Relazione illustrativa
1.1 Il contesto edilizio in cui si colloca l'intervento
Questo progetto preliminare riguarda il recupero di una rilevante porzione del
complesso edilizio sito in Comune di Calderara di Reno, via Garibaldi n. 2, che di qui in avanti sarà indicato come "Garibaldi 2".
Esso si trova a circa un chilometro e mezzo dal capoluogo, in posizione sostanzialmente isolata da servizi e attività commerciali, su
una strada di intenso traffico, con servizio di autobus urbani verso Bologna, ma priva di un collegamento ciclabile con l'abitato di Calderara di Reno.
Edificato sul finire degli anni '70 per la destinazione "casa albergo", si sviluppa su sette piani fuori terra più interrato e contiene 194 cellule abitative, consistenti ciascuna di un monolocale con angolo cottura, bagno e balcone.
Le cellule occupano i piani dal 1° al 6°.
Al piano interrato erano previisti i servizi generali (posti auto, cabina
Enel, centrale termica, ecc.), al piano terra locali di uso comune e interesse collettivo e ampi spazi porticati.
Il complesso si articola in tre corpi di fabbrica disposti a T (individuati dalle lettere A, B e C) di diversa lunghezza facenti capo ad un sistema di distribuzione verticale costituito da un corpo scala e quattro impianti ascensore.
All'estremità di ognuno dei corpi è collocato un secondo vano scala, di emergenza.
Ai primi due livelli sopra il piano terra, si hanno due file di cellule affacciate su di un corridoio comune di distribuzione, mentre ai quattro livelli superiori se ne ha una unica fila che affaccia su ballatoio aperto verso l'esterno.
Il riscaldamento è centralizzato.
Ogni unità è allacciata, con proprio contatore, alla rete del gas per uso di
cucina.
Tutte le unità sono individualmente allacciate alla rete elettrica e telefonica.
La raccolta acque nere ha come recapito la fognatura pubblica.
La copertura è piana e non praticabile.
L'edificio è stato realizzato in calcestruzzo a vista, con setti trasversali continui da cielo a terra, gettati in casseri metallici e solai in pannelli con getti integrativi di collegamento.
I tamponamenti in senso longitudinale sono in laterizio e gesso, sul lato
dei percorsi di accesso, e pannellature parte trasparemi e parte opache, sul lato logge.
1.2 Lo stato generale di degrado degli immobili
Nonostante la sua costruzione sia relativamente recente, il complesso presenta gravissimi problemi di degrado fisico che richiedono interventi pesanti, quando non radicali.
L'interrato è in parte utilizzato come autorimessa, (alcune singole proprietà hanno ricavato, per lo più abusivamente, dei box) e parte adibito a ricovero di masserizie.
Talvolta serve di ricovero agli sbandati che vi convivono con i propri escrementi; è afflitto dalle infiltrazioni degli scarichi dei piani superiori.
Il piano terra è costituito principalmente da ampi spazi vuoti a pilotis e da alcuni locali in varie condizioni, dal pubblico esercizio, oggi in attività, alla ex scuola materna in totale abbandono.
Ai piani superiori le singole unità abitative sono in condizione eterogenea, si va dal discreto stato di manutenzione alla totale fatiscenza.
Gli impianti sono in grave stato.
Le reti di distribuzioni e scarico delle acque presentano numerose e diffuse perdite, continua causa di danni sia agli appartamenti che alle parti comuni.
Gli scarichi sono luogo di proliferazione di insetti e rani che
attraverso le stesse tubazioni e i cavedi che le contengono, risalgono fino ai piani superiori.
Il riscaldamento, centralizzato per tutto il complesso, è stato luogo di numerose vicissitudini, originariamente alimentato a gasolio é stato poi convertito a gas metano, di cui è stata interrotta la fornitura per il contenzioso economico con l'azienda erogatrice, attualmente é stato riconvertito ad olio pesante e nell'ultimo inverno ha funzionato almeno per parte della stagione fredda.
Lo stato delle tubature per la distribuzione dei fluidi, almeno per le parti accessibili, è di diffuso degrado, con gravi deficienze della coibentazione e avanzato stato di corrosione delle tubature stesse.
In analoghe condizioni sono le tubature della distribuzione dell'acqua.
