Il Resto del Carlino 2000: da gennaio a giugno
23 giugno 2000
Ecco i miei aguzzini
La denuncia di una ragazzina serba costretta a prostituirsi. Sei arresti
Una ragazzina serba di 15 anni, arrivata in Italia con il miraggio di un lavoro pulito e poi costretta con le botte a prostituirsi, ha telefonato a una coetanea a Belgrado che le ha promesso aiuto.
Quando, dopo 8 mesi di marciapiede, è riuscita grazie a un cliente a denunciare gli sfruttatori, ha scoperto che l'amica del cuore, per aiutarla, era finita nelle grinfie dello stesso racket.
La storia è stata raccontata dalla Squadra mobile che ha eseguito 6 dei 12 fermi richiesti dalla pm Elisabetta Melotti a carico di 4 donne e due uomini serbi, kosovari e bosniaci.
La protagonista della storia, chiamata dagli investigatori Martina, era stata portata in auto dal confine sloveno direttamente a Bologna nel luglio '99.
Aveva rifiutato di prostituirsi e aveva tentato la fuga, ma alla fine aveva ceduto alle botte: rinchiusa in un primo tempo nel residence di Calderara di Reno, era stata costretta a vendersi sulla via Emilia, alla Pioppa, da mezzogiorno alle 4 di notte.
Dopo aver atteso invano l'aiuto promesso dall'amica "Sara", Martina nel marzo di quest'anno si è rivolta a un cliente che l'ha accompagnata in questura a Modena.
Quando alla ragazzina, ospitata in una struttura protetta, i poliziotti hanno mostrato foto di sfruttatori e prostitute, lei ha riconosciuto l'amica Sara.
Ma Sara, terrorizzata, ha negato tutto: solo alla vista dell'amica è scoppiata in lacrime e ha denunciato gli aguzzini.
Sara, chiedendo informazioni sull'amica, era stata rapita dagli stessi sfruttatori che, con botte e minacce, l'avevano costretta a prostituirsi nella stessa zona di Martina, avendo cura di non far mai incontrare le due quindicenni.
Gli investigatori hanno raccolto anche le testimonianze di altre 11 donne sfruttate, tra cui una diciassettenne.
Servizio nelle pagine nazionali
Storia di due ragazzine slave schiavizzate da una banda di sfruttatori a Bologna. Riesco a ribellarsi e a far arrestare i loro aguzzini
Finisce sul marciapiede per salvare l'amica
Otto mesi di inferno, di botte e di fughe
C'è Martina, che ha solo 15 anni, e di Bologna conosce un pezzo di via Emilia, a Borgo Panigale, il quartiere a luci rosse.
C'è Sara, che è amica del cuore.
Sono cresciute assieme a Belgrado, hanno la stessa età.
Piccole schiave, fino a ieri.
Adesso vivono al sicuro.
Sara ha provato a fare la dura, istruita dai suoi aguzzini perché se parli alla polizia vedrai quello che ti succede.
Non si faceva convincere nemmeno dai ragazzi della squadra minori, quelli che sembrano fratelli e sorelle maggiori, a vederli.
Forse era solo terrorizzata.
Martina ha sciolto il gelo e quando l'altro giorno, dopo mesi, ha ritrovato l'amica del cuore negli uffici della questura non ce lha fatta più e ha cominciato a piangere come una bambina. Perchè è una bambina.
E forse quella volta lì si è commosso persino il capo della mobile, che insomma di cose ne ha viste.
Sara e Martina, che non si chiamano così, con altre giovanissime donne dell'est - una ha 17 anni, ha denunciato di essere stata violentata - hanno permesso alla polizia di mandare in galera un'organizzazione di spietati sfruttatori serbi, kosovari e bosniaci.
Sei di loro (quattro sono donne) sono stati catturati e spediti in carcere.
Gli altri sono tuttora ricercati.
Un'indagine difficile, coordinata dal pm Elisabetta Melotti.
Un'indagine che si disperde in mille rivoli, perchè adesso i "papponi", sfrattati dal residence Bologna Due di Borgo Panigale - l'alveare delle lucciole "sigillato" dalla magistratura - hanno imparato a rendersi invisibili.
Cercano posti tranquilli.
Avevano sistemato la loro "batteria" di ragazze in un albergo di Calderino e in una casa di Montese, sulle colline di Modena.
Il muratore che ha affittato gli appartamenti è stato denunciato.
Minacce, maltrattamenti, violenze sessuali, fughe e di nuovo botte.
La storia è sempre quella.
Solo che stavolta devi pensare a schiave bambine.
A 15 anni si scrivono i diari segreti e si scambiano confidenze.
Invece Martina e Sara ti buttano in faccia la loro adolescenza violata e ti raccontano che gli sfruttatori le portavano sulla via Emilia - senza mai farle incontrare - da mezzogiorno alle 4 di notte.
Tra un cliente e l'altro, c'era "persino" il tempo di sbocconcellare un panino.
Qualche volta le "grandi" si lasciavano commuovere dalle bambine.
Le kapò, dice la polizia, pretendevano un milione al giorno.
Se le quindicenni non guadagnavano abbastanza, al resto pensavano le altre.
Martina, quando era arrivata in Italia e le erano crollati i sogni, aveva cercato di ribellarsi e poi aveva chiamato l'amica a Belgrado.
Ti aiuterò io, le aveva promesso Sara.
Invece era finita anche lei nella rete.
Forse aveva finto di credere alle promesse dell'uomo che aveva rapito l'amica.
Forse l'aveva fatto solo per raggiungerla e scappare insieme.
Un giorno anche Sara si è ritrovata nel residence di Borgo Panigale.
Intanto un cliente aveva convinto Martina a denunciare i suoi aguzzini.
Dopo mesi di inferno, di botte e di fughe, la ragazzina aveva cominciato a parlare.
A fare i nomi e a raccontare le violenze.
Ha incastrato i carnefici, ma un giorno ha riconosciuto l'amica del cuore, in mezzo alle foto delle lucciole.
I poliziotti le hanno fatte incontrare. Il resto è cronaca.
27 maggio 2000
CALDERARA
Concerto 2
Dalle 20,30 alle 24, nell'ambito della 'Settimana calderarese',
l'ex residence Bologna 2 (in via Garibaldi 2, a Calderara) diventerà un palcoscenico musicale per ospitare il concerto dei gruppi Gem Boy,
New Hyronja e Orchestra Bazza The Norzs.
L'ingresso è gratuito.
La serata è organizzata dalla Associazione per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2.
18 maggio 2000
CALDERARA
Ennesimo blitz nel bunker della droga: un arresto
Otto etti di eroina sequestrati, del valore 'commerciale' di 250 milioni tondi tondi, e uno dei presunti corrieri delle nuove bande di spacciatori magrebini in manette.
Sono i risultati dell'ultimo blitz dei carabinieri al 'bunker della mala' di Calderara di Reno.
L'operazione è andata in onda un paio di notti fa quando gli 007 del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Borgo Panigale sono riusciti a puntare i fari su uno strano via vai attorno al residence 'Bologna Due', di via Garibaldi.
I militari hanno saputo aspettare, iniziando un paziente lavoro di osservazione.
Così fino a quando nel parcheggio del palazzone è arrivata un'automobile di grossa cilindrata con al volante uno straniero.
Un paio di giri di perlustrazione a fari spenti nel piazzale e poi dal nulla è comparso un altro extracomunitario.
I due hanno cominciato a parlottare, quindi il pilota si è diretto verso la campagna circostante.
E i carabinieri si sono 'incollati' a quell'ombra sospetta.
Poi la decisione di uscire allo scoperto.
