Il Sindaco
Massimo Reggiani
Sono stato chiamato in causa
Gentile Redazione
nel numero scorso, sono stato chiamato in causa, seppure indirettamente, dal consigliere Girotti di "Migliorare Calderara", il quale, estrapolando tre parole da un mio intervento in un dibattito in Consiglio, costruisce una sua personale tesi secondo la quale nella sala consigliare
non mancano momenti di comicità.
Lungi dall'idea di coinvolgere nei nostri piccoli dibattiti il segretario dell'Onu Kofi Annan, l'intervento del sottoscritto,
il 3 marzo, proponeva un'osservazione generale sull'emigrazione di massa, motivata da situazioni di guerra, di persecuzioni, di tormenti, o anche dal legittimo desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita e realizzare altrove ragionevoli desideri umani.
Questo fenomeno, diventato negli ultimi tempi drammaticamente smisurato, determina, nei Paesi ospiti, situazioni di difficile governo, spesso cagionate da eterogenee culture e usi di cui queste popolazioni sono portatrici.
Le grandi e piccole Comunità nelle quali fisicamente si distribuiscono, soffrono per queste affluenze a causa della scarsità di mezzi atti a fronteggiare una così grande emergenza.
Per quanto riguarda gli Enti Locali, i Sindaci e le Amministrazioni si industriano nell'affrontare il problema, pur nella consapevolezza di porre blandi rimedi ad una questione di vastissima entità.
A questo proposito,
il 3 marzo, durante il Consiglio, ribadii la tesi che la situazione del
"Bologna 2" rappresenta un rivolo di un grande fiume in piena, arginabile solo da una grande mobilitazione internazionale degli organismi internazionali, Onu compresa.
È spassosa come teoria?
Tale l':ha ritenuta Girotti.
Personalmente trovo molto più spassose le sue mozioni presentate in Consiglio allo scopo di ... "Migliorare Calderara".
A tale proposito ricordo: la condanna del regime di Milosevic, di quello cubano, e il massimo appunto per ... migliorare Calderara, la necessità di intitolare una piazza di Calderara alle vittime del comunismo.
Mi rendo conto dell'esigenza di visibilità che un gruppo di minoranza ha nel contesto di un Consiglio, ma sono anche persuaso che i cittadini sanno distinguere l'impegno tangibile dal populismo demagogico.
P.S.
Condivido l'invito di Girotti ai cittadini di Calderara ad assistere ai lavori del Consiglio, suggerisco però a quanti volessero vederlo all'opera di informarsi sulla sua presenza (per la cronaca: sul
progetto di fattibilità del recupero organistico è uscito dall'aula
al momento del voto; si è astenuto sulla presentazione del
progetto nel successivo Consiglio; era assente nell'ultima convocazione.
Come dire, la prova tangibile del grande contributo!
Citando una canzone: Girotti non c'è, è andato via ... e se c'è si astiene, esempio palpabile di una opposizione di centro che si butta a destra.
Attenzione alle cadute ... di stile!
Luigi Damis
Consigliere Comunale
DAL SUPPLEMENTO
Calderara di Reno
a
COM-P.A.
Il Residence "Bologna 2": la comunicazione come risorsa per risolvere un problema nella sua complessità
Per consolidare quel processo di miglioramento degli standard qualitativi prodotti, già da tempo avviato, quel processo cioé che colloca l'utente, le sue esigenze e le sue condizioni al centro dell'attività pubblica, l'Amministrazione comunale di Calderara non poteva trascurare un grande problema che afflige il territorio che essa governa e soprattutto i suoi abitanti: il degrado fisico e sociale
del Residence "Bologna 2", la stabile costruito a Calderara di Reno alla fine degli anni settanta che lentamente si è trasformato
in un punto di attrazione per la piccola criminalità.
La consapevolezza che le cause che hanno trasformato questo stabile in un crocevia della delinquenza non sono solo di ordine gestionale, urbanistico e tecnico, ma anche imputabili a carenze culturali e di comunicazione, ha sollecitato gli amministratori comunali a proporre una soluzione che ponesse come condizione prioritaria alla riqualificazione fisica e sociale
del residence l'attuazione di un processo di comunicazione bidirezionale
(dal residence all'esterno e dall'esterno al residence) per reintegrare efficacemente e permanentemente
lo stabile nel "suo" territorio.
Il problema di comunicazione "mancata" e l'obiettivo del progetto Bologna 2
Se è vero che il degrado, di cui
il Bologna 2 è simbolo, nasce e si costruisce a seguito di una serie di circostanze di ordine sociale, economico, ambientale, è vero anche che il radicarsi del disagio ed il suo proliferarsi sono il prodotto di una "mancata" cultura dell'integrazione e della prevenzione.
Solo con l'emergere di una maggiore sensibilità per le situazioni a rischio, solo con l'introduzione di strumenti educativo-formativi adeguati è possibile prevenire quelle condizioni che favoriscono fenomeni come quelli che purtroppo hanno trovato terreno fertile
nel Bologna 2.
Per queste ragioni il Comune di Calderara di Reno, insieme all'obiettivo di recuperare
il residence per restituirlo alla collettività, intende far emergere e consolidare una cultura della prevenzione che, utilizzando la comunicazione come risorsa privilegiata, ostacoli il nascere e il radicarsi di fenomeni di degrado sociale.
Le opportunità individuate
Gli amministratori del Comune di Calderara di Reno per avviare a soluzione il problema
del Bologna 2 e per garantire ai propri cittadini il diritto alla sicurezza urbana hanno individuato nella messa a punto di interventi tecnici e strutturali volti a creare città sempre più amiche dei loro abitanti, dotate di spazi, per stare insieme, propizi all'aggregazione, capaci di consentire l'erogazione di servizi efficienti ed efficaci, luoghi che offrano costanti opportunità di socializzazione, la premessa in base alla quale elaborare, redigere e attuare
il progetto di riqualificazione dello stabile.
Interventi che consentano la creazione di strutture che favoriscano quel processo di comunicazione bidirezionale indispensabile a reintegrare definitivamente
lo stabile nel territorio.
La soluzione tecnica individuata
Il progetto "Bologna 2", data la complessità del problema da cui origina, è articolato in due grandi sezioni: una prettamente tecnica che attraverso
lo studio di fattibilità per la riqualificazione urbanistica e socio-sanitaria
dello stabile, l'altra che attiene all'intervento comunicazionale.
Il progetto tecnico ha posto come condizione prioritaria alla riqualificazione fisica e sociale, la creazione di una pluralità di funzioni, oltre a quella residenziale, che diano vita urbana, che offrano attraverso servizi culturali (la ludoteca ad esempio), sociali (case protette per anziani) e commerciali opportunità agli abitanti.
Il
piano è stato organizzato suddividendo il complesso secondo destinazioni e fasi: la sua suddivisione
in unità indipendenti ha come prima finalità quella di consentire in futuro un miglior controllo della funzionalità e dell'efficienza degli spazi e degli impianti, nonchè dei comportamenti e della sicurezza dell'utenza.
Ma la suddivisione serve anche a definire
distinte unità di intervento che rendano materialmente possibile il recupero.
Le funzioni
La riqualificazione è stata programmata guardando
allo stabile come ad un quartiere e quindi sono state definite una serie di "funzioni" che devono trovare spazio in questo luogo:
- La funzione abitativa (privata e pubblica, comprese strutture ad uso foresteria);
- La funzione sociale (troveranno spazio servizi pubblici quali la ludoteca, una struttura para sanitaria, una casa protetta per anziani, uno studentato, il parcheggio privato, l'istituzione di un'area a verde pubblico);
- La funzione commerciale (l'istituzione di servizi a carattere commerciale per rendere autonomo il "quartiere").
Il
progetto prevede inoltre alcuni interventi per il ripristino, il recupero e il miglioramento dell'ambiente attraverso l'introduzione di programmi per il miglioramento della qualità dell'aria, per il contenimento del rumore, per l'inserimento di adeguate strutture per la raccolta differenziata dei rifiuti.
Da tutto ciò si evince, dunque, che l'obiettivo principale che si vuole raggiungere con la definizione di numerose funzioni oltre a quelle residenziali permanenti consiste, appunto, nel voler integrare
lo stabile nel territorio che lo circonda.
Ciò è condizione preliminare per avviare un processo concreto di recupero e miglioramento
di questo luogo, esso è l'elemento dal quale nasce anche la strategia di comunicazione predisposta per consolidare il processo di riqualificazione che
il progetto urbanistico avvierà.
La soluzione comunicazionale
Il Comune di Calderara ha individuato nell'attribuzione di un'identità forte
alla struttura, attraverso lo sviluppo nei suoi abitanti e nei cittadini di Calderara di un più forte senso di appartenenza e di una cultura effettiva della condivisione, l'elemento di base sul quale costruire interventi e azioni che rimuovano definitivamente quei fattori che hanno contribuito a determinare
il degrado di quest'area.
Per realizzare ciò sono stati proposti i seguenti interventi:
- L'avvio di un processo di partecipazione che coinvolga gli abitanti del complesso ed i cittadini di Calderara;
- L'esplorazione dei reali problemi del Bologna 2 attraverso indagini conoscitive rivolte sia dentro che fuori lo stabile;
- Il coinvolgimento dell'associazionismo, degli operatori economici, degli imprenditori nella realizzazione anche progettuale degli interventi;
- L'avvio di un percorso di reintegrazione sociale e culturale del complesso nel suo territorio attraverso il recupero della dimensione "familiare", del rapporto tra il residence e l'esterno con "l'apertura" dei cantieri e alle scuole.