La fornitura di energia elettrica è stata convertita da centralizzata a individuale, con installazione di contatori singoli per ogni cellula abitativa.
Tali contatori sono sistemati nel vano scala di emergenza in luogo aperto e accessibile a tutti nonché oggetto di molte manomissioni.
La gestione e distribuzione delle utenze centralizzate, in linea con
la destinazione di casa-albergo, ha rappresentato da sempre un grave motivo di
contenzioso tra le proprietà e gli occupanti che utilizzano le cellule abitative come residenza.
Non si hanno notizie sistematiche sulle condizioni della rete di distribuzione
del gas, sulla produzione e distribuzione autonoma di acqua calda - che supplisce quasi ovunque alla disfunzione dell'impianto centrale- interna agli alloggi
Gli ascensori sono allo sfascio.
Attualmente solo uno su quattro esistenti è ancora in funzione.
Gravi le deficienze dell'impianto elettrico nelle parti comuni ma
presumibilmente anche in larga parte degli alloggi.
L'impianto antincendio è pressoché scomparso, essendo stata asportata gran parte degli estintori e delle manichette degli idranti.
Le scale, i corridoi e i ballatoi sono invasi da cumuli di immondizie, mancano o sono rotte parte delle ringhiere e delle finestre, anche ai livelli più alti con grave rischio per le persone, che possono ferirsi o precipitare nel vuoto.
Quanto agli infissi si passa dal buono stato alla mancanza, con un proliferare di inferriate verso i ballatoi e chiusure non autorizzate di logge.
La copertura piana, calpestabile ma non praticabile, è protetta da una guaina
bituminosa con sottostante strato di coinbente.
La guaina degradata e con diffuse screpolature ha dato luogo a ripetute infiltrazioni che hanno nel tempo inibito il coinbente e comportato numerosi rappezzi.
Rigonfiamenti e avvallamenti causano il ristagno delle acque meteoriche.
Problemi analoghi sono manifesti anche per il ballatoio al terzo piano che funge da copertura per parte del secondo.
Le strutture in calcestruzzo sono oggetto di degrado con sfaldamento dello strato di copriferro soprattutto nelle porzioni terminali dei corpi di fabbrica.
La corte centrale, della quale il progetto originario prevedeva la sistemazione a verde, si presenta attualmente come terreno incolto, luogo di accumulo delle immondizie che vi vengono sistematicamente gettate dai ballatoi.
Analoga è la condizione del parcheggio esterno, sul lato ovest.
La vastità e la gravità dei problemi sono in gran parte da imputare, oltre che all'assoluta mancanza di un'adeguata manutenzione, all'elevato carico abitativo che il complesso deve sopportare, sicuramente non previsto all'atto della progettazione che
era stata pensata in funzione dell'uso alberghiero.
Se ne è consolidata invece l'utilizzazione residenziale intensiva permanente, con un grado di affollamento largamente superiore non solo a quello originariamente previsto, ma addirittura alle capacità fisiche degli alloggi.
Contestualmente al degrado fisico è grave il degrado sociale.
Per questo aspetto si rimanda alla relazione del piano di recupero.
1.3 La porzione interessata dal progetto preliminare d'intervento sperimentale
Nel quadro della unità minima di intervento n. 1, individuata dal piano di recupero - comprendente anche la vasta area incolta a est e l'area in gran parte asfaltata a ovest -
questo progetto preliminare riguarda la riqualificaàone del corpo C che,
perpendicolare gli altri due, è disposto in direzione nord-sud (quindi con affacci a est e ovest).
La struttura del corpo C, come quella degli altri corpi, è costituita da setti verticali trasversali disposti ad interasse di m. 6,00, con spessore di cm. 15 (20 all'interrato), così da lasciare una luce libera di m. 5,85 che rappresenta la dimensione trasversale di tutte le cellule abitative.
Queste hanno invece profondità variabile, in funzione della conformazione rastremata dell'edificio e della diversa articolazione dei primi due livelli rispetto ai quattro superiori (vedi tavole dello stato di fatto).
I piani orizzontali sono pannelli di solaio parzialmente prefabbricati, che assolvono anche alla funzione di controventamento principale.
Dall'esame dei disegni esecutivi risulta che i setti sono stati in parte realizzati come elementi omogenei, ad armatura diffusa, e in
parte con sistema di armatura discontinuo, che li assimila a una serie di pilastri annegata in un unico getto.
Vi sono due giunti di dilatazione, con doppio setto, dopo
la terza e la settima campata.
Le pareti delle scale e degli ascensori sono realizzate in calcestruzzo gettato in opera, mentre le rampe sono prefabbricate.
Corridoi e ballatoi di accesso alle cellule si sviluppano ad ogni piano del corpo C per più di 66 metri di lunghezza.
86 sono le cellule abitative che contiene il corpo C, 21 per piano ai primi due livelli e 11 per piano ai livelli superiori.
Esse hanno larghezza fissa (m. 6,00 lorda - 5,85 netta) e profondità variabile e dispongono ciascuna di una loggia a tutta ampiezza, della profondità di m. 2,00.
La pianta segue una maglia modulare di cm. 50x50, la cui analisi, a seconda delle varie tipologie presenti ai vari livelli, è riportata nelle tavole dello stato di fatto.
Il piano terra, rialzato rispetto al piano di campagna, è costituito da un ampio spazio a pilotis dove trova collocazione un locale chiuso originariamente concepito come scuola materna - in realtà mai attivata - in grave stato di abbandono, adibito a deposito di masserizie e dove trovano rifugio sbandati di varia origine.
L'interrato, adibito ad autorimessa collettiva, con due rampe di accesso, è stato parzialmente frazionato e sono stati ricavati anche quattro box precariamente chiusi.
Complessivamente sono presenti n. 50 posti auto, a fronte di n. 86 unità abitative, altri posti auto sono collocati all'esterno, nell'area asfaltata sul lato ovest.
1.4 Gli obiettivi del progetto preliminare
Il piano di recupero, analizzata la grave ed eterogenea situazione ambientale e sociale del complesso, si fonda sulla convinzione, maturata dall'Amministrazione comunale, che solo un massiccio intervento della mano pubblica sia in grado di riportarlo ad una condizione compatibile con le ordinarie esigenze di una convivenza civile.
Il piano prevede pertanto che il Comune acquisisca parte del corpo C che
risulterà alla fine diviso in due parti distinte ed autonome di cui la prima (unità edilizia D) sarà un'unità di abitazione pubblica e la seconda (unità edilizia E) sarà una unità d'abitazione privata in condominio, destinata al ricollocamento degli attuali proprietari
che intendono partecipare al recupero dello stabile.
Sempre nell'ambito della prima unità di intervento è prevista l'acquisizione comunale dell'area libera e la sua trasformazione in parco pubblico (unità fondiaria F).
II progetto, su cui si deve fondare il programma di recupero urbano
denominato "Contratto di quartiere" si propone, in primo luogo, di ricollocare nella porzione residenziale pubblica le famiglie con figli minori, che oggi vivono in monolocali - spesso in quelli di minore dimensione - fornendo loro un'abitazione adeguata alle esigenze del nucleo familiare.
Si propone inoltre di ricollocarvi altri nuclei, che, anche se costituiti solo da uno o due componenti, sono da considerare socialmente deboli.
Per effettuare una adeguata operazione di ricollocamento di codesti nuclei è quindi necessario che la mano pubblica acquisisca un certo numero di alloggi e li ristrutturi opportunamente accorpandoli, in modo da ricavare,
secondo vari schemi di fusione edilizia o di accrescimento a spese degli spazi aperti esuberanti, un minore numero di alloggi, ma di migliore qualità e comunque di taglio differenziato.
In secondo luogo il programma prevede, attraverso un gioco di permute, di ricollocare nella porzione condominiale (unità edilizia E) gli attuali proprietari di cellule abitative, che, sentendosi parte viva di una comunità, dimostrino di voler partecipare anche economicamente alla riqualificazione del Garibaldi 2.
Si tratta, come illustrato nella relazione al piano di recupero, di persone singole o coppie per i quali è
del tutto adeguato il taglio delle unità abitative previste nel corpo E (esclusivamente mono e bilocali).
1.5 Aspetti generali del progetto
La suddivisione dell'originario corpo C in due distinte unità edilizie è coerente, oltre che con l'esigenza di realizzare il programma differenziato di riorganizzazione abitativa che è stato appena
descritto, anche con quella, che nasce da ragioni di funzionalità e di sicurezza, di spezzare in due tronconi i corridoi e i ballatoi di distribuzione oggi di lunghezza eccessiva (65 metri).
La suddivisione origina due corpi autonomi da cielo a terra, dotati di indipendenti sistemi di collegamento verticale: il corpo D, che raccoglie 56 delle attuali cellule abitative ed il corpo E ove si raccolgono le restanti 30 unità.
Le unità risultanti dall'operazione sono quelle che permettono di dare una risposta adeguata, sulla base delle indicazioni emerse dalle preliminari indagini svolte, alle necessità di ricollocamento di nuclei che attualmente risiedono sia nello stesso corpo C, che nel resto del complesso.
A questo scopo, mentre nel corpo E si è previsto di mantenere il numero attuale di cellule abitative (30 unità) leggermente accrescendone la grandezza nel senso della profondità, nel corpo D è previsto l'accrescimento delle unità anche in senso trasversale, riaggregando gli spazi sulla base della maglia modulare originaria, al fine di
realizzare un numero minore di alloggi (dalle 56 unità attuali si scende a circa 35) di dimensioni maggiori, adatti specialmente al ricollocamento di famiglie numerose oggi residenti nel Garibaldi 2.
Per quanto riguarda il corpo D, da realizzare come intervento di edilizia
residenziale sovvenzionata che concorre ai finanziamenti previsti dal bando per i "Contratti di quartiere", il progetto ha carattere sperimentale, secondo le indicazioni del bando stesso e della Guida ai programmi di sperimentazione redatta dalsegretariato generale del CER.
Gli aspetti sperimentali del progetto sono specificatamente descritti nella terza parte di questo fascicolo.
1.6 Aspetti funzionali specifici del progetto
Interventi per l'incremento della superficie utile delle unità abitative
- parziale annessione delle ampie logge, che sono attualmente sproporzionate rispetto alle unità abitative, della cui superficie totale arrivano a costituire il 25%. Il recupero della superficie accessoria delle logge avviene nella misura del 50%, secondo un disegno ordinato e architettonicamente omogeneo. Si tratta di quattro moduli elementari in direzione perpendicolare alla facciata (l'intera profondità della loggia) e sei moduli elementari in direzione parallela (la metà della loggia). Si vedano le tavole dell'analisi modulare.
- parziale occupazione del grande ballatoio al terzo piano fino alla proiezione del ballatoio dei piani superiori. Si prevede l'ampliamento per tre moduli elementari in direzione longitudinale per tutta la larghezza tra i setti, che corrisponde a dodici moduli (vedi tavole di progetto dell'analisi modulare);
- fusione di cellule abitative, limitatamente al corpo D, in direzione trasversale fino ad aggregare 18 o 24 moduli elementari (vedi tavole di progetto dell'analisi modulare).
Essendo la situazione demografica del complesso in rapida evoluzione, il progetto ha previsto una serie di tipologie alternative variamente aggregabili tra di loro, al fine di rispondere puntualmente alle esigenze che si manifesteranno all'atto della redazione del progetto esecutivo e della realizzazione.
Naturalmente, essendo la distribuzione verticale degli impianti e lo smaltimento delle esalazioni concentrata in appositi cavedi, il progetto prevede di salvaguardare e utilizzare tali intercapedini senza interruzione, in tutte le ipotesi progettuali elaborate.
Nuove funzioni dell'interrato
- adibire il piano interrato a cantine individuali, una al servizio di ogni unità abitativa, al fine di fornire un adeguato luogo di servizio e sgombero.
La scelta di utilizzare l'interrato ad uso cantine e non autorimesse come è attualmente è dovuta anche al fatto che sarebbe impossibile ricavare un numero adeguato di posti auto, e cioè circa la metà delle unità abitative.
Vengono però conservate le rampe di accesso carrabili, sia nel corpo D che E, per permettere di ricoverare nelle cantine cicli e motocicli; per le biciclette é previsto in D anche uno spazio collettivo attrezzato.
Riorganizzazione dei piano terreno
- Locali ad uso servizi collettivi, che interessino un ampio raggio di utenza e servano da catalizzatore dei rapporti del nucleo Garibaldi 2 con la popolazione del Comune (blocco D);
- locali ad uso collettivo specifico dell'unità D (blocco D);
- locale portineria, funzione indispensabile, non solo per l'ordinario controllo degli accessi allo stabile e all'area verde, ma anche di controllo e monitoraggio del funzionanento degli impianti e, in particolare, delle installazioni a carattere
sperimentale (blocco D);
- locali ad uso commerciale e di servizio di carattere privato, che interessino un ampio raggio di utenza (blocco E).
La suddivisione verticale
Il progetto prevede la separazione fisica dell'attuale corpo C, e più in generale della unità minima di intervento n. 1 dal resto del complesso.
In corrispondenza del blocco centrale ove sono attualmente collocati scale e ascensori, due degli ascensori vengono annessi al blocco D e restano al servizio esclusivo di questo, così come il nuovo vano scala da realizzare di fronte agli ascensori.
Un secondo vano scala con funzione di servizio, viene realizzato all'estremità opposta del blocco D.
Il blocco E utilizza come scala l'attuale scala di servizio del corpo C e vengono realizzati una nuova torre ascensori con due impianti.
I blocchi D ed E risultano completamente autonomi e separati da cielo a terra in corrispondenza del giunto di dilatazione tra la settima e l'ottava campata (vedi tavole di progetto e relazione tecnica)
Lo spazio e l'aspetto esterno
Nell'ambito dello spazio scoperto di pertinenza di ciascuna delle unità edilizie D ed E. è prevista la dotazione di circa 1,5 posti auto per ogni unità abitativa.
Nell'ambito dell'unità fondiaria F, che comprende il resto dello spazio scoperto dell'unità d'intervento n. 1, sarà realizzata la strada pubblica che dà accesso sia alle due unità edilizie che al parco, da realizzare sull'area centrale attualmente incolta.
L'aspetto del complesso edilizio si arrichirà per la presenza delle nuove torri scala e ascensori, per la ricomposizione del disegno delle logge, per la realizzazione lungo il perimetro esterno della copertura di una fascia di verde - con funzione di regolazione termoigrometrica - irrigata automaticamente con acqua di recupero, e, infine, la realizzazione di un camminamento coperto trasparente lungo il ballatoio del terzo piano, avente lo scopo di proteggere dalle intemperie chi accede agli appartamenti.
1.7 Rapporto tra analisi dei problemi e obiettivi tecnici del progetto
In primo luogo si è analizzata la struttura estremamente rigida dello stabile
determinata:
- dal passo dei setti trasversali;
- dalla distribuzione delle cellule abitate lungo i lunghi corridoi e ballatoi;
- dalla distribuzione degli impianti;
- dalla organizzazione degli orizzontamenti che hanno i pavimenti, in moquette, posati direttamente sul vivo del solaio, senza caldana;
- dalla natura non residenziale del progetto originario che prevedeva l'utilizzo come casa-albergo con presenze occasionali e carichi abitativi limitati;
- dalla dimensione e conformazione delle cellule abitative, sostanzialmente dei monolocali, ai primi due livelli dotati di un unico affaccio;
- e ultimo, ma certo non meno importante, dalla natura privata delle proprietà e dalla estrema frammentazione della stessa.
L'analisi dello stato di fatto e della maglia modulare dell'edificio e delle singole componenti ha definito chiaramente i termini tecnici del problema, il Piano di Recupero ha definito il contesto e gli obiettivi strategici dell'operazione.
Alla scala dell'organismo edilizio, gli obiettivi del progetto, in particolare per la porzione pubblica, si sono venuti quindi così configurando:
- dotazione di servizi e spazi comuni al servizio della popolazione del complesso, ma soprattutto capaci di funzionare da catalizzatori sociali con la restante popolazione del Comune;
- realizzare adeguate opere per l'accessibilità e la visitabilità sui percorsi comuni, il collegamento tra il livello dell'accesso carrabile e il piano terra, la distribuzione verticale e orizzontale ai vari livelli;
- realizzare un sistema integrato di impianti e dotazioni che permetta una elevata qualità abitativa, un significativo risparmio di risorse ed una corretta utilizzazione delle stesse. In questo ambito sono previste sia le opere edilizie che concorrono al raggiungimento dell'obiettivo, che la dotazione impiantistica. Il sistema comporta necessariamente una pianificata opera di monitoraggio e verifica dei risultati attesi, e a tale fine è prevista in sede di progettazione esecutiva, la redazione di un manuale delle operazioni di controllo e della manutenzione programmata dello stabile;
- realizzare nell'ambito della dotazione impiantistica un sistema centralizzato di produzione dei fluidi caldi - che serva anche per le unità edilizie appartenenti alla unità minima di intervento n. 2 - da integrare per stralci successivi, tale da permettere il massimo rendimento dell'impianto, una adeguata distribuzione, e una contabilizzazione separata per ogni unità abitativa, creando un sistema che associ agli elevati rendimenti di produzione e distribuzione degli impianti centralizzati, la comodità e l'economicità degli impianti autonomi;
- realizzazione di unità destinate al ricollocamento di utenze sociali deboli che oggi vivono nel complesso in condizioni assolutamente inadeguate.
Alla scala di alloggio si sono invece così configurati:
- realizzare unità abitative di dimensioni e con dotazioni adeguate alle famiglie destinate al ricollocamento nella porzione pubblica e comunque conformi agli attuali standard;
- unità abitative accessibili e visitabili anche dai portatori di handicap fisici, nonché adattabili con minimi interventi, in particolare alle dotazioni dei bagni. Per alcune unità è previsto che l'adattabilità sia raggiunta con semplice sostituzione dei sanitari avendo cura di predisporre fino dall'inizio gli allacciamenti per i nuovi impianti;
- unità abitative con un elevato standard di qualità abitativa con la realizzazione di opere e la dotazione di componenti che permettano di elevare il benessere abitativo con contenimento delle dispersioni e del consumo di risorse, contenimento dei rumori, elevare la qualità dell'aria.
l.8 Il programma sperimentale
Il programma sperimentale è stato elaborato considerando i caratteri sperimentali non come un elemento aggiuntivo, ma come parte integrante e non scindibile dal tutto, anche se il raggiungimento degli obiettivi tecnici che abbiamo descritto è ottenuto applicando metodi e tecnologie non usuali nell'ambito dell'edilizia pubblica.
Dobbiamo sottolineare come una prima e forte caratteristica innovativa stia
proprio nel fatto che l'intervento di recupero di un complesso con gravissimi problemi di degrado fisico e sociale, anche se collocato nel contesto di una realtà economica e sociale sostanzialmente privilegiata quale è quella della cintura bolognese, prevede il massiccio coinvolgimento della mano pubblica che è chiamata, in primo luogo ad acquisire una consistente porzione dell'immobile oggi in mano a una proprietà variamente frazionata e di struttura eterogenea.
In secondo luogo la partecipazione pubblica è indispensabile per ricavare, da un complesso nato come albergo, unità abitative adeguate alle esigenze delle famiglie, economicamente deboli e socialmente emrginate che oggi a vario titolo lo occupano; infine l'intervento pubblico è necessario per riqualificare gli spazi comuni, per realizzare spazi per la socializzazione
e per creare rapporti normali tra la popolazione di questo singolare nucleo abitato e il resto del territorio.
Questi aspetti, di carattere strategico, sono elementi fondamentali di sperimentazione che, pur non essendo tutti specificamente previsti dalla Guida ai programmi di sperimentazione redatta dal CER potranno fornire molte indicazioni e insegnamenti per la riqualificazione di tante porzioni degradate delle periferie delle città italiane.
Nel quadro della strategia si ha l'applicazione di varie metodologie e tecnologie innovative, più propriamente ricadenti nella casistica prospettata dalla Guida e riguardanti vari ambiti, in particolare nei capitoli della qualità fruitiva ed ecosistemica (vedi schede di sperimentazione).
Il progetto di ristrutturazione, applicato ad un edificio estremamente rigido realizzato con tecniche di edlizia industrializzata degli anni '70, può fornire molte indicazioni per il recupero e la riqualificazione di larghe porzioni di edilizia pubblica, realizzate con tecnologie analoghe nel medesimo periodo, e che si trovino in stato di degrado sia fisico che ambientale.
L'utilizzo di tecniche e tecnologie innovative per migliorare la qualità
ambientale e il benessere abitativo degli alloggi, inserite in un ambito di ridotta manutenzione e di monitoraggio - per il quale è previsto l'inserimemto della funzione di portineria - sono altresì elementi in grado di fornire indicazioni ed insegnamenti, soprattutto ricordando che la loro applicazione avviene nell'ambito del recupero di un
edificio, con tutte i vincolì sopra esposti, esistente.