PROGRAMMA DI RIQUALIFICAZIONE URBANA
"GARIBALDI 2"
PROGETTO PILOTA
PER LA SICUREZZA URBANA
Il progetto preliminare
versione 2002
1. L'emergenza del problema della sicurezza nel complesso di Via Garibaldi 2
La situazione di particolare criticità, in cui versa il complesso edilizio oggetto del progetto, è alla base della convergenza su di esso di molteplici interventi che trovano origine in differenti procedimenti amministrativi in un'ottica di integrazione delle diverse azioni.
Il complesso di Via Garibaldi, infatti, è al centro di un progetto pilota per la sicurezza urbana previsto in base alla delibera della Giunta Regionale n. 269 del 22/02/2000 e di successiva assegnazione di fondi a seguito della delibera della Giunta regionale n. 2528 del 29/12/2000 ("Assegnazione di contributi ai Comuni per la realizzazione di progetti pilota per la sicurezza urbana").
Le azioni previste dal progetto pilota per la sicurezza urbana sono strettamente interconnesse ad uno specifico Programma di Riqualificazione Urbana adottato dalla amministrazione comunale di Calderara di Reno in attuazione della L.R. 19/1998.
Le azioni principali indicate nella relazione programmatica, presentata dal Comune nel giugno 2000 in allegato alla richiesta di finanziamento, prevedevano in via prioritaria l'insediamento di una stazione dei Carabinieri e il trasferimento della sede della Polizia Municipale all'interno dello stabile dei Via Garibaldi.
Tale decisione è maturata sulla base dall'esigenza di fornire una risposta alla domanda di sicurezza emersa sia dalla cittadinanza di Calderara sia dalle comunità limitrofe.
Si è convinti che la risposta in questione debba avere una duplice natura, la prima di carattere repressivo e di impatto immediato: per debellare il coacervo di attività criminose che si sono stratificate negli spazi del complesso a causa di una diffusa condizione d'illegalità favorita dalla presenza, ormai innegabile, di vere e proprie organizzazioni criminali, la seconda risposta, è forse la più qualificante, è quella preventiva, mediante la quale si agisce sulle variabili ambientali impedendo il formarsi di possibili condizioni favorevoli allo sviluppo delle attività illecite, tutto ciò al fine di ridare il senso di cittadinanza alle famiglie residenti, che costituiscono la parte sana degli abitanti del complesso.
Questa convinzione trova conferma dall'analisi condotta negli ultimi anni sulla popolazione del complesso e sulle reazioni che le attività malavitose presenti costantemente in quel luogo provocano sulla popolazione di tutto il Comune.
Dare una risposta al problema della sicurezza nell'insediamento di Via Garibaldi significa, quindi, prioritariamente ridurre le condizioni di rischio e lo stato di insicurezza della popolazione lì residente e lo stato di tensione e di chiusura della restante parte della popolazione di Calderara che spesso innesca meccanismi di esclusione verso i residenti del Garibaldi 2.
La rilevanza del problema si manifesta su vari ambiti, tutti comunque prevalentemente legati alla geometria del complesso edilizio e alla sua particolare ubicazione nel territorio comunale.
La vastità e la gravità del caso sono da imputare a diversi fattori caratterrizzanti che si vogliono ricordare brevemente:
- La collocazione urbanistica: il complesso sorto come residence in aperta campagna negli anni 70 attualmente è prossimo ad un'area industriale di impatto urbanistico e rimane separato dai servizi presenti sul territorio comunale. Di fatto il complesso è un quartiere dormitorio in quanto privo di servizi ad eccezione delle attrezzature sportive comunali localizzate in stretta adiacenza all'area. Non esistono nelle vicinanze del complesso altri insediamenti residenziali. L'isolamento, nella sua accezione territoriale e sociale, è il leit motiv del complesso residenziale: non è presente alcun interscambio tra il complesso e i Suoi abitanti con il restante tessuto sociale del territorio comunale. Gli abitanti del complesso si interfacciano con l'esterno per tutte le funzioni necessarie, gli acquisti, il rapporto con gli uffici, la sanità e le altre funzioni vitali. Per contro non esiste alcun rapporto di biunivocità se si eccettuano le occasioni di incontro organizzate dal Comune con iniziative culturali, spettacoli, feste e manifestazioni nell'ambito del complesso che hanno lo scopo di smorzare, anche se minimamente, lo stato di diffidenza della gente.
- L'elevato carico abitativo dello stabile (sicuramente non previsto all'atto della sua progettazione). Il residence, infatti, era stato pensato in funzione dell'originario uso alberghiero, oggi invece i 194 alloggi organizzati sui 6 piani della struttura sono abitati da famiglie, anche molto numerose in condizioni al limite della vivibilità.
- L'assoluta mancanza di un'adeguata manutenzione e il completo degrado delle parti comuni del complesso si traducono in un senso di disfacimento pressoché totale della struttura.