Ma, alla vista delle palette, il magrebino ha tentato la fuga.
Ed è stato rocambolesco inseguimento.
Così per un chilometro a tutto gas, quindi lo stop forzato.
Dalla perquisizione alla scoperta degli otto etti di eroina il passo è stato breve.
Per i carabinieri ce n'era abbastanza per fare scattare le manette.
Il resto è venuto a galla durante gli accertamenti in caserma.
Si tratta di un tunisino di 28 anni (nella foto), clandestino con l'aggravante della resistenza a pubblico ufficiale per quel disperato tentativo di fuga.
Il magistrato di turno ha deciso il trasferimento immediato alla Dozza.
6 maggio 2000
CALDERARA
Con i Tuareg
Al condominio Garibaldi 2 di Calderara (l'ex Bologna 2) altri due appuntamenti del festival 'Confini alla deriva': stasera alle 21 lo scrittore algerino Tahar Lamri presenta il video-racconto 'Tuareg', con immagini tratte dalla televisione algerina; domani alla stessa ora musica meticcia con il quintetto jazzistico Combo Farango.
Ingresso gratuito.
4 maggio 2000
Quattro 'lucciole' nell'albergo:
denunciati proprietario e figlio
Ma dove vivono, adesso, le 'lucciole' di Calderara, sfrattate dalla magistratura e dalla polizia, che ha messo i sigilli ai box del residence 'Bologna 2'?.
Si sono spostate soltanto un po' più in là.
Negli hotel della provincia, ad esempio.
L'hanno scoperto i carabinieri di Borgo Panigale, che hanno sorpreso quattro giovanissime dell'Est al lavoro nelle camere di un albergo, a Crespellano.
Denunciati il proprietario dell'hotel e suo figlio, che gestisce l'attività.
Insomma - si sono chiesti i carabinieri -, i due potevano davvero non immaginare quel che accadeva ai piani?
Potevano non capire il traffico, con le 'signorine' che passavano dalla portineria ogni mezz'ora, combinate come potete immaginare?
La conclusione è no, naturalmente.
I controlli negli alberghi proseguiranno a tappeto.
29 aprile 2000
Uccellacci
Nel condominio di via Garibaldi 2 (l'ex Bologna 2) a Calderara, stasera alle 21 si esibiscono 'Gli uccellacci', una formazione simil-bandistica con un repertorio demenziale.
Il concerto si inserisce nel progetto teatrale di Giorgio Simbola 'Come è fatta la terra di mio padre?', nell'ambito di 'Confini alla deriva', a cura del Teatro Reon.
L'ingresso è gratuito.
12 aprile 2000
CALDERARA DI RENO
Il rafforzamento dell'organico del Corpo di polizia municipale è un buon affare per il Comune
I servizi di controllo del territorio in pratica raddoppiati, aumentano sanzioni e numero d'incidenti rilevati.
Allo specchio i dati sull'attività svolta nel '99 dalla polizia municipale di Calderara.
Il rafforzamento in soli due anni dell'organico da 6 a 12 agenti si è tradotto in un boom di servizi esterni di controllo (838, più 37% rispetto al '98), in particolare di quelli serali (49, più 326%) e durante i festivi (22, 46%).
L'impegno del personale del comandante Giorgio Benvenuti è stato inoltre rivolto all'educazione stradale con il coinvolgimento delle scuole, al monitoraggio dei pubblici esercizi per prevenire eventuali illeciti amministrativi e penali, mentre molti, ben 260, sono stati effettuati nel residence Garibaldi 2.
IL 1999 è stato inoltre l'anno di istituzione, dal punto di vista giuridico, del Corpo di polizia municipale, cui l'amministrazione comunale ha voluto riconoscere un nuovo e più importante ruolo disponendo, appunto, l'intensificazione dei controlli esterni che di fatto a portato a un aumento del 54,5% degli introiti finanziari per le casse del municipio.
Rispetto all'anno precedente, infatti, le violazioni al codice stradale accertate (1938) hanno registrato un'impennata del 22%, mentre l'incremento delle sanzioni è stato del 31%, per un valore di 331 milioni.
In particolare, sul taccuino dei berretti bianchi sono finite 760 violazioni alle norme sulla velocità.
Gli incidenti stradali rilevati sono aumentati del 59%.
Per il comandante Benvenuti il dato non è giustificabile solo dalla maggiore attività di presidio compiuta sul territorio.
A tale proposito il principale indiziato è senz'altro il mancato rispetto delle norme di comportamento (velocità, distanza di sicurezza e precedenza), mentre la manutenzione delle strade occorrerebbero, in alcuni casi, fosse più scrupolosa.
Nel programma operativo per il 2000 l'impegno è rivolto alle attività nell'ambito della convenzione siglato con i corpi di polizia municipale dei comuni dell'area Persicetana.
Quello di Calderara, avendo una dotazione organica completa, è chiamato a farsi carico delle carenze di personale di altri corpi, che in pratica si traduce in un maggior numero di servizi in "trasferta".
11 aprile 2000
Il gip dice sì: restano sequestrati gli appartamenti del Bologna 2
Il Gip Orazio Pescatore ha convalidato il sequestro dei 35 appartamenti del Residence Bologna 2 di Calderara di Reno che era stato disposto a fine marzo dalla Procura.
Gli inquirenti avevano anche fatto scattare una denuncia per violazione del testo unico sull'immigrazione a carico del gestore degli appartamenti, R.C..
L'operazione, condotta dall'ufficio sranieri della Questura, era stata coordinata dai pm Valter Giovannini ed Elisabetta Melotti.
Nei 35 appartamenti lavoravano un centinaio di prostitute straniere.
A Calderara è attivo da anni un comitato di cittadini che vivono nel residence, nato proprio per combattere le attività di prostituzione e spaccio che avvengono negli appartamenti.
6 aprile 2000
CALDERARA
Le prostitute occupano ancora dieci appartamenti al 'Bologna 2'
Gli abitanti dell'ex residence 'Bologna 2' di Calderara non mollano, nonostante la recente, decisa azione di 'bonifica' che per ordine della Procura ha portato al sequestro di 38 appartamenti occupati da 'lucciole'.
Lo sfruttamento della prostituzione, ricordano in un comunicato gli inquilini in regola con la legge, fa da calamita a ogni tipo di attività malavitosa.
Insistono: Lo stabile va recuperato alla dignità: la lotta è solo all'inizio. Ci sono una decina di appartamenti non sequestrati ancora in mano a 'papponi' e prostitute. Ma questa volta gli interventi di magistratura e forze dell'ordine sono stati mirati e incisivi.
Anche la manomissione dei sigilli (circa la metà era stata manomessa fino a domenica sera) - continua la nota - vengono prontamente individuate dalle forze dell'ordine grazie anche alle nostre continue segnalazioni.
E già da lunedì scorso i sigilli sono stati rimessi a tutti gli appartamenti sotto sequestro.
Sollecitiamo tutte le altre istituzioni, Regione in primis, a compiere il ruolo che loro compete - è l'appello finale -, Siamo in attesa della decisione della Regione di finanziare il piano di recupero sociale e urbanistico proposto dal Comune di Calderara
3 aprile 2000
Al residence di Calderara l'allontamento delle prostitute e dei protettori albanesi ha fatto tornare i magrebini: viaggio in un formicaio dell'allucinazione
Cambio della guardia tra i fantasmi della notte
Le porte dei box sotto sequestro hanno quasi tutte i sigilli manomessi
Le ronde continue dei carabinieri
La lanterna del maresciallo, all'una di sabato notte, illumina per la quarta volta in sei ore i sigilli strappati delle porte dei 'box'.
