bologna in cerca di una sistemazione migliore.
Il sogno del nord si spegne per loro in un palazzone grigio uniforme, un sogno uguale per tutti, tra quattro mura che vanno dai 30 ai 60 metri quadri.
Per la famiglia Fontana il sogno è svanito per sempre.
Sono venuta da giù per farlo morire continua a ripetere nella disperazione la mamma di Tommaso.
Il resto, come spesso accade nelle storie di povera gente, è rassegnazione.
Rassegnazione per una vita ai margini, lontano dalla propria terra.
Rassegnazione per una vita dove il gioco dei bambini si mescola alle devianze dei grandi, un gioco dove il pericolo si nasconde in ogni angolo.
Purtroppo questa volta è toccato ad un bambino di soli sette anni, Tommaso ha pagato con la vita, ha pagato per la sua vivacità, comune certo a quella dei suoi coetanei, per la sua voglia di gioco, pare assurdo ma in questo caso ha pagato soprattutto perchè bambino.
Per gli amici ed i compagni di scuola (la seconda elementare di Via Roma), Tommaso rimarrà per sempre nel ricordo di un pomeriggio di pioggia, un pomeriggio vissuto tra la paura, la tristezza ed un insolito momento di protagonismo.
Per noi Tommaso era come un figlio - racconta la signora Garofalo - qui veramente siamo in molti dello stesso paese e così i bambini vanno e vengono da una casa all'altra. Per noi è un modo come un altro per sentirci ancora a casa. Tommaso poi - prosegue tra le lacrime - era pieno di vita, giocava al calcio, andava in una palestra qui vicino, anche a scuola era molto bravo. Di più non so cosa dire, con lui ieri pomeriggio c'era anche mio figlio, si erano appena scambiati la bicicletta. Io la capisco quella povera donna, l'altro pomeriggio per un attimo ho pensato che laggiù ci fosse il mio Giuseppe, ho cominciato a gridare. Per un attimo ho pensato di morire.
E per i genitori di Tommaso davvero il mondo si è fermato, distrutti dal dolore, provati da diciasette ore di inutile speranza, gravati da un senso di colpa che purtroppo in questi casi si chiama soltanto destino, ora aspettano di potersi riprendere quel corpicino per accompagnarlo l'ultima volta.
Per Tommaso compiranno il viaggio a ritroso fino a Casapessenna.
Il paese del casertano che dieci anni fa li ha visti partire con un biglietto per la speranza ed ora li riaccoglie per dare l'ultimo saluto ad una piccola vita andata a frantumarsi al Nord insieme ad un sogno.


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14 settembre 1991


Era in bicicletta, ha sbattuto contro il parapetto ed è precipitato. È in coma.


Un salto nel vuoto


Bambino di sei anni cade dal balcone


Un salto nel vuoto di dieci metri.
E il piccolo Tommaso Fontana, sei anni, è tra la vita e la morte.
Dal ballatoio al terzo piano del residence "Athena" di Calderara di Reno, più noto come "Bologna 2", la corsa in bicicletta di Tommaso si trasforma in tragedia.
È all'incirca mezzogiorno quando Tommaso assieme ad altri tre coetanei gareggia in bicicletta sul ballatoio che corre per tutte la lunghezza della costruzione.
Una piccola distrazione, forse, e per Tommaso è lo schianto.
Catapultato dalla sella davanti agli occhi attoniti degli amichetti, Tommaso salta il parapetto e compie un volo di tre piani schiantadosi sulla grata di uno sfiatatoio del cortile interno.
La macchia di sangue è lì mentre a pochi centimetri dalla terra soffice del prato che, forse, avrebbe potuto attutire il fatale schianto.
Correvamo in bicicletta avanti e indietro - racconta Giuseppe Garofalo, uno dei compagni di gioco di questa tragica mattinata - arrivato al parapetto Tommaso è proprio saltato giù. E quando mi sono affacciato lui stava laggiù con tutto il sangue che usciva dalla testa e dalle orecchie.
Anche la mamma di Tommaso Zara un altro dei bimbi che giocava insieme al piccolo Fontana conferma: Stava in fondo, poteva essere mio figlio. È impossibile descrivere la disperazione di quella povera donna. Prima è svenuta, poi è corsa accanto a Tommaso. Piangeva, si graffiava per la disperazione.
I coniugi Fontana abitano al residence "Athena" da dieci anni, brava gente dicono i vicini.
Lui muratore, emigrato da Caserta come molti al residence, la notizia l'ha avuta sul posto di lavoro, un cantiere poco distante.
La madre, una giovane donna di 29 anni, è in casa con l'altro figlio, il piccolo Alessandro di quattro anni, a lei purtroppo non è stato risparmiato lo strazio del piccolo corpicino dieci metri più sotto.
Poi la corsa disperata dell'ambulanza fino al Maggiore, dove i medici, accertata la gravità del piccolo, hanno deciso di trasferirlo al Bellaria.
Tommaso ha anche una frattura grave della base cranica, con sfondamento e lacerazione del vaso corticale.
L'equipe chirurgica del professor Gaist lotta contro il tempo, mentre ad aggravare la situazione sopravvengono anche dei grossi problemi di coagulazione.
Tommaso, ora in sala rianimazione, lotta disperatamente con il suo piccolo corpicino.
In rianimazione con trauma cranico e prognosi riservata è finita ieri anche la piccola Elisa Tornesi di sette anni residente a Montaldino.
È stata travolta da un'auto ieri pomeriggio intorno alle 15 mentre con i genitori attraversava via Stalingrado all'altezza dell'uscita della Festa dell'Unità.


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