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  Lettera sindaco Prencipe a cittadini di Longara
su alloggi temporanei per PRU Garibaldi 2 e relativi manifesti
2 aprile 2004
Relazione di verifica di metà mandato
del sindaco di Calderara di Reno
Matteo Prencipe
18 aprile 2002
Interpellanza eurodeputato Staes Bart
(VolksUnie - Fiandre - gruppo ALLEANZA LIBERA EUROPEA -
Gruppo confederativo A.L.E./Verdi )
20 novembre 2000
Risposta Assessore regionale
Pier Antonio Rivola
ad Interpellanza
Carlo Sabbi (PdCI)
21 settembre 2000
Risposta del
Sindaco di Calderara di Reno,
Matteo Prencipe,
alla petizione dei residenti di via Garibaldi 2
su problemi relativi al piazzale Stiassi (poi Antalis)
21 settembre 2000
Interpellanza
senatore Franco Meloni (Partito Sardo d'Azione)
13 luglio 2000
Interpellanza
del Consigliere Regionale
Carlo Sabbi (PdCI)
4 luglio 2000
Risposta del
Sindaco Massimo Reggiani alla petizione
dei residenti di via Garibaldi 2
sulla rendite catastali
25 febbraio 1999
Risposta Assessore regionale
Alfredo Sandri
ad Interrogazione
Lamberto Cotti (DS)
3 novembre 1998
Risposta Assessore regionale
Alfredo Sandri
ad Interrogazione AN
3 novembre 1998
Interrogazione Alleanza Nazionale
in Regione
9 settembre 1998
Interpellanza Lamberto Cotti (DS)
in Regione
8 settembre 1998
Risposta del Sindaco Massimo Reggiani
a interrogazione Graziano Girotti
28 maggio 1998
Interrogazione Graziano Girotti
consigliere comunale di Migliorare Calderara
11 maggio 1998
Risposta a interpellanza
Rifondazione Comunista in Regione
24 aprile 1998
Interrogazione Lega Nord
in Provincia
7 aprile 1998 e
risposta del
Presidente provinciale
Vittorio Prodi
Interpellanza Rifondazione Comunista
in Regione
6 aprile 1998
Interrogazione Lega Nord
in Provincia
3 marzo 1998
Da Verifica di metà mandato
Un bilancio lungo due anni

supplemento a Notizie Calderara
Settembre 1997
Assessorato alle Attività Economiche
e alla Polizia Municipale
Da Verifica di metà mandato
Un bilancio lungo due anni

supplemento a Notizie Calderara
Settembre 1997
Intervista al Sindaco Massimo Reggiani
Interrogazione Lega Nord
in Provincia
8 luglio 1997
Da un'articolo dell'ass. Matteo Prencipe
su Notizie Calderara
novembre-dicembre 1996
Interrogazione Graziano Girotti
consigliere comunale di Forza Italia
7 novembre 1995
Risposta del Sindaco Massimo Reggiani
a interrogazione Graziano Girotti
29 novembre 1995
 






4 luglio 2000


Al Presidente
Consiglio Regionale
dell'Emilia-Romagna
Antonio La Forgia



INTERPELLANZA


Premesso che da innumerevole tempo il condominio di via Garibaldi 2 a Calderara di Reno, versa in una situazione di grave disagio determinato dall'attività di prostituzione e spacciatori e che le autorità competenti sono più volte intervenute dietro segnalazione stessa sia di alcuni condomini, che dell'Associazione per la rinascita dell'area di via Garibaldi 2;

Rilevato che tale Associazione mi ha segnalato che dopo un periodo di relativa calma, il clima del condominio è ritornato insostenibile,

Interpello la Giunta Regionale



Bologna 4 Luglio 2000

Il Consigliere Regionale
Bruno Carlo Sabbi




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25 febbraio 1999


COMUNE DI CALDERARA DI RENO
Provincia di Bologna


Al sig. Angelo Rizzi
Via Garibaldi n. 2
Interno n. 316
40012 - CALDERARA DI RENO


OGGETTO: Risposta alla petizione n. 1/1999

In merito alla petizione inoltrata il 10 febbraio scorso riguardante la situazione CATASTALE del Vostro immobile, sono ad informarVi che il Consiglio Comunale di Calderara ha deliberato in data 23 febbraio la suddivisione del territorio comunale in sette microzone ai fini della futura fissazione delle nuove rendite catastali.
Questo provvedimento, di per sé, non costituisce la soluzione definitiva del Vostro problema, ma apre la strada, attraverso la collaborazione tra Comune e Catasto alla definizione delle nuove rendite, zona per zona, tenendo conto non solo della categoria catastale ma della situazione effettiva degli immobili.