E illumina anche le facce dei marocchini che bevono nel corridoio del terzo piano e gridano: Bravi, proprio una bella pulizia!
Già: i poliziotti dell'ufficio stranieri hanno lavorato bene.
Le lucciole sono (quasi) sparite dal residence Athena, a Calderara.
I protettori pure.
In compenso sono rispuntati gli extracomunitari.
Sono tanti, marocchini e tunisini, soprattutto.
Hanno sempre abitato qui.
Ma prima non si vedevano.
Fino a qualche giorno fa, nelle notti di Calderara, spadroneggiavano gli albanesi e le loro donne.
Gli altri erano come presenze trasparenti, fanstasmi.
A quanto pare i rappori di forze sono cambiate.
Tunisini e marocchini, alle 10,30 di questo sabato sera, riempiono il bar del residence.
Un po' consolano, quelle vetrine.
Ma non bastano le luci e le uova di Pasqua a togliere l'atmosfera desolata e sconfortante del palazzaccio.
Ti ha cercato il Piccolo, fa sapere il barista a un giovane immigrato che entra e ordina qualche spicciolo per i giochi.
Il Piccolo è un connazionale alto due metri.
È appena uscito con altri due extracomunitari.
Le ragazze? Qualcuna l'ho rivista - dice l'uomo dietro il bancone senza meravigliarsi troppo - Quelle che dormono fuori con i clienti si sono salvate, quando sono arrivati i poliziotti. Però il vero problema di qui non sono le prostitute. Certo, loro si vedono di più...
C'è spaccio di droga, qui? Si sente dire - è prudente lui- Ma io non ho mai visto niente. Per me sono tutti clienti. Ho il bar da due mesi e mezzo, lavoravo già qui con il vecchio titolare. Ho chiesto al Comune di tenere aperto fino a mezzanotte. Mi hanno concesso mezz'ora di meno. Zona a rischio, hanno detto.
In pochi minuti entrano ed escono molti immigrati.
Indifferente a tutto l'italiano di mezza età seduto a un tavolo.
Si fa portare l'ennesimo rosso senza alzarsi, che è meglio.
Adesso là fuori, sul piazzale davanti al residence, hanno appena parcheggiato un'auto e una camionetta dei carabinieri.
Sono quelli di Castel San Pietro, stanotte la ronda tocca a loro.
Sono qui per controllare i sigilli.
Porta dopo porta, registrano quelli manomessi.
Praticamente tutti o quasi.
Hannpo fatto il primo giro alle 19; l'ultimo sarà all'una.
Quando arrivano per il giro di mezzo non sanno della bionda slava che ha sfidato la strada deserta e ha provato a piazzarsi lì, per adescare clienti.
Io? Non abito qui. Sono da un'amica, è sbrigativa, prima di sparire alla svelta nella notte di Calderara.
La stessa cosa ripetono anche le due ragazzine rumene o forse russe - sembrano bimbe spaventate, ma avranno diciott'anni? - che infilano l'ascensore e farfugliano: Stiamo in albergo, dobbiamo riprendere i nostri vestiti.
Chissà se li cercano nel box del quarto piano, che dovrebbe essere sequestrato e invece ha il sigillo rotto e la luce accesa.
Noi? Eravamo da un'amica?, ripetono due slave mature che se ne vanno in compagnia di un italiano dallo sguardo perso.
Un uomo di mezza età che abita qui - uno dei 40 residenti - rientra con un carico di gerani e dice entusiasta: Adesso si sta da Dio. Però mi chiedo: cosa fanno nella vita gli extracomunitari per mantenersi?
L'unico albanese che si vede arriva di corsa nel cuore della notte ma si ferma sulle scale quando sente il vociare di sopra.
Ascolta un po', come una preda in trappola, e poi conclude: Meglio andar via.
Si riferisce ai carabinieri o ai marocchini?
Non c'è modo di chiederglielo.
Scappa e annuncia.
Domani parto, torno al mio paese.
1 aprile 2000
PROSITUZIONE
'Bologna 2', la gente ha ringraziato la polizia
Dopo la bonifica al 'Bologna 2' di Calderara ieri al centralino della questura sono arrivate decine di telefonate di ringraziamento.
All'apparecchio gente qualunqe che spera, col sequestro dei trentotto appartamenti gestiti da Renato Colombo (denunciato per favoreggiamento di clandestini), di poter riacquistare finalmente pace e libertà.
L'altra sera, però, la polizia è accorsa di nuovo al 'Bologna 2' perchè tre delle lucciole appena sfrattate avevano rotto i sigilli ed erano rientrate in casa.
Prese per le orecchie e ricacciate, all'espulsione già guadagnata le signorine dell'Est hanno dunque aggiunto una denuncia per violazione dei sigilli.
A finire sotto sequestro, ha spiegato ieri il questore Domenico Bagnato, che ha voluto ringraziare ufficialmente i poliziotti dell'Ufficio stranieri, sono stati trentotto dei cinquantuno appartamenti gestiti dalla 'Geco' di Renato Colombo,cui è stata perquisita l'abitazione.
Cerca e ricerca gli agenti hanno trovato un paio di agende interessanti in cui risulterebbero contratti privati pattuiti da Colombo con le clandestine.
Dopo due giorni e due notti passati al lavoro ininterrottamente, l'Ufficio stranieri ha controllato sessantotto lucciole, 23 delle quali subito rimpatriate con voli di linea da Bologna e Milano; 13 trasferite al centro di permanenza di Roma in attesa di identificazione e 32 raggiunte da intimazione di espulsione.
Ho sempre segnalato le lucciole
E allora cosa dovrei fare? Quasi quasi chiedo al Comune se vuole prenderli lui, questi appartamenti, per affittarli. Ci sto pensando.
Renato Colombo ieri pomeriggio è andato dal suo avvocato di fiducia, Savino Lupo, che già lo ha difeso a ottobre, quando la polizia aveva messo altri sigilli.
Precisa: Io qui gestisco case, ho comprato solo un appartamento e l'ho affittato a un italiano. Non ci sto, io, nel residence. Abito a Cesena, alle 4 del pomeriggio sono già lontano.
Magari potrebbe essere l'occasione buona per affittare a gente "normale"...
Bisogna trovarli, questi inquilini, si risente.
Colombo confida piuttosto nel dissequestro, perchè già stanotte - l'altra notte ndr - hanno cominciato a rubare nell case vuote. Chissà chi sono e cosa cercano. Intanto ci sono i frigoriferi pieni di roba da mangiare. Andrà tutto a male se non la togliamo di lì. E poi hanno cominciato a girare gli animale attirati dal cibo.
D'accordo, però fino all'altro giorno capitava ben di peggio.
C'erano decine di donne che si prostituivano in casa, facciamo notare.
È bastato restare una notte nell'alveare per osservare un via vai di lucciole che si portavano i clienti in camera.
Va bene, ma io a quell'ora non ci sono - ribatte Colombo -. Che ci posso fare? La cosa mi riguarda relativamente. Per sei anni ho affittato case a ragazze che si presentavano con il passaporto. Tutto in regola. Mi spiegavano di essere qui come turiste. Se poi facevano quel lavoro là, non era affar mio.
Ma denunciava la loro presenza?
Regolarmente al Comune, sostiene.
Il comandante dei vigili urbani di Calderara spiega che i moduli di cessione fabbricato, assieme alle fotocopie dei passaporti, arrivavano in municipio e ogni mese trasmessi alla questura.
La cosa è andata avanti per sei anni.
Ho sempre fatto i contratti, protesta Colombo.
E le clandestine, scovate a più riprese dalle forze dell'ordine?
Mica posso controllare gli appartamenti tutti i giorni - è candido lui -. Come faccio a sapere se un'inquilina si porta in casa un'amica?
