Il Resto del Carlino 1991
30 settembre 1991
DOPO LA MORTE DEL BIMBO A CALDERARA
Una lapide e un'assemblea per ricordare Tommaso
Qui cadde e morì, giocando, Tommaso Fontana, di anni 7, il 13 settembre 1991.
Da ieri mattina, a Calderara, una semplicissima lapide, murata su uno dei palazzoni di "Bologna 2", ricorda la tragica corsa del bimbo in bicicletta, l'impatto contro il muretto del terrazzo, il volo e lo schianto sul selciato.
Quel selciato su cui Tommaso aveva il divieto di giocare, per evitare ambiente e compagnie poco raccomandabili.
Ma proprio per affrontare aspetti e problemi della difficile vita di "Bologna 2" e per programmare il ritorno alla legalità e alla serenità, avrà luogo stasera, organizzata dal Sunia, nell'aula consiliare del comune di Calderara, l'assemblea generale di tutti gli inquilini di "Bologna 2"
28 settembre 1991
CALDERARA/SARA' SCOPERTA DOMANI
Una lapide per il bimbo precipitato da 'Bologna'
Lunedì sera assemblea degli inquilini indetta dal Sunia
Per ricordare Tommaso Fontana, il bambino di sette anni precipitato dal terrazzo dello stabile di Calderara mentre giocava con la bicicletta, gli inquilini di Bologna 2 hanno deciso di autotassarsi per erigere una lapide.
La lapide sarà scoperta alla presenza del sindaco di Calderara Valerio Armaroli, domani alle 10 e recherà scritta questa epigrafe: Qui cadde e morì Tommaso Fontana di anni 7 il 13 settembre 1991, giocando.
Sarà un momento di riflessione per tutti, che verrà concretizzato con un'assemblea generale di tutti gli inquilini, che si terrà lunedì 30 nella Sala Consiliare del Comune di Calderara, organizzata da Sunia con i seguenti punti all'ordine del giorno: 1) nomina del comitato inquilini (per etnie), 2) verifica contratti e loro legalità, 3) verifica su possibilità ad equo canone, 4) richiesta di incontro col Comune per definire la destinazione d'uso di Bologna 2, 5) definizione di un piano lavoro svolto a riportare legalità e serenità per tutti gli inquilini ed assegnatari del Bologna 2.
Armaroli si è dichiarato concorde sulla decisione di aver coinvolto il sindacato degli inquilini, in quanto il problema principale è il rapporto tra i proprietari e gli affittuari.
Sono anche dell'idea - ha proseguito il Sindaco - che si sia esasperata la situazione di Bologna 2, che presenta rapporti sociali difficili ma non tali da non poter essere risolti se ci fosse una maggiore chiarezza da parte dei proprietari sulle loro intenzioni. Ad esempio abbiamo dovuto sospendere l'estensione a concessione alberghiera proprio perchè non vedevamo chiaramente quali potessero essere gli sviluppi
18 settembre 1991
CALDERARA/INTERPELLANZA SU BOLOGNA 2 DOVE E' MORTO TOMMASO
Un "ghetto" da miliardi
Sovraffollamento, degrado sociale, speculazione su alloggi.
Sono questi i tre mali che affliggono "Bologna 2", il complesso residenziale di Calderara di Reno (altrimenti noto come residence "Athena"), tristemente famoso per la vicenda della morte del piccolo Tommaso Fontana, precipitato dal terzo piano di uno dei palazzi di Via Garibaldi 2.
L'atto di denuncia sul "ghetto" è stato lanciato ieri in consiglio comunale dal consigliere socialista Michele Ruffo, che, in una sua interpellanza, ha denunciato la gravissima situazione in cui versa il complesso.
E' mia opinione - ha accusato Ruffo - che il sovraffollamento e il degrado sociale di "Bologna 2" continui ad essere determinato dall'abuso sistematico delle sue foresterie da parte delle singole proprietà e società, direttamente o tramite sublocatari. Si stivano in pochi metri quadrati famiglie di operai di provenienza meridionale o extracomunitari, in alcuni casi stipendiati dalle stesse società locatrici.
"Bologna 2" comprende 236 appartamenti, la maggior parte dei quali (133) è intestata a nove proprietà, con in testa la Athena (44) e la Smirne (22).
Il rendiconto spese per l'ultima annata è di circa 318 milioni, di cui 160 dovranno essere pagati entro il settembre '91 dagli abitanti del condominio.
Le spese particolari annuali sono indicative della grave situazione: 7 milioni per giardinaggio, 2 milioni e mezzo per sgombero neve, 23 milioni per lo svuotamento delle fogne e 126 per gasolio e gas.
E' perciò facile arguire - sempre secondo Ruffo - che il "Bologna 2" è un business di centinaia di milioni, considerando anche i corpi abitativi vengono sublocati a più di un milione al mese in media.
Secondo i dati in possesso dei carabinieri, gli occupanti del residence sono poco più di 500, di cui 58 minori.
Solo 330 risultano all'anagrafe di Calderara: Ne consegue - ha puntualizzato il consigliere - che un canone mensile di un milione è possibile pagarlo solo ripartendo la cifra fra più persone, se si guadagna sul milione e mezzo al mese.
Nell'interpellanza, il consigliere socialista fa notare anche che, nelle ore notturne, c'è un solo carabiniere di servizio, per cui i soccorsi alle richieste di aiuto giungono spesso in ritardo.
Il complesso diventa così zona franca per attività delinquenziali.
L'unico rimedio - ha concluso Ruffo - è l'intervento delle autorità competenti per provvedere allo sgombero degli "irregolari", revocando nel contempo le licenze alberghiere.
15 settembre 1991
TRAGEDIA DI CALDERARA/IL BAMBINO, 7 ANNI, SI È SPENTO IERI MATTINA AL BELLARIA
Finita l'agonia, Tommaso è morto
Cadendo dal terzo piano, è finito su una grata metallica. Le grida degli altri bimbi. Polemiche sul residence
Neppure un fiore dove Tommaso ha lasciato i suoi sette anni, sulla grata insanguinata, al traguardo di una volata in bici sul terrazzone al terzo piano del residence "Athena" di Calderara, a mezzogiorno di venerdì.
La mano che non stringe la leva del freno, la ruota che picchia contro il muretto, l'impennata che catapultata il bambino nel vuoto, lo schianto sul metallo inesorabile di un marciapiede largo mezzo metro.
Dieci, venti centimetri più a destra e Tommaso sarebbe atterrato sull'erba folta e arruffata del prato, probabilmente si sarebbe salvato.
Invece già otto ore dopo i medici del Bellaria, fallito l'intervento al cervello, avevano comunicato ai genitori che il paziente era clinicamente morto, coma irreversibile.
Solo il cuore resisteva.
E il battito si è spento ieri mattina alle 7,30.
Fontana Tommaso, anni 7 il prossimo 9 ottobre, via Garibaldi 2, Calderara di Reno, giace ora all'istituto di medicina legale, dove ieri pomeriggio è stato riconosciuto ufficialmente dai familiari, come chiede la legge, e dove domani potrebbe essere sottoposto ad autopsia.
Mamma Maria Fontana, 28 anni, casalinga, stesso cognome del marito Vincenzo, 33 anni, artigiano edile, spera di seppellire il figlio martedì nel camposanto di Casapesenna, provincia di Caserta, il paese natio lasciato tre anni e mezzo fa per il solito viaggio al nord in cerca di fortuna.
Non c'è un fiore dove Tommaso è morto.
Solo la macchia rossa e i rivoli che scendono lungo la parete del tombino.
I bambini intorno tracciano nell'aria la traiettoria dell'amico, indicano il punto in cui ha sbattuto la testa.
C'erano il cuginetto Tommaso, di sei anni, Vincenzo e Peppino, i compagni dei giochi quotidiani, l'altra mattina sul terrazzone.
Facevano le gare - racconta il primo in un misto di italiano e dialetto casertano -, con la mia bici e quella di Tommaso. Poi la sua si è rotta ai freni e lui ha preso la mia, non è riuscito a fermarsi in tempo, è finito di sotto.
I bambini hanno strillato: È caduto Tommaso!
I grandi non gli hanno creduto subito, pensavano ad uno scherzo.
Ma dai balconi qualcuno ha gettato lo sguardo in basso e ha visto il corpicino esanime, addossato al muro.
Le grida sottili e spaurite sono diventate l'urlo straziato e orribile della madre, che era in casa, al terzo piano, appartamento numero 320, 50 metri quadri per 650mila al mese, carta da parati giallina e poster degli azzurri al muro, lo zainetto di Tommaso agganciato all'attaccapanni, già pronto per la seconda elementare.
