ASSOCIAZIONE ITALIANA DI VALUTAZIONE
VII CONGRESSO AIV
25, 26 e 27 marzo 2004
VII CONGRESSO AIV
Giovanni Virgilio
La valutazione per l’urbanistica sociale: il caso del programma di riqualificazione urbana “Garibaldi 2” di Calderara di Reno
Università di Bologna
Abstract
Esistono particolari ambiti della pianificazione urbana in cui la valutazione gioca un ruolo di estrema importanza, ciò si verifica quando quest'ultima in aggiunta alla sua naturale funzione di sistema di supporto alle decisioni, assume un valore aggiunto di natura sociale che deriva dal suo configurarsi come processo concepito per la tutela inderogabile dell'interesse collettivo.
Tutto ciò tende ad assumere valenza massima quando la pianificazione urbana riacquista il suo ruolo originario di strumento di mediazione sociale ed è in grado di trasformare proattivamente la dialettica, spesso conflittuale, che si stabilisce tra le singole specificità urbane favorendo così l'attivazione di quel processo di singenesi che fa, di luoghi distinti, una città.
Questo di solito accade quando si fa urbanistica sociale o, per usare un termine più attuale, pianificazione integrata.
Pertanto, è in queste situazioni che l'interazione tra i processi di pianificazione e quelli di valutazione raggiunge la massima intensità.
Partendo da questi presupposti, il presente studio cerca di costruire un percorso metodologico finalizzato a favorire l'integrazione tra le dinamiche proprie di un programma di riqualificazione urbana (ascrivibile per natura e obiettivi alla casistica precedentemente individuata) e un processo di valutazione concepito per garantire un elevato livello d'interazione in tutte le fasi che porteranno alla realizzazione del programma stesso.
Il sistema di valutazione in questione è stato sviluppato ed applicato al programma di riqualificazione attuato dal Comune di Calderara di Reno (comune appartenente alla prima cintura metropolitana bolognese) e che ha per oggetto un comparto urbano afflitto da gravi problemi di degrado sociale ed edilizio.
Il P.R.U si inserisce nei campi specifici d'intervento previsti dalla Legge Regionale n.19/1998 ("Norme in materia di riqualificazione urbana") proponendosi come obiettivo il ristabilimento delle condizioni di sicurezza urbana e di normale vivibilità nel complesso edilizio di Via Garibaldi (il complesso è storicamente noto alle cronache locali con il nome di Bologna 2) e dei suoi spazi limitrofi.
La complessità dell’intervento risiede principalmente nella particolare criticità delle condizioni ambientali in cui ci trova ad operare; condizioni che hanno favorito la concentrazione delle attività illecite e i comportamenti criminosi con impatti non più circoscrivibili alla mera sfera locale e che fanno dello stato attuale di degrado del complesso edilizio un'emergenza di dimensioni tali da essere difficilmente risolvibile nell'ambito delle normali competenze amministrative comunali.
Da qui la scelta da parte dellAmministrazione comunale di promuovere un progetto pilota per la sicurezza urbana, facendo seguito alle politiche attivate a livello regionale in materia che hanno trovato proposizione sistematica in diversi atti di giunta (D.G.R. n.269 del 22 febbraio 2000, D.G.R. n. 2528 del 29 dicembre 2000) finalizzati a creare un'integrazione istituzionale e operativa in grado di offrire delle risposte concrete sul terreno della sicurezza tra il Comune e la Regione capaci di coinvolgere direttamente le forze dell'ordine e la Polizia Municipale.
Il tutto si realizzerebbe mediante l'insediamento, all'interno del complesso edilizio di Via Garibaldi, di una stazione dei Carabinieri e il trasferimento della sede della Polizia Municipale, un collegamento ciclo-pedonale con il nucleo centrale dell'insediamento comunale, la realizzazione di una serie d'interventi diffusi e di manutenzione edilizia e urbana a cui si intendendo associare interventi di natura socio-relazionale mirati al consolidamento della comunità dei residenti.
Non va, peraltro, dimenticato che tutto avverrà parallelamente allo sviluppo del più generale programma di riqualificazione urbana, che vede la trasformazione di due blocchi del complesso in abitazioni ERP e il recupero edilizio dei restanti blocchi di proprietà dei privati e che sarà da quest'ultimi cofinanziato.