Sarà in questa fase che si potrà trovare una adeguata soluzione al problema da Voi posto.

Cordiali saluti.

Il Sindaco
(Massimo Reggiani)

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3 novembre 1998


REGIONE EMILIA ROMAGNA
Assessorato Programmi d'area, Qualità edilizia, Sistemi Informativi e Telematici


Al Consigliere regionale Lamberto Cotti

Al Presidente del Consiglio Regionale Celestina Ceruti

Al Presidente della Giunta Regionale Antonio La Forgia

Alla Segretaria della Giunta regionale Dott.ssa Sonia Cioffi

LL.II.


OGGETTO: Interrogazione a risposta scritta n. 4209 del Consigliere regionale Lamberto Cotti

In merito alle motivazioni in base alle quali il Nucleo di valutazione regionale ha ritenuto di escludere la proposta del Comune di Calderara di Reno dalla rosa dei "Contratti di quartiere" da inviare al Ministero dei LL. PP. per la selezione nazionale, si precisa che a seguito del bando del Ministero dei Lavori Pubblici sui cosiddetti Contratti di Quartiere, sono pervenute alla Regione sei proposte dai Comuni di Bologna, Calderara di Reno, Comacchio, Parma, Piacenza e Rimini.

La Regione aveva il compito di selezionare, sulla base dei criteri di valutazione del bando ministeriale, cinque proposte da inviare a Roma per la selezione, da parte di apposita Commissione istituita presso il C.E.R., dei programmi ammessi al finanziamento ministeriale.
Per svolgere tale funzione l'assessorato si è avvalso del Nucleo di Valutazione istituito dalla Giunta regionale e composto da funzionari della Direzione Generale Programmazione e Pianificazione Urbanistica e della Direzione Generale Affari Istituzionali e Legislativi, e integrato per l'occasione da membri esperti designati dall'Assessore alle politiche Sociali e Familiari, Scuola, Qualità Urbana e dall'Assessore al Lavoro, Formazione, Università e Immigrazione.

Il Nucleo di Valutazione, dopo aver esaminato le proposte presentate dai comuni alla luce del bando, e dopo aver ampiamente discusso sulle opportunità che ciascuno dei progetti in misura diversa poteva avere di concorrere al contributo ministeriale, ha deciso di escludere la proposta di Calderara di Reno per una serie di motivazioni che devono essere interpretate in senso comparativo, e non assoluto, data la necessità di inviare non più di cinque progetti al C.E.R.

In primo luogo, pur valutando assolutamente rilevanti le motivazioni sociali del "Contratto di Quartiere" proposto dal Comune di Calderara per il forte livello di degrado urbano e conflittualità sociale che si è sviluppato nel Condominio di via Garibaldi 2, sono apparse carenti le finalità relative soprattutto agli aspetti occupazionali e agli aspetti urbanistici, che rappresentano assieme al fattore sociale i contenuti critici del bando sui contratti di quartiere.

Per quanto riguarda gli aspetti occupazionali, non sono previste azioni per diminuire il livello di disoccupazione, che peraltro risulta fra i più bassi dell'intera regione.
In merito agli aspetti urbanistici occorre rilevare che i "risultati attesi" sono necessariamente circoscritti all'interno del contesto urbano considerato: trattandosi di un unico fabbricato, per quanto denso ed esteso, è difficile applicare ad esso le finalità di recupero urbano proprie dei "contratti di quartiere".

In secondo luogo il bilancio sociale dell'azione proposta dal Comune di Calderara evidenzia una palese sproporzione tra i costi dell'operazione, posti tutti in capo alla collettività, e i benefici sperati, affidati ad un massiccio intervento pubblico finalizzato alla bonifica di quella parte delle 194 unità abitative esistenti che essendo in mano ad un unico proprietario, sono occupate in modo spesso irregolare da soggetti socialmente anomali.