- La consistente presenza di famiglie (di cui una considerevole quota è costituita da quelle di origine extracomunitaria) caratterizzate da livelli di numerosità media decisamente fuori dalla norma e da modesti livelli di reddito. Infatti la maggior parte delle famiglie che vivono nel complesso sono monoreddito, e ciò vale sia per i nuclei di origine italiana sia per quelli extracomunitari, con la presenza di un rilevante numero di casi di interventi sociali promossi dal Comune di Calderara di Reno.
- L'esistenza di forme di isolamento e di chiusura dei nuclei familiari con effetti che rasentano forme autosegregative soprattutto se riferiti alle componenti più deboli (donne e minori), a causa principalmente dell'assenza di un tessuto sociale relazionale. La mancanza di socialità è generata principalmente dal pervasivo stato di insicurezza.
- La coesistenza con le forme più diverse di marginalità e di disagio sociale (tossicodipendenti, casi di patologie psichiatriche, clandestini o senza fissa dimora) che conducono la loro misera esistenza nelle parti comuni, nei corridoi e nelle scale della struttura.
- La presenza di persone dedite ad attività che di sovente superano la soglia della mera illegalità per assumere le modalità più preoccupanti di crimini organizzati, in primo luogo lo spaccio di stupefacenti e la prostituzione. Nello stabile, infatti, si rileva la presenza di persone indagate dei reati di traffico e spaccio di stupefacenti e di sfruttamento della prostituzione che non ha eguali nell'intera area metropolitana bolognese. È evidente che un tale stato di cose non può non avvenire se non attraverso comportamenti fortemente prevaricatori e ricattatori perpetrati ai danni degli altri residenti, facendo sì che i comportamenti illegali, pur se attuati da una parte decisamente esigua dei residenti, prosperino condizionando la vita dell'intero complesso. La conseguenza di tutto ciò è che si è assistito negli anni ad una radicamento dei problemi di ordine pubblico che unitamente all'accumularsi di problemi di ordine igienico-sanitario e sociale hanno, nel tempo, connotato il complesso edilizio di livelli di pericolosità tali da influenzare in modo fortemente condizionante la vita dell'intero Comune.
Da questo quadro d'insieme è facile comprendere come la maggior parte degli atti di delinquenza e di violenza presenti all'interno o nelle immediate vicinanze del Garibaldi 2, siano la conseguenza di situazioni di forte densità umana caratterizzate da una fortissima frammentazione esistenziale e l'inesistenza di forme minimali di socialità.
Il permanente e diffuso stato di tensione e d'insicurezza è all'origine dei comportamenti di chiusura e isolamento che certamente non favoriscono quei processi d'integrazione che sarebbero auspicabili tra persone di provenienza culturale e geografica diversa, ma accomunate da medesimi percorsi esistenziali e appartenenza sociale.
Il generale degrado sociale, ambientale e strutturale degli insediamenti ha contribuito a dilatare gli spazi di azione e di sviluppo di attività criminali creando una situazione di pericolosità e di disagio sociale per famiglie che vivono nel complesso.
Tutto ciò accentua gli effetti di insicurezza di emarginazione e lascia pericolosamente il campo libero ai pochi che hanno deciso di condurre la propria esistenza oltre i limiti della legalità e comunque di un vivere civile.
Quello del Garibaldi 2 è sicuramente, nella regione Emilia-Romagna, uno dei più gravi casi conosciuti di degrado e di problemi irrisolti di integrazione sociale.
Il permanere di tale situazione attualmente impone a cittadini italiani e stranieri che lavorano e vivono in ristrettezze economiche, ma sempre nel pieno rispetto della legalità e delle regole sociali, la convivenza con situazioni di illegalità costituenti una minaccia continua per la tranquillità di tutti ma in particolare dei tanti minori ed adolescenti che vivono nel complesso.
Sono queste le prime vittime in quanto maggiormente esposti al rischio più di adescamento e coinvolgimento da parte di chi è abitualmente dedito ad attività criminose, rischio tanto maggiore quanto più critiche si presentano le condizioni sociali ed economiche delle famiglie di provenienza.
La criminalità diffusa mantiene dunque la popolazione del Garibaldi 2 e di tutto il comune di Calderara di Reno in una condizione prolungata di insicurezza sia oggettiva (determinata dall'elevata probabilità del verificarsi di atti criminosi), sia soggettiva (per la percezione della minaccia nei singoli cittadini o in particolari categorie sociali).
La frequenza quotidiana di violazioni, reati, furti, atti di vandalismo, molestie fisiche e psicologiche esercitate nei confronti dei cittadini sono tali da innescare uno stato di inquietudine e di costante rischio di conflitto sociale, che non può essere assolutamente tollerato.
È sulla base di queste considerazioni che l'Amministrazione Comunale di Calderam di Reno, nella stretta possibilità delle sue competenze, ha individuato nel Programma di Riqualificazione Urbana uno strumento particolarmente efficace per dare una risposta alle numerose problematiche e alle gravi condizioni di rischio esistenti nel complesso residenziale.
Esiste inoltre la convinzione che l'efficacia delle risposte sara tanto maggiore quanto più esiste la possibilità di integrare diversi interventi con lo scopo di fare convergere risorse e competenze diverse sul progetto generale.