Tommaso è morto, tiene gli occhi chiusi, ha bisbigliato il musetto tirato del fratello Alessandro, 4 anni, accorso con la mamma, la zia, tanta altra gente uscita dalle porte di questo formicaio di 194 alloggi, grigio e alienante, costruito dodici anni fa per i clienti della Fiera che atterrano al vicino "G. Marconi" (e non si sono mai visti), palcoscenico di un omicidio, di risse, di spaccio e consumo di droga, trasformato ora in un dormitorio a canoni salati, dove alla maggioranza di gente perbene si mescolano soggiornanti obbligati, pregiudicati, tipacci.
È sicuramente un brav'uomo, Vincenzo Fontana, faccia pulita, fisico robusto, lavoro sodo nell'edilizia.
Non piange, riceve gli ospiti con il rispettoso riguardo della gente del sud, nella angusta abitazione affollata di zii, nonne, parenti saliti nella notte dal Casertano per dare conforto, pietà, lacrime a lui e alla sua moglie, perchè essere in molti, essere uniti, può forse aiutare a sopportare cristianamente, qui dove credono in Dio, l'assenza di Tommaso.
Può soccorrere persino la mamma, improvvisamente vecchia, abbandonata sul divano-letto che custodiva i sogni dei due fratellini, ma dove l'altra notte Alessandro non voleva prendere sonno, finché non torna Tommaso.
Questo parapetto è almeno venti centimetri più basso della norma - dice sicuro un costruttore amico di famiglia -, a Calderara è stata adottata la misura dell'ufficio igiene del comune di Bologna, che prevede ringhiere non inferiori al metro. E questo muretto è meno di ottanta. L'amministrazione comunale ha le sue brave responsabilità, non tanto in questa sciagura quanto nella intera storia del residence.
Vincenzo spiega a bassa voce: Mandavamo i bimbi più volentieri sul terrazzo che nel giardino da quando, qualche tempo fa, erano state trovate delle siringhe. Ma ci stavamo attenti, tenevamo gli occhi aperti.
A quanto pare mamma Maria venerdì mattina aveva proibito a Tommaso di uscire in bici, ma lui non se n'era dato per inteso.
Gli piaceva tanto pedalare, andare veloce, sospira un cuginetto.
È stata una disgrazia, non facciamo speculazioni, per cortesia, taglia corto Ernestino Lunghini, dello staff che amministra l'ex 'Bologna 2' .
Tommaso giocava nella scuola calcio del Calderara, nel centro sportivo 'Pederzini' che sta proprio di fianco a casa.
Maglia numero otto, centrocampista dalle leve lunghe.
Era bravo davvero, sorride un ragazzino.
Tifoso del Napoli, Maradona era ovviamente il più grande, Zola l'erede legittimo.
Gli piacevano i videogiochi, di pomeriggio scendeva al bar "Napoli", sotto il portico, e si attaccava ai pulsanti.
Era educato, uno dei più educati - ricordano i gestori - Chiedeva sempre per favore, diceva grazie, e se rimaneva un debito di cinquanta lire andava a prenderle in casa e le portava giù subito.
Mettete un fiore dove è morto Tommaso, non per commuovere chi si affaccia dal balcone ma per ricordare a tutti che le case devono essere sicure, fatte per viverci e non per morirci al traguardo di una corsa in bici.
LA MADRE
Un posto maledetto
L'ultima corsa su un terrazzone di 60 metri, per arrivare primo a quel muretto, dove si leggono ancora i segni delle gomme delle bici, le firme di altrettante vittorie.
I bambini a sette anni hanno una fantasia, commenta a occhi bassi il maresciallo dei carabinieri di Calderara, Cosimo Attanasi.
Oltre il traguardo, per Tommaso Fontana c'è stato un volo di dieci metri che non gli ha strappato la vita.
Questo è un posto pieno di siringhe, di ladri e di prostitute - mugola tra le lacrime Maria Fontana, la madre -, Sapevo che il ballatoio era pericoloso, con quel parapetto minuscolo, ma il giardino lo era di più. Non era andare giù, non andare giù, ripetevo a Tommaso. È andato su.
Non doneranno gli organi, i genitori. Per noi meridionali sarebbe un gesto strano, spiegano nella famiglia.