31 marzo 2000
Lotta alla prostituzione.L'ufficio sranieri della questura è piombato di notte nel residence di Calderara. Denunciato il gestore
Sigilli alle alcove hard del 'Bologna 2'
Si spengono le luci rosse, al 'Bologna 2' di Calderara di Reno.
E si accendono quelle blu, a intermittenza, della polizia.
È quasi l'alba, infatti, quando lo squadrone dell'Ufficio sranieri (rinforzato dal Reparto mobile) fa scattare un maxi blitz al palazzo dormitorio delle prostitute.
E che non è una retata come tutte le altre si intuisce al volo, basta guardarli in faccia i poliziotti.
Hanno grinta e pazienza da vendere, più del solito.
Questa volta non sono accorsi solo per un'azione di disturbo, ovvero per portarsi le 'lucciole' in questura, fotografarle, censirle e semmai rilasciarle dopo un giorno difficile..., questa volta le divise sono venute per chiudere il 'girone' del sesso a ore.
Chi dirige il via vai è la dottoressa Isabella Fusiello, lei e i suoi ragazzi hanno il viso tirato e gli occhi di chi ha dormito davvero poco negli ultimi giorni.
A suon di calci all'uscio, i trentacinque appartamenti in cui lavorano un centinaio di prostitute si aprono; e a suon di nastro bianco e rosso e ceralacca, si chiudono.
Sotto sequestro, sigilli, intoccabili.
Almeno fino a quando un giudice non disporrà diversamente.
Per chi gestisce gli appartamenti, al secolo Renato Colombo, 71 anni ben portati, scatta una denuncia per violazione del Testo unico sull'immigrazione: e cioè favoreggiamento del soggiorno in Italia di clandestini.
Un escamotage ideato dall'ufficio stranieri e sostenuto dal pm Elisabetta Melotti, sostituto procuratore ieri di turno, e da Valter Giovannini, entrambi nel pool di magistrati in prima linea nella lotta contro la prostituzione.
Il lavoro dura parecchie ore, anche perché le ragazze ch occupano l'alveare di Calderara, teatro di episodi violenti solo poche settimane fa, vanno via di malavoglia.
Gridano, cercano di scappare, fanno apposta a non muoversi.
C'è chi si spoglia e deve essere rivestita a forza.
Potrebbe assomigliare a una festa di carnevale, se dietro non ci fosse una vergogna cittadina in cerca di giustizia.
Un paio di mesi fa la polizia e la procura ci avevano già provato, ma la tesi accusatoria non era passata al vaglio di gip e riesame.
Ecco la nuova strada, allora.
Le lucciole sono state espulse e lui, il gestore degli appartamenti dovrà difendersi in Trbunale.
25 marzo 2000
CALDERARA
Debutta Come è fatta la terra di mio padre
Oggi, alle 17,30, prende il via al Condominio Garibaldi 2 (noto con il nome di Bologna 2) a Calderara di Reno il primo episodio di Come è fatta la terra di mio padre, progetto di ricerca teatrale sulla realtà dell'immigrazione ideato e diretto da Giorgio Simbola, con la collaborazione artistica di Grazia Negro
10 marzo 2000
Undici prostitute moldave hanno inutilmente resistito per ore al blitz dei poliziotti. Cresce il numero delle espulsioni
Il braccio violento del rimpatrio
Irina, Milena, Elina, Irina, Natalia...
E via fino a contare undici nomi che sanno di Est, di Moldavia.
I poco accorti potrebbero pensare di trovarsi di fronte a una nazionale femminile di calcio.
Anche perché a guardarle dal basso verso l'alto ste ragazzone hanno tutte braghe cortissime e gambe di fuori.
Solo che ai piedi mica indossano scarpette bullonate, hanno tacchi a spillo o zeppe da far paura.
No, non è la nazionale rosa che arriva dall'Est questa, è piuttosto una formazione che gioca solo in notturna, e ai verdi prati con grossi riflettori preferisce viali cittadini con deboli lampade al neon.
Non fa gol, no. Solo sesso a pagamento.
E adesso, alle sette di mattina, le undici ragazzone bionde stanno per passare davanti agli esperti della Scientifica per essere poi imbarcate sul volo di linea che dal Marconi ogni giovedì schizza a casa loro.
Espulse, le ragazze. E non dal terreno di gioco.
Espulse da una città e da un Paese in cui sono arrivate alla spicciolata alcuni mesi fa per battere i marciapiedi.
A sorprenderle, l'altra notte, sono stati i poliziotti dell'Ufficio stranieri.
Erano barricate al 'Bologna Due', a Calderara, nel solito fortino 'senza legge' che alle porte della città capitale della cultura fa gridare allo scandalo e a voglia di giustizia.
I poliziotti di Isabella Fusiello avevano la dritta buona ed hanno bussato alle porte giuste.
Ma era un normale controllo senza mandato di perquisizione, quindi non c'è da stupirsi se per aprire le prostitute ci hanno messo parecchie ore.
Chissà cosa credevano di fare!
Sta di fatto che la polizia non si è mossa di lì, ha circondato il casermone ed ha atteso che si aprissero i vari catenacci supplementari fatti montare proprio per rendere difficoltosi i blitz delle forze dell'ordine.
Quattordici, alla fine, sono le ragazze clandestine rintracciate: undici quelle espulse con rapidità encomiabile; mentre per le altre tre è scattata 'solo' l'intimazione a lasciare l'Italia.
A scortare all'aeroporto la nazionale rimandata a casa sono stati gli stessi poliziotti dell'Ufficio stranieri e quelli del Reparto mobile.
Il volo è partito alle dieci e trenta.
Con questi undici rimpatri salgono così a 35, nel solo mese di marzo, i clandestini rispediti a casa.
Un numero davvero considerevole soprattutto se lo si mette in relazione ai dati degli anni scorsi.
Nei primi due mesi del '98 le forze dell'ordine hanno rimpatriato 28 persone, 48 nello stesso periodo del '99 e ben 87 nel gennaio - febbraio del Duemila.
La prova che il sistema inizia a funzionare, anche grazie alla sanatoria proposta l'anno scorso che ha costretto i clandestini a presentarsi agli sportelli della questura coi documenti buoni in mano.
Facilitando così le identificazioni.
9 marzo 2000
Affari e volti del Bologna Due
Viaggio nell'inferno delle lucciole
Una notte nel parco dove volano le "lucciole".
È quella trascorsa dalla nostra cronista al Bologna 2, il residence a luci rosse di Calderara di Reno, dove giorno e notte decine di ragazze dell'Est ricevono i loro clienti sotto gli occhi di altrettanti inquilini che con il giro di prostituzione non hanno alcunché da spartire.
Abbiamo ascoltato le ragazze, l'uomo che le controlla e quello che gestisce gli appartamenti.
Per mettere assieme un quadro in cui l'inferno, altrove inimmaginabile, qui diventa normalità
Servizio all'interno
Viaggio al Bologna Due, fra prostitute, prostitute, spacciatori di droga e persone per bene. Molti lanciano allarmi, ma nessuno interviene davvero
Una notte nel parco dove volano le lucciole
Le ragazze cercano i clienti sotto casa, pericolosamente ferme in mezzo alla statale: qualche automobilista le vede all'ultimo minuto e inchioda.
Quelli che non passano per caso, invece, sanno già tutto.
Parcheggiano e seguono velocemente la loro preferita in camera e sfoggiano l'aria più indifferente che riescono a trovare alle 23 passate di un martedì qualunque.
Hanno superato i 30 ma anche i 60.