Quest'intervento, di particolare complessità, si struttura nell'ambito di una generale ridefinizione da parte dell'Amministrazione comunale, delle strategie di politica residenziale pubblica e di edilizia agevolata, che vede la realizzazione, in variante di P.R.G., di edifici dedicati al trasferimento momentaneo della popolazione del Garibaldi 2 contestualmente al reperimento di alloggi per i residenti che opteranno per la cessione del proprio alloggio in cambio di soluzioni perequative.
Tale decisione è maturata sulla base dall'esigenza di fornire una risposta alla domanda di sicurezza emersa, sia dalla cittadinanza di Calderara di Reno sia dalle comunità limitrofe.
Nelle intenzioni dei decisori pubblici, infatti, la risposta in questione assume una duplice natura: di carattere repressivo, e con impatto immediato, al fine di debellare il complesso di attività criminose che si sono stratificate negli spazi del complesso a causa di una diffusa condizione l'illegalità, rafforzata dalla presenza, ormai accertata, di vere e proprie organizzazioni criminali.
La seconda risposta, più qualificante, è quella preventiva mediante la quale si agisce sulle variabili ambientali impedendo, in tal modo, il formarsi di possibili condizioni favorevoli allo sviluppo di attività illecite.
Tutto ciò mira a ridare il senso di cittadinanza alle famiglie residenti e che ne costituiscono la parte socialmente sana.
Dare una risposta al problema della sicurezza nell'insediamento di Via Garibaldi significa, quindi, da un lato ridurre le condizioni di rischio e lo stato di insicurezza che fanno sì che la popolazione che vi risiede sia di fatto presa in ostaggio dalle organizzazioni criminali ivi operanti, dall'altro, ridurre lo stato di tensione e di chiusura della restante parte della popolazione di Calderara di Reno (e della stessa Bologna) che costituisce l'innesco di meccanismi di esclusione sociale, se non di manifeste forme di razzismo, verso i residenti del complesso che sono in gran parte immigrati.
Alla luce di queste brevi considerazioni (che si spera abbiano contribuito a dare un'idea, seppure approssimativa delle problematiche che si è chiamati ad affrontare) diviene quindi evidente l'importanza che assume il contributo processo di valutazione.
Come è facile attendersi, infatti un programma caratterizzato da interventi così impattanti, sia a livello delle scelte di natura strutturale sia a livello dei processi socio economico generati, necessita di un processo di valutazione che si integri perfettamente con il processo di implementazione del programma, al fine di fornire chiare indicazioni sia ai decisori pubblici sia agli stakeholders.
Si è pervenuti ad individuare un disegno valutativo che dovrà svilupparsi attraverso diversi livelli:
- a livello strategico, direttamente riferibile alla formazione degli obiettivi del programma di riqualificazione, ai diversi livelli decisionali e al grado di integrazione che gli interventi in questione assumono con il sistema territoriale con cui interagiscono;
- a livello processuale, relativamente cioè alle modalità con cui si sviluppa il processo anche per fare emergere di potenziali side effects e criticità;
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a livello relazionale, attinente ai processi di partecipazione e quindi alle diverse figure di attori coinvolti e, conseguentemente, al ruolo che questi ricoprono nelle diverse fasi dell'azione programmatica;
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a livello strutturale, riguardante lo sviluppo locale generato da questa azione nell’ambito territoriale in cui trova applicazione.
Da qui la necessità di individuare un percorso di valutazione (necessariamente complessa) e, quindi, di giudizio sugli aspetti illustrati, così come naturalmente richiesto dall'esemplarità dell'evaluando da cui prende le mosse il percorso medesimo.
A tal fine il progetto di valutazione si proponeva di sviluppare tre assi analitici costituiti rispettivamente: dalla Valutazione di contesto, dalla Valutazione di processo, dalla Valutazione di performance (o delle capacità prestazionale).
Purtroppo, va rilevato un ritardo (da parte dell'amministrazione comunale) nel dare l'avvio al processo di valutazione in concomitanza con le fasi di formazione delle decisioni.
Tuttavia la recente conclusione della fase programmatica rende possibile una valutazione retrospettiva del processo decisionale che, seppure non permette più di interagire con i processi di formazione degli obiettivi e delle strategie (campo naturale della valutazione ex-ante) definiti dai decisori pubblici, permette comunque la valutazione d'impatto del programma sul contesto locale e relativamente al processo, permette di delinearne le potenziali traiettorie di sviluppo.