Il progetto si propone infatti di impiegare l'evenutale contributo del Ministero per l'acquisizione e il recupero di una settantina di alloggi monostanza per trasformarli in abitazioni normali e destinarli agli attuali residenti, in parte affittuari, in parte proprietari.

Il costo di tale operazione è preventivato in circa 14 miliardi a carico dello Stato per l'acquisizione e il recupero delle abitazioni, oltre a circa 1,4 miliardi di interventi sulle parti condominiali e di urbanizzazioni pertinenziali, previste a carico della Regione.
A ciò si deve aggiungere il problema della liberazione degli alloggi dagli attuali occupanti, più o meno abusivi, e la prevista realizzazione, su terreno del Comune, di due case parcheggio per complessivi trenta alloggi, come sistemazione provvisoria degli inquilini regolari che intendono aderire alla ristrutturazione.

In conclusione il costo dell'intervento viene preventivato complessivamente in 21 miliardi di lire, totalmente a carico pubblico, senza realizzare le opere necessarie a garantire una completa conversione della situazione attuale in una nuova qualità urbana.

Da quanto sopra esposto, si può con tutta evidenza stabilire che, a giudizio dei tecnici regionali, il progetto di ristrutturazione del Residence Garibaldi 2 presentato dal Comune di Calderara, oltre a non avere tutte le carte in regola per essere accolto specificatamente come "Contratto di quartiere", non sembra percorribile come soluzione all'annoso problema di degrado sociale e urbanistico che quell'immobile rappresenta come le cronache si incaricano quasi giornalmente di confermare.

I numerosi episodi di criminalità che purtroppo si verificano e i sempre più frequenti interventi delle forze dell'ordine sono di una tale gravità ed urgenza che non si può pensare di affrontarli e risolverli predisponendo programmi di recupero edilizio.

Inoltre è appena il caso di segnalare che il complesso edilizio di Calderara, che è frutto di una discutibile operazione immobiliare privata iniziata venti anni fa, ha immediatamente evidenziato problemi di carattere urbanistico, sociale e igienico-sanitario, tanto da segnalarsi per episodi di degrado e criminalità fin dal 1984.

Non si vede pertanto come la Regione possa risolvere in un colpo solo problemi, che si manifestano ormai da quindici anni e che sono certamente da imputare a scelte tipologiche, localizzative e di gestione dei privati imprenditori che si sono succeduti nella iniziativa e nella proprietà dell'immobile.
A meno chè non si ritenga opportuno premiare chi finora ha speculato sulle difficili condizioni di cittadini, spesso immigrati irregolari, con l'aquisto da parte pubblica dell'immobile occupato e accollandosi tutto l'onere della liberazione degli appartamenti e della loro ristrutturazione sulla base di un improbabile progetto di risanamento e riconversione da residence a condominio.

Detto questo però, la Regione non intende certo disinteressarsi del problema dei residenti di Via Garibaldi 2.
In un incontro con gli amministratori del Comune, questo assessorato ha affermato l'interessamento della Regione per soluzioni alternative e meno aleatorie in termini finanziari, e dopo aver espresso l'opinione che un problema di disagio sociale e abitativo di questa rilevanza meritava di essere affrontato per tempo in sede di programmazione provinciale degli interventi di edilizia residenziale pubblica, ha offerto la propria disponibilità ad intervenire presso lo IACP provinciale al fine di concordare con il Comune di Calderara un percorso che comprenda l'eventuale stanziamento di parte delle risorse provenienti dai piani di vendita degli alloggi pubblici.

Attualmente sono allo studio, grazie all'interessamento dello IACP, soluzioni tecniche e finanziarie alternative che andranno valutate, assieme alla Provincia e al Comune, nel contesto dell'area metropolitana, per verificare tra l'altro l'ipotesi di un trasferimento delle famiglie "normali" non in una casa parcheggio, ma in una casa vera e propria, conservando l'attuale struttura edilizia in forma di residence da destinare a particolari categorie di utenti, come studenti, anziani, lavoratori stranieri.