Camminano veloci, con gli occhi bassi, senza incrociare lo sguardo dei giovani uomini fermi a fumare e chiacchierare rumorosamente sul portone del residence Bologna Due, sotto una luce fioca che sa d'ospedale.
Dal gruppo - dieci persone almeno - si fa avanti uno che si muove con più spavalderia degli altri e dimostra di essere ben informato.
Ah - dice - ecco quelli del giornale.
Sorride molto e riceve molte telefonate sul cellulare; quando parla lui, gli altri tacciono.
È albanese, ha 36 anni.
In Italia con regolare permesso di soggiorno dal '95, racconta.
Faccio il meccanico, mi conoscono tutti. Vivo a Casalecchio da un conoscente.
Però adesso sta qui, all'ingresso del residence perché ho tanti amici.
Il nome? Meglio di no, per via di certe vecchie storie con la giustizia: è stato dentro tre volte.
Per droga e furto, tra l'altro.
Abbraccia una giovane donna, la presenta come sua moglie.
Ride ancora.
Poi si fa serio.
Perché parlano tanto male di questo posto?, chiede.
E ti punta gli occhi addosso.
Forse perché ci vivono e ci lavorano - sfruttate come schiave - centinaia di lucciole, buttiamo là.
Il male è la droga, non la prostituzione - s'arrabbia -. E la droga non c'è più, qui. Cosa devono fare, queste ragazze? L'Albania è un paese di m..., c'è miseria là. Solo questo possono fare. Ditelo in questura. Non devono rimandarle a casa, le ragazze. Perché finiscono male, loro e le famiglie. Gli albanesi veri ti sparano subito. Non parlano loro, sparano. Lo so come vanno le cose, mio fratello fa lo scafista.
Poi s'interrompe e si mette a gridare nella sua lingua.
Ha appena visto uscire da un ascensore un gruppo di connazionali, due lucciole accompagnate da un giovanotto.
L'uomo s'arrabbia con una delle ragazze, lei protesta come una bambina che fa le bizze; interviene l'accompagnatore.
L'altro si lascia convincere poi dice in italiano: È ubriaca, non deve uscire.
Ma quelli se ne vanno lo stesso.
Entra una moldava in pelliccia, lunghissimi capelli neri e labbra rosso fuoco.
La segue un uomo anziano.
Qualche pensionato fa da taxista alle ragazze, spiega la nostra guida.
E adesso salgono a consumare?
Macché replica lui, vanno su a mangiare. Ho fatto 200mila lire di spesa, questa mattina.
Per molte ragazze? Qui ci conosciamo tutti.
Ha fatto la spesa anche per la giovane russa che a mezzanotte ti accoglie in pigiama rosso di raso nel suo box al secondo piano.
Sul letto sfatto una coperta dai colori accessi e un cane di peluche.
Apre la porta solo perché lui, l'albanese, suona il campanello, grida il suo nome a voce alta e poi ti spiega che quella casa prima era sua.
La ragazza non ha voglia di parlare.
Non lavora stanotte? Risponde lui. Decide lei, quando.
Squilla un telefonino, la padrona di casa va do là, oltre una falsa parete dove c'è un altro letto.
Cinquantamila in auto, cento in camera.
Qui vengono avvocati e dottori., s'affannano a spiegare tutti.
Bussa una giovane donna bionda, la "guida" dice che è sua cugina.
Ha un bimbo di tre mesi, prima ero anch'io sulla strada. Non abito qui, sono in vacanza.
Lui le passa la mano sul collo, in un gesto eloquente.
Se lavora, zac, come per dire che adesso deve pensare solo a fare la mamma.
La russa vuol andare a dormire, ma prima si inquieta: Ho denunciato il mio sfruttatore. Però non mi hanno ancora dato il permesso di soggiorno.
Prima dovrebbe smettere... Interviene ancora l'albanese, che dice di averla tolta dai viali.
Lei qui sta tranquilla. Non ti tocca nessuno, qua dentro.
'Noi dello zoo di Calderara'
Ma che ci fa uno studente di ingegneria, impiegato per mantenersi agli studi, nel calderone di Calderara?
Ugo Domenichini è uno dei quaranta residenti dell'alveare, diviso in 194 appartamenti tra i 30 e i 60 metri quadri.
Ho comprato qui perché erano i prezzi più bassi che c'erano in giro - spiega - E poi vuol saperlo? Quando abitavo in centro, a Bologna, non facevo che trovare la macchina che trovare l'auto a pezzi. Da quando sto qui, non mi hanno portato via neanche una candela.
Angelo Rizzi, presidente dell'associazione per la rinascita di via Garibaldi, insiste sul programma sul programma di feste e attività culturali che i residenti si sforzano di mettere in piedi e considera un'iniezione di fiducia l'ultima notizia.
Ventun appartamenti (tuttora abitati dalle lucciole) sono stati appena acquistati a un'asta fallimentare da una società che cerca inquilini "normali", finalmente.
Non c'è che da sperare.
Anche in una corposa ristrutturazione, a dare un'occhiata in giro.
Rapida visita mattutina.
Basta fare qualche rampa di scale tra i blocchi (si chiamano proprio così, lo dicono i cartelli sui muri) e percorrere corridoi che sembrano labirinti.
Basta superare scritte tipo: Chi mette il rusco qua è solo un bastardo, sfilare tra ragazze che si svegliano all'ora di pranzo e scendono sulla strada a lavorare e giovanotti che invece hanno l'aria di non fare granché.
Basta salire fino al piano di Ilde, che ha 83 anni e vive da sola.
Ecco l'assistente domiciliare del Comune, che a mezzogiorno taglia il traguardo della sua porta con un pasto caldo.
Ilde, lo sguardo perso chissà dove, non sa niente di quel che le succede attorno.
Ma altri - tutte voci anonime, perché qui non si scherza - raccontano notti e giorni di violenze, di ragazze che vivono come schiave, ed è questa la cosa peggiore della nostra convivenza forzata, non è soltanto la radio accessa a tutto volume alle 4 del mattino. Il pericolo non sono le ragazze ma i magnaccia.
Gli inquilini "perbene" ripetono la storia di quella coppia che è stata costretta a vendere l'appartamento e a scappare via, perché ha osato lamentarsi della confusione e ha rimediato un sacco di botte.
L'altra notte una ragazza si è messa a correre verso il balcone, inseguita dallo sfruttatore e da una kapo'.
L'hanno salvata un inquilino e un carabinieri.
Parla Renato Colombo, gestore di una cinquantina di appartamenti del residence di Calderara. Un milione e sei al mese, tutto compreso
'Affitto alle prostitute perché pagano sempre'
Sì, affitto alle prostitute. E allora? Sono le uniche che pagano, alla fine.
Renato Colombo, romagnolo di Cesena, la vede così.
Da qualche anno gestisce una cinquantina di appartamenti del residence "Athena", che è anche il nome della srl amministrata dalla nipote e proprietaria di trenta alloggi, nell'alveare di Calderara.
Il suo ufficio è al piano terra del palazzone, appena superato l'ingresso.
C'è odore di nuovo.
Per forza. Un anno fa qualcuno ha incendiato tutto.
Quando il residence era un posto come si deve - quando? - probabilmente in una stanzetta così ti accoglieva il portinaio.
Oggi, su questa scrivania, si firmano contratti temporanei che arrivano a un milione e seicentomila lire al mese (si parte da un milione e duecento).
Le inquiline sono lucciole.
Bosniache, moldave, ucraine.
Quell'archivio là, con i raccoglitori in fila che fanno tanto ufficio delle imposte, farebbe risparmiare tempo anche a carabinieri e poliziotti.
Perché lì dentro sono "schedate" tutte le ragazze.
Le stesse, che nei periodici blitz all'alba, sono tirate giù dal letto per essere fotosegnalate in caserma e in questura.
Ma queste donne sono tutte clandestine?
Senta, hanno un passaporto. Io senza passaporto non le prendo. Le registro qui, vede? Per ogni cessione di fabbricato compilo una scheda. Poi denuncio la loro presenza alla questura, come vuole la legge. Le ragazze arrivano per turismo.
È il residence più turistico d'Europa, a occhio e croce...
Insomma, non sono affari miei sapere quel che fanno.
Però lo sa
Mi chiede perché affitto a loro? perché sono le uniche a pagare. I napoletani fanno causa, le famiglie di 4-5 persone dopo un po' non ce la fanno più, a saldare i conti. Ho cercato alternative, ho chiesto al Comune. Niente da fare.
Ma lei non si sente moralmente responsabile di questo degrado?
Assolutamente no. Lo provocano gli extracomunitari, il degrado.
Ci sono anche quelli che lavorano onestamente. Ho appena incontrato un barista egiziano...
S'infiamma. Qui due anni fa era un macello. Quella gente aveva fatto del residence un centro per lo spaccio della droga. Ogni giorno, là fuori, c'era la ressa. Cento e anche duecento persone, ogni pomeriggio, in attesa della dose. Oggi tutto questo è sparito. E sa perché? Lo so io il perché. E so anche quanto mi è costato. Minacce e l'ufficio distrutto.
Nel residence abitano anche gli sfruttatori
Qui? Noooo.
Gli sfruttatori sono anche le lucciole che hanno lasciato il marciapiede.
Qui dentro non ci sono sfruttatori.
Ma le ragazze quanto si fermano?
Il contratto dura un mese. Rinnovabile, naturalmente.
Scusi, ho appena incontrato una bosniaca che ha detto di vivere qui da sei anni...
Non restano fisse. Stanno un po', tornano a casa e poi rientrano.
Ma non è un po' alto l'affitto
Basso, semmai. Questa è una casa-albergo. È tutto compreso: riscaldamento, acqua, luce...Tanto quelle escono e lasciano tutto acceso. Sai cosa gliene importa a loro. La casa-albergo è una bella convenienza anche per il Comune. Ogni appartamento paga mezzo milione di Ici. Noi abbiamo 120 milioni all'anno di spese condominiali, almeno 200 milioni di luce. Qui resta solo da buttar giù tutto.
Ma non potrebbe cercare altri inquilini?
Giusto. Ma lei ci verrebbe a vivere qui?
CALDERARA
I nomadi rispettino le leggi
A Calderara scoppia l'affaire nomadi.
Da una parte c'è il circolo bolognese 'Chico Mendes', che accusa la giunta di latitanza sulla questione rom, dall'altra ci sono le forze dell'ordine che procedono a sgomberi a ripetizione perché il territorio comunale non è dotato di aree attrezzate per la sosta delle carovane.
Insomma il Comune è nell'occhio del ciclone.
Allora sindaco, com'è la situazione?
Chi ci accusa di dormire - risponde Matteo Prencipe - conosce i gravi problemi di degrado del nostro paese? Il portavoce del 'Chico Mendes' è contro gli sgomberi per legge. Ma quali possibilità avrei potuto offrire ai rom? Non dispongo di aree attrezzate e devo gestire un'endemica carenza di alloggi. Chi ci accusa non si è mai degnato di visitare una zona appena abbandonata da qualche carovana poco incline al benché minimo rispetto del vivere civile?
Si spieghi meglio
Una società civile può definirsi tale e una comunità può sentirsi davvero tutelata solo se i doveri di tutti hanno lo stesso peso dei diritti. Insomma il rispetto delle regole deve essere una certezza assoluta. Calderara si è sempre distinta per le politiche di integrazione, per il rispetto delle minoranze e per la valorizzazione delle etnie presenti nel territorio.
In pratica cosa ha fatto il Comune?
Abbiamo avviato un progetto che prevede forme di aiuto concreto alle popolazioni serbe e rom in grave crisi. E abbiamo adottato tre ragazzi.
Su immigrazione e lotta alla droga c'è stata maretta in consiglio...
Il Polo ha presentato una mozione per sostenere la dichiarazione etica contro le droghe, la maggioranza l'ha rigettata. Abbiamo chiesto di cassare alcuni punti controversi, ma non c'è stato nulla da fare. Proprio perché attenti al problema. legato ai giovani e riconducibile al 'Bologna Due', avevo proposto di ritirare la mozione per convocare tutti i gruppi consiliari. Obiettivo: esaminare la possibilità di una mozione congiunta.
5 marzo 2000
Retata a Bologna di prostitute, 66 e tutte dell'Europa dell'Est
Ma non ci sono aerei per espellerle
Pagine nazionali
BOLOGNA - Il mercato del sesso, in tutta l'Emilia Romagna è ormai totalmente nelle mani delle gang slava e nigeriane.
Che fanno affluire sul territorio italiano centinaia di nuove prostitute l'anno.
Ieri a Bologna 66 prostitute, tutte originarie dell'Europa dell'Est, sono state controllate da polizia e carabinieri che all'alba di ieri hanno perquisito i sei piani del residence "Athena" di Calderara di Reno, a pochi chilometri da Bologna.
Dopo gli accertamenti fatti in Questura e in caserma però, solo sette - due rumene e cinque moldave - sono state espulse, anche per mancanza di posti aerei ha spiegato un dirigente della polizia.
Per le altre c'è stata l'intimazione a lasciare il territorio dello Stato.
Un'altra prostituta di origine slava è stata bloccata con un fermo di polizia giudiziaria per favoreggiamento, induzione e sfruttamento della prostituzione dopo che il suo nome era saltato fuori in un'indagine della Procura.
L'operazione ha impegnato un centinaio di uomini delle forze dell'ordine e voluto dal comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica.
3 marzo 2000
BARICELLA - CALDERARA
Droga, il Polo attacca l'Ulivo
Due mozioni contro l'uso degli stupefacenti respinte a maggioranza
Un no inspiegabile
L'Ulivo boccia una mozione contro le droghe, il Polo insorge quasi in conemporanea a Baricella e Calderara.
Erano due documenti speculari quelli che i gruppi di centrodestra hanno presentato in consiglio comunale e dei quali chiedevano l'approvazione.
Niente da fare.
In entrambi i casi mozioni rispedite al mittente con una scia di polemiche.
Un atteggiamento inspiegabile quello della maggioranza che, compatta, ha votato contro l'ordine del giorno. anche se i singoli consiglieri hanno motivato diversamente la loro contrarietà., attacca il capogruppo del Polo di Baricella Franco Bertuzzi.
La proposta, sia nell'uno che nell'altro comune, prevedeva l'adesione del consiglio al modello della dichiarazione etica adottata di recente dalla Regione Veneto contro l'uso di tutte le droghe, da quelle pesanti a quelle leggere, che regola la programmazione degli interventi per combattere le varie forme di tossicodipendenza.
Lo spirito: quello proibizionista del Polo che a livello nazionale si oppone fermamente alla liberalizzazione delle sostanze stupefacenti non utilizzate per fini terapeutici.
Niet dell'Ulivo e Polo che a Calderara sale sugli scudi.
Per la capogruppo Rita Rossi (An), che non si arrende a rinnova l'invito alla maggioranza di attivare un tavolo di confronto per dare vita a interventi concreti sul territorio, occorre ridare vigore alla lotta contro la droga e a tal fine, secondo l'esponente del partito di Fini, la dichiarazione etica della Regione Veneto avrebbe potuto costituire un buon punto di partenza.
Secondo Maurizio Lucchesi di Forza Italia la presenza a Calderara del residence Bologna 2 è una ragione in più per fare la battaglia, estendendo il dialogo alle scuole e alle associazioni del territorio.
26 febbraio 2000
L'allarme lanciato ieri mattina dal prefetto Sergio Iovino. E il sindaco striglia Caronna
Provincia più violenta
Sotto le due torri - ha detto il prefetto Iovino nella seduta straordinaria del Consiglio provinciale - insiste una delinquenza per lo più concentrata in aree particolari: nel centro storico, in stazione, alla Montagnola, che esigono un'azione continua e localizzata.
Diverso il discorso fuori dai confini cittadini dove si registra una delinquenza che si distingue per una tipologia di comportamento basata sull'estrema mobilità, sulla scelta di obiettivi relativamente facili da colpire perchè isolati, che profitta della vicinanza di importanti nodi stradali.
Insomma, nei Comuni metropolitani la criminalità è di norma non radicata se si eccettuano, ha spiegato il prefetto, situazioni del tutto localizzate come il complesso residenziale "Bologna 2" di Calderara di Reno.
E proprio al caso di Calderara la Provincia, forte delle nuove responsabilità affidatale dalla Bassanini, guarda in una delle dieci azioni del progetto sicurezza.
Sulle sinergie derivanti dalla collaborazione tra le istituzioni, si è soffermato il sottosegretario all'interno Massimo Brutti: le forze dell'ordine - ha detto - devono lavorare con i sindaci e i presidenti delle Province per vedere dove sono i problemi e mirare gli interventi.
Coda polemica aperta dal segretario ds Caronna: l'assessorato alla Sicurezza del Comune è una scatola vuota.
Prima replica del vicesindaco Salizzoni: Quella di Vitali era una scatola piena, sì. Ma di robaccia.
Risposta del sindaco, nel pomeriggio: Caronna? e chi è, un cantante di Sanremo? Non amo la politica di carta - taglia corto - i cittadini sono in grado di giudicare da soli.
24 febbraio 2000
Sicurezza Il piano della Provincia
'Aiutiamo la gente a non aver paura'
Un pacchetto di dieci proposte per la sicurezza.
Il piano è stato presentato ieri a Palazzo Malvezzi dal presidente della Provincia, Vittoria Prodi, e dal vice presidente Tiberio Rabboni.
Gli interventi, che verranno discussi domani durante la seduta del Consiglio provinciale (al dibattito saranno presenti il sottogretario del ministero degli Interni, Massimo Brutti, e il prefetto, Sergio Iovino), ricoprono un ambito assai ampio che va dall'aggiornamento dei vigili urbani all'educazione nelle scuole, all'installazione di telecamere sui bus e alle fermate, fino alla proposta di inserire negli organi amministrativi un rappresentante degli immigrati.
Il costo stimato del pacchetto di intervento in un anno oscilla fra i 300milioni e il miliardo.
Prima di presentare le iniziative, Rabboni ha fatto alcune considerazioni sul calo di alcune forme di microcriminalità registrate nel '99, riduzioni in alcuni casi anche piuttosto consistenti che erano illustrate nel rapporto annuale della prefettura sulla situazione dell'ordine pubblico.
Sono senz'altro risultati positivi - ha detto - conseguiti grazie agli interventi delle forze di polizia. Ma nonostante questi dati confortanti cresce nei cittadini l'allarme sociale.
E il decalogo della Provincia punta alla informazione dei cittadini.
È necessario - ha aggiunto Rabboni - affrontare la paura della gente con l'integrazione fra la polizia e i governi locali.
Un punto del pacchetto riguarda la riqualificazione del cosiddetto 'Bologna 2' di Calderara di Reno.
Si è parlato anche della realizzazione di una rete di postazioni fisse nelle autostazioni e alle fermate.
Una delle priorità individuate dall'ente è l'aggiornamento dei vigili.
La formazione dei corpi di polizia municipale sarà finalizzata alla realizzazione di un coordinamento sovracomunale e andrà a supporto dell'istituzione del vigile di quartiere.
La Provincia proporrà all'istituzione Gianfranco Minguzzi di aprire una sezione dedicata ai progetti sicurezza realizzati dai comuni e da enti nazionali ed europei.
In questo modo verrà realizzata una vera e propria banca dati.
I progetti potranno concorrere ai bandi della Regione e dell'Unione europea che prevedono finanziamenti per la sicurezza.
Un altro punto è l'aumento degli organici della polizia provinciale.
E non è mancato un pizzico di autocritica:
Forse siamo arrivati tardi sulla sicurezza - ha detto Rabboni -, ma questi compiti ci sono stati delegati recentemente.
11 febbraio 2000
Prostituzione
Rumene denunciano i 'protettori' per rifarsi una vita
Tre ragazze rumene. Arrivate in Italia col solito miraggio di un lavoro in un ristorante, poi finite a battere i marciapiedi.
Ma quella che è stata raccontata ieri durante un'udienza in tribunale è una storia a lieto fine.
Le tre ragazze sono scappate dall'appartamento-carcere al residence Bologna Due, hanno denunciato i magnaccia si sono rifatte una vita.
Servizio all'interno
In aula una rumena racconta: 'Così fui costretta a prostituirmi
Una storia comune a quella di tante altre ragazze giunte dall'Est con il miraggio di un lavoro onesto e che invece sono finite a prostituirsi: in questo caso però c'è il lieto fine, con le giovani che hanno denunciato i loro sfruttatori e che ora - a due anni dalla denuncia - si sono inserite nella società, hanno un regolare permesso di soggiorno e fanno un lavoro pulito.
La vicenda è al centro di un processo a quattro rumeni, tre uomini e una donna, accusati di sfruttamento della prostituzione.
Nessuno degli imputati era ieri mattina in aula perchè dopo gli arresti da parte della Squadra mobile, allo scadere dei termini di carcerazione, sono scomparsi.
Ieri ha deposto in aula una delle ragazze, che ora lavora in un negozio.
La giovane ha raccontato che nel '97, in Romania, un conoscente, poi diventato uno degli sfruttatori, le prospettò un lavoro in un ristorante in Italia per un milione al mese.
Una bella cifra se rapportata alla Romania, dove la ragazza faceva la fotografa per un compenso corrispondente a 100mila lire al mese.
Quindi il viaggio in pullman con altre due ragazze dalla Romania alla Puglia poi il traferimento a Bologna e l'alloggio al residence Bologna 2 di Calderara: dal giorno successivo costretta con le minacce a stare sui viali, dalle 22 alle 6 di mattina.
Ogni ragazza fruttava ai magnaccia 30 milioni al mese, ma ne riceveva uno solo.
Dopo alcuni mesi, approffittando dell'arresto di uno degli sfruttatori, le te ragazze ne approfittarono per scappare a fare denuncia.
5 febbraio 2000
"Hanno rapito la mia lucciola"
Un commerciante, innamorato di una prostituta moldava di 19 anni, lancia la sfida ai suoi protettori
Servizio all'interno
Il drammatico appello di un ragazzo che voleva togliere una diciannovenne moldava dal marciapiede: Silvia è scomparsa da giovedì
'I protettori hanno rapito la mia fidanzata'
Lui la incontra in una notte di gennaio sui marciapiedi di questa città.
Lei è bella giovane, e sembra veramente impaurita.
Si vede che fa 'quel mestiere' da poco tempo, i movimenti sono impacciati e poi ... arriva il bacio.
Uno dei gesti negati da sempre a chi compra l'amore sulla strada.
Lui è giovane e fa il commerciante, non sono sposato - spiega - e ogni tanto cerco la compagnia di qualche ragazza. Ma con lei, ho capito che sarebbe stato diverso.
Fin qui la storia sembra seguire l'esatto copione di un film di successo.
Ma il lieto fine sembra oggi veramente lontano.
Silvia è moldava, compirà 19 anni il giorno di San Valentino, ma lui, che le aveva addirittura chiesto di sposarla, ha perso le sue tracce da giovedì sera.
Sono certo - spiega Marco - che i suoi protettori l'hanno spostata in un altra città. Lei voleva uscire dal giro e mi ha detto che lo avrebbe fatto quella sera.
Ma facciamo un passo indietro.
Silvia Stefan Schirca sarebbe arrivata sotto le Due Torri agli inizi di novembre.
Portata qui con la solita promessa di un lavoro sicuro, è stata messa su un marciapiede.
Mi ha raccontato - continua Marco - di avere un accordo con queste persone: lavorerai per noi un mese e mezzo, le hanno detto, dovrai portarci almeno 21 milioni e noi di quelli ne spediremo tre alla tua famiglia.
Ma, scaduto il primo periodo, Silvia non ha rivisto nè il passaporto nè i tre milioni.
Ha vissuto fino a giovedì nel residence Bologna 2: una camera per tre ragazze come lei e un viavai di clienti continuo. Io la andavo a prendere a casa e per lasciarla il meno possibile sulla strada passavo con lei il pomeriggio e la sera. Così come si fa tra fidanzati: un giro in centro, una pizza. Martedì l'avevo presentata ai miei genitori, tanto per farle capire che avevo intenzioni serie.
Mi ero già messo in contatto con i ragazzi che lavorano per Don Benzi - aggiunge - volevo darle un'alternativa. Non era obbligata a stare con me ma grazie a loro avrebbe trovato protezione.
Giovedì sera l'ho riaccompagnata su quella strada. Lei lì doveva comunque farsi vedere. Poi a mezzanotte il trillo del cellulare. Le avevo regalato una carta prepagata per farmi chiamare in caso di necessità. È stato un attimo: ho sentito la sua voce e poi un urlo, qualcuno le ha strappato il telefono e mi ha urlato per cinque volte 'Bastardo'.
Mi sono vestito al volo e sono corso nel suo appartamento. Niente. Le sue amiche hanno cercato di tranquilizzarmi dicendo che forse era fuori con un cliente. Ma io ho aspettato fino alle 6 e lei non è mai rientrata. Sono certo che l'hanno portata via. Non è gente che molla ma io non smetterò di cercarla. Mi basta sapere che sta bene.
4 febbraio 2000
'Bologna Due', un rinvio
È stata rinviata all'ultimo momento la presentazione del progetto di riqualificazione del 'famigerato' residence di Calderara, prevista per ieri mattina.
Per sopravvenuti mutamenti, tra l'altro positivi, nel progetto, come spiega un comunicato.
La conferenza stampa del sindaco Matteo Prencipe e di Giorgio Guerra (a nome della Gheo immobiliare) si svolgerà nei prossimi giorni.
La speranza degli inquilini perbene del 'Bologna 2' è che il rinvio rappresenti davvero un passo avanti verso la soluzione dell'annoso problema.
3 febbraio 2000
CALDERARA
'Bologna Due' in salvo?
Finalmente. Dopo anni di bocciature e ripensamenti regionali, il progetto di riqualificazione del 'bunker della mala' è a un passo dalla realizzazione.
Già: il Comune di Calderara è pronto a tutto pur di risanare il residence 'Bologna Due'.
E stamane alle 11 il sindaco, Matteo Prencipe, illustrerà le linee guida del progetto all'Hotel Meeting, a fianco del famigerato palazzo.
Un piano forse meno faraonico di quello che due anni fa la Regione rispedì al mittente, ma probabilmente più fattibile.
La strada che verrà intrapresa - commenta il sindaco, che presenterà il progetto assieme a Giorgio Guerra della Gheo immobiliare - per eliminare il degrado di questo edificio è stata individuata e i termini progettuali sono concreti. Parliamo di una strategia di riqualificazione urbanistica e sociale che rivedrà completamente le funzioni e la struttura dello stabile.
All'incontro parteciperanno anche il vice presidente della Provincia, Tiberio Rabboni; il presidente della CNA di Calderara, Fabio Giovannini; il direttore della filiale calderarese della Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Giuliano Grandi; e Angelo Rizzi, l'animatore del comitato per la 'Rinascita dell'area di via Garibaldi 2'.
28 gennaio 2000
Un aereo carico di lucciole da Calderara alla Moldavia
Un aereo carico di lucciole.
Ieri pomeriggio la questura ha rimpatriato 17 ragazze dell'est, ucraine e soprattutto moldave, su un aereo della Moldavian Airlines da 33 posti.
Il volo è partito alle 16 per fare scalo a Budapest.
Destinazione finale Kishinev, nella repubblica moldava.
Le ragazze, tutte giovanissime, alloggiavano al Bologna Due, l'alveare di Calderara di Reno.
Nella retata erano finite 25 lucciole.
16 gennaio 2000
CALDERARA
Noi, gli ostaggi del 'Bologna 2'
Gli inquilini perbene rabbiosi dopo l'ultimo pestaggio: Dalle autorità solo parole
Una coppia di inquilini perbene picchiata a sangue da spacciatori magrebini e prostitute dell'Est.
Un vero e proprio pestaggio, con contorno di minacce di morte.
Tutto perché marito e moglie hanno cercato di rompere il muro del silenzio.
Sì, nel cuore della notte, i coniugi si sono ribellati ai 'cattivi' fracassoni.
Non c'è voluto altro.
Uno degli androni della disperazione si è infatti trasformato in ring: calci, pugni, schiaffi e ancora calci.
Una tremenda raffica di botte per mettere a tacere quegli sposi che chiedevano solo di poter dormire in pace.
Un diritto che al 'Bologna 2' di Calderara si scontra quotidianamente con la prepotenza di chi vive nell'illegalità.
Un incubo per i condomini onesti che da anni si battono con le unghie e con i denti per il risanamento del bunker della mala.
Siamo a dei livelli paradossali - esplode la rabbia degli inquilini perbene -: prostitute e spacciatori non solo vivono abusivamente nei 21 appartamenti andati all'asta nel dicembre scorso su cui pendeva un ordine di sgombero da parte della Pretura, ma adesso aggrediscono e minacciano i proprietari fino a costringerli ad abbandonare le abitazioni acquistate faticosamente.
I condomini, riunitisi in Comitato, chiedono giustizia e accusano le istituzioni di manifesta latitanza.
Nessun passo concreto - tuonano - è stato fatto per il recupero dello stabile. Solo progetti che sono rimasti sulla carta.
15 gennaio 2000
Festeggiate in silenzio, è notte
Per risposta gli rompono il naso
Ancora un fattaccio al 'Bologna 2' di Calderara: due giovani coniugi, inquilini del residence di via Garibaldi 2, hanno protestato per il rumore di un festino notturno (erano le quattro) e come risposta hanno ricevuto minacce di morte e un'aggressione che all'uomo ha procurato una frattura al setto nasale guaribile in 20 giorni.
Chiamati da marito e moglie, i carabinieri hanno denunciato per lesioni aggravate e minacce il marocchino che ha avuto la risposta più violenta e hanno avviato accertamenti sugli altri partecipanti alla festa: due uomini e due ragazze dell'Europa dell'Est.
L'Associazione per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2 ricorda che l'appartamento in cui si teneva il festino è abitato abusivamente da anni:
Fa parte dei 21 appartamenti andati all'asta il 17 settembre 1999 e su cui pende un ordine di sgombero da parte della Pretura da due anni.