E aggiungono: Riportiamo tutto giù ( a chi? a me? chiede Alessandro, il fratello minore di Tommaso ).Vogliamo dimenticare questo posto. Ma sarebbe giusto sporgere denuncia. Non per vendetta, ma perché il sacrificio di un bambino, per quanto terribile, possa risparmiare altre vite.
Parlano tutti: il fratello del padre, Bartolomeo, i cugini Dionigi e Mario, il fratello della madre, Ernesto. Mostrano gli scalini, i parapetti, la tromba delle scale di emergenza, sempre aperte e protette solo da basse ringhiere.
Qui è la vita stessa ad essere pericolosa. Le case sono troppo piccole per poterci giocare, i giardini sporchi. L'unico posto è il ballatoio, protetto da quel ridicolo parapetto.
14 settembre 1991
DRAMMA NEL PALAZZO-GHETTO A CALDERARA. NON POTEVA GIOCARE IN CORTILE: E' PIENO DI SIRINGHE
Giù dal terrazzo: bimbo in coma
Con la bici è finito contro il parapetto: volo dal terzo piano
Un bambino di 7 anni in coma irreversibile, dopo un volo di dieci metri dal terrazzo del residence 'Athena' di Calderara, in via Garibaldi 2, mostro edilizio dai mille problemi e dai tanti inquilini, alcuni dei quali chiacchierati.
Al punto che all'origine del dramma di Tommaso Fontana, padre imprenditore, fratellino più piccolo, sembra esserci l'impossibilità, o lo sproporzionato pericolo, di giocare liberamente nel cortile-giardino dello stabile, quasi sempre pavimentato di siringhe per drogati.
Insieme con alcuni amici, Tommaso ieri mattina stava scorazzando in bicicletta su e giù per il terrazzone condominiale, lungo una sessantina di metri e largo sei-sette.
È andato a sbattere frontalmente con la ruota contro il parapetto del lato lungo, catapultato in avanti, la ringhiera bassa non l'ha fermato e Tommaso è precipitato.
Hanno cercato di operarlo alla testa, al Bellaria.
Nulla da fare. Coma irreversibile, l'agghiacciante prognosi di ieri sera.
La disgrazia è avvenuta a mezzogiorno, al terzo dei sei piani del residence, l'ex 'Bologna 2', spuntato come un incubo nella campagna dodici anni fa e sviluppatosi adeguatamente, fra accoltellamenti, risse ed eroina, soggiorni coatti e arresti domiciliari, affitti da grand hotel (1 milione al mese) per monolocali in cui si pigiano anche in otto.
Proprio l'altro giorno il nostro giornale ha riferito del clima malsano nel residence, dove vivono oggi 500 persone ufficialmente, e chissà quante di più nella realtà.
La gente per bene, che non manca, s'è rivolta ai carabinieri, alla polizia, al Comune.
Quindici giorni fa abbiamo denunciato le siringhe in giardino, se Tommaso è caduto dal terrazzo non è un caso, dice un condòmino.
Al momento dell'incidente in casa Fontana c'era la madre.
Ha divorato le scale per chinarsi sul corpo del figlio, tra grida strazianti di orrore.
Sono stati chiamati i carabinieri di Calderara, che praticamente stazionano in via Garibaldi 2.
'Bologna soccorso' ha inviato un elicottero e un'ambulanza.
E su quest'ultima Tommaso ha raggiunto in fin di vita il Maggiore, poi il Bellaria.
Coma irreversibile, ripetono tristi nel reparto di rianimazione.
11 settembre 1991
CALDERARA DI RENO/LA STORIA DEL RESIDENCE "ATHENA"
L'albergo ora è un ghetto
Monolocali da un milione al mese. E gli inquilini sollevano la protesta.
Non è un condominio. Non è un albergo.
Sei piani di monolocali ad un milione al mese d'affitto si alzano dalla cammpagna di Calderara di Reno, in via Garibaldi 2, di fronte alla Stiassi.
Quaranta, cinquanta, sessanta metri quadri: ci si stringe anche in sei, nei 194 appartamenti che compongono questo poliedro di cemento armato.
Dodici anni fa era una "struttura avveniristica".
Oggi, per la vox populi, è un mostro urbanistico.
Di giorno è un albergo: portiere nella hall, impresa di pulizia sulle scale, questurini della Squadra mobile che controllano la regolarità della vita dei 500 ospiti dichiarati.
Di notte è un ghetto: gli ospiti aumentano e le ore scorrono tra risse, urla e siringhe usate lasciate nel cortile dove l'indomani giocano i bambini.
Sul portone d'ingresso, il cartello recita "Residence Hotel Athena".
Nel bar e in piazza la gente continua a chiamarlo "Bologna 2", il residence nato nel 1979 come grande albergo tra le industrie di Calderara e l'aeroporto e morto nel 1986 dopo una lunga storia di prostituzioni, furti e maxiretate, culminata nell'omicidio del pregiudicato Giovannoni e nel fallimento della gestione.
Erano i tempi in cui via Garibaldi era stabilmente sul giornale.
Lo spazio è ancora oggi a destinazione alberghiera - spiegano il sindaco di Calderara, il 38enne pidiessino Valerio Armaroli, e l'assessore alle attività produttive, il 45enne indipendente Adolfo Roffi - ma allora le imprese costruttrici(Piperno, Edilsabrina, Casainsieme, Universo) decisero all'improvviso di vendere ai privati. Chi ha creduto di comprare una casa si è ritrovato in un residence.
I proprietari affittano adesso, a prezzo da albergo, delle case popolari.
Con una società veronese proprietaria di circa 80 appartamenti, la Sigma - continua Roffi - avevamo tentato di ridare ad Athena l'aspetto di un hotel. Ma non c'erano le condizioni minime ed il 3 agosto siamo stati costretti a ritirare anche a loro la licenza alberghiera. Poiché si tratta di proprietà private, non ci sono vie legali per sbloccare la situazione. La più drastica sarà cambiare la destinazione del lotto e renderlo residenziale, con i rischi che diventi davvero una zona franca. Speriamo anche in un intervento della provincia.
Qui si sta benissimo - sbotta il 56enne Ernestino Lunghini, uno dei 93 proprietari di "Athena" (perlopiù società), mandato qui dal Tribunale dopo il fallimento del 1986.
I 10 inquilini che hanno firmato una protesta contro le condizioni di vita e di affitto al residence non sembrano turbarlo: Vivono in otto in un appartamento con cani e gatti, sporcano, urlano. E poi protestano. Il regolamento scritto dai proprietari è lettera morta. Adesso ci sono 14 appartamenti vuoti: c'è chi è stufo di questi inquilini. Ha venduto. Alcuni non pagano l'affitto da due mesi. Furti? Ce n'è in tutti i condomini. Omicidi? Roba di una volta. Prezzi esosi? Perché allora non se ne vanno?.
Ma molti non sanno dove andare.
A Calderara "Athena", alla fine, non ha concorrenti.
Molti di loro lavorano per pagarsi l'affitto.
Dieci hanno firmato la protesta ma sono in tanti a pensarla come loro.
Antonio Russo, 32 anni, operaio, è il capo dei firmatari.
In tasca ha 3 mila lire.
Non ha fatto le ferie e venerdì aprirà una busta paga da 1 milione e 200mila: il milione serve per l'affitto.
Luigi Lombini e Massimo Canonico sono padroni della propria casa, ma danno ragione ai vicini inquilini: L'amministrazione porta le colpe maggiori. Nel periodo elettorale, qui dentro, hanno dato la residenza a tutti. Senza che nessuno ci abbia avvertito, Athena è piena di arresti domiciliari e soggiorni coatti. Non solo di siringhe.
A Massimo Rossi, 19 anni, la settimana scorsa hanno rubato lo stereo.
Ma i veri furti sono altri - sorride - molte ricevute di affitto (alcune su carta da quaderno) sono irregolari; c'è chi sta qui 2 mesi senza essere dichiarato.
Gli arresti domiciliari? Garantiscono la presenza dei carabinieri - dice Lunghini - e per me va bene così.
Il geometra Garavaglia parla dei meriti dell'amministrazione centrale e mostra i "quadri" migliori della sua esposizione di 22 appartamenti.
Quello di un carabiniere, quello di due dipendenti Alitalia, quello della MiraLanza.
Qui tutto è pulito.
Lo conferma anche Sandro Marotta, della squadra mobile della questura di Bologna.
Bologna 2, anzi Athena, non è il Bronx, - afferma Cosimo Attanasi, maresciallo dei carabinieri di Calderara - Una volta c'erano i delinquenti con parecchi omicidi sulle spalle. Oggi ci sono i quaqquaraqqua. Ma le cose sono migliorate.