Alfredo Sandri


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3 novembre 1998


REGIONE EMILIA ROMAGNA
Assessorato Programmi d'area, Qualità edilizia, Sistemi Informativi e Telematici


Al Consigliere regionale Marcello Bignami

Al Consigliere regionale Alberto Balboni

Al Consigliere regionale Manlio Molinari

Al Consigliere regionale Pietro Vincenzo Tassi

Al Presidente del Consiglio Regionale Celestina Ceruti

Al Presidente della Giunta Regionale Antonio La Forgia

Alla Segretaria della Giunta regionale Dott.ssa Sonia Cioffi

LL.II.


OGGETTO: Interrogazione a risposta scritta n. 4207 dei Consiglieri regionali Marcello Bignami, Alberto Balboni, Manlio Molinari, Pietro Vincenzo Tassi

In relazione alla interrogazione in oggetto si precisa che a seguito del bando del Ministero dei Lavori Pubblici sui cosiddetti Contratti di Quartiere, sono pervenute alla Regione sei proposte dai Comuni di Bologna, Calderara di Reno, Comacchio, Parma, Piacenza e Rimini.

La Regione aveva il compito di selezionare, sulla base dei criteri di valutazione del bando ministeriale, cinque proposte da inviare a Roma per la selezione, da parte di apposita Commissione istituita presso il C.E.R., dei programmi ammessi al finanziamento ministeriale.
Per svolgere tale funzione l'assessorato si è avvalso del Nucleo di Valutazione istituito dalla Giunta regionale e composto da funzionari della Direzione Generale Programmazione e Pianificazione Urbanistica e della Direzione Generale Affari Istituzionali e Legislativi, e integrato per l'occasione da membri esperti designati dall'Assessore alle politiche Sociali e Familiari, Scuola, Qualità Urbana e dall'Assessore al Lavoro, Formazione, Università e Immigrazione.

Il Nucleo di Valutazione, dopo aver esaminato le proposte presentate dai comuni alla luce del bando, e dopo aver ampiamente discusso sulle opportunità che ciascuno dei progetti in misura diversa poteva avere di concorrere al contributo ministeriale, ha deciso di escludere la proposta di Calderara di Reno per una serie di motivazioni che devono essere interpretate in senso comparativo, e non assoluto, data la necessità di inviare non più di cinque progetti al C.E.R.

In primo luogo, pur valutando assolutamente rilevanti le motivazioni sociali del "Contratto di Quartiere" proposto dal Comune di Calderara per il forte livello di degrado urbano e conflittualità sociale che si è sviluppato nel Condominio di via Garibaldi 2, sono apparse carenti le finalità relative soprattutto agli aspetti occupazionali e agli aspetti urbanistici, che rappresentano assieme al fattore sociale i contenuti critici del bando sui contratti di quartiere.

Per quanto riguarda gli aspetti occupazionali, non sono previste azioni per diminuire il livello di disoccupazione, che peraltro risulta fra i più bassi dell'intera regione.
In merito agli aspetti urbanistici occorre rilevare che i "risultati attesi" sono necessariamente circoscritti all'interno del contesto urbano considerato: trattandosi di un unico fabbricato, per quanto denso ed esteso, è difficile applicare ad esso le finalità di recupero urbano proprie dei "contratti di quartiere".

In secondo luogo il bilancio sociale dell'azione proposta dal Comune di Calderara evidenzia una palese sproporzione tra i costi dell'operazione, posti tutti in capo alla collettività, e i benefici sperati, affidati ad un massiccio intervento pubblico finalizzato alla bonifica di quella parte delle 194 unità abitative esistenti che essendo in mano ad un unico proprietario, sono occupate in modo spesso irregolare da soggetti socialmente anomali.

Il progetto si propone infatti di impiegare l'evenutale contributo del Ministero per l'acquisizione e il recupero di una settantina di alloggi monostanza per trasformarli in abitazioni normali e destinarli agli attuali residenti, in parte affittuari, in parte proprietari.

Il costo di tale operazione è preventivato in circa 14 miliardi a carico dello Stato per l'acquisizione e il recupero delle abitazioni, oltre a circa 1,4 miliardi di interventi sulle parti condominiali e di urbanizzazioni pertinenziali, previste a carico della Regione.
A ciò si deve aggiungere il problema della liberazione degli alloggi dagli attuali occupanti, più o meno abusivi, e la prevista realizzazione, su terreno del Comune, di due case parcheggio per complessivi trenta alloggi, come sistemazione provvisoria degli inquilini regolari che intendono aderire alla ristrutturazione.

In conclusione il costo dell'intervento viene preventivato complessivamente in 21 miliardi di lire, totalmente a carico pubblico, senza realizzare le opere necessarie a garantire una completa conversione della situazione attuale in una nuova qualità urbana.

Non si è trattato pertanto, come sostengono gli interroganti, di una scelta incomprensibile, in quanto il nucleo di valutazione ha ritenuto di escludere per le motivazioni esposte la proposta di Calderara dalla rosa dei cinque programmi da avviare alla selezione nazionale dei contratti di quartiere, non valutandola idonea per la soluzione di questo particolare caso.

Quanto alla seconda parte dell'interrogazione, occorre premettere che i problemi di ordine pubblico sollevati dal caso in esame esulano dalla competenza di questo assessorato, ma sono di una tale gravità ed urgenza che non si può pensare di affrontarli e risolverli predisponendo programmi di recupero edilizio.
Inoltre è appena il caso di segnalare che il complesso edilizio di Calderara, che è frutto di una discutibile operazione immobiliare privata iniziata venti anni fa, ha immediatamente evidenziato problemi di carattere urbanistico, sociale e igienico-sanitario, tanto da segnalarsi per episodi di degrado e criminalità fin dal 1984.

Non si vede pertanto con quali strumenti la regione dovrebbe risolvere in un colpo solo come richiedono gli interroganti, problemi di carattere strutturale, igienico-sanitario, e soprattutto di ordine pubblico, che si manifestano ormai da quindici anni e che sono certamente da imputare a scelte tipologiche, localizzative e di gestione dei privati imprenditori che si sono succeduti nella iniziativa e nella proprietà dell'immobile.

Tuttavia la Regione con questa decisione non ha inteso abbandonare al suo destino il problema del condominio di via Garibaldi 2.
In un incontro con gli amministratori del Comune, questo assessorato ha affermato l'interessamento della Regione per soluzioni alternative e meno aleatorie in termini finanziari, e dopo aver espresso l'opinione che un problema di disagio sociale e abitativo di questa rilevanza meritava di essere affrontato per tempo in sede di programmazione provinciale degli interventi di edilizia residenziale pubblica, ha offerto la propria disponibilità ad intervenire presso lo IACP provinciale al fine di concordare con il Comune di Calderara un percorso che comprenda l'eventuale stanziamento di parte delle risorse provenienti dai piani di vendita degli alloggi pubblici.

Attualmente sono allo studio, grazie all'interessamento dello IACP, soluzioni tecniche e finanziarie alternative che andranno valutate, assieme alla Provincia e al Comune, nel contesto dell'area metropolitana, per verificare tra l'altro l'ipotesi di un trasferimento delle famiglie "normali" non in una casa parcheggio, ma in una casa vera e propria, conservando l'attuale struttura edilizia in forma di residence da destinare a particolari categorie di utenti, come studenti, anziani, lavoratori stranieri.

Alfredo Sandri


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9 settembre 1998


Al presidente del
Consiglio Regionale
Sede


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA


I sottoscritti Consiglieri,
premesso che a Calderara di Reno (Bo) si trova un complesso residenziale conosciuto anche a livello "nazionale" come "il residence Bologna 2";
considerato che il Comune di Calderara ha presentato un progetto di recupero dello stabile sopra citato e, sembra, che la Regione Emilia-Romagna lo abbia bocciato;
rilevato che il "residence Bologna 2" versa in condizioni gravissime sotto il profilo strutturale, igienico-sanitario e di ordine pubblico (frequenti risse, accoltellamenti ecc..);
atteso che lo stabile è abitato da centinaia di persone e che la situazione di degrado nella quale sono costretti a vivere quotidianamente è inaccettabile;

interrogano


la Giunta